*Modica, Cava Passo Gatta e Torrente Pozzo dei Pruni

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Modica

*Cava Passo Gatta e Torrente Pozzo dei Pruni
(Aree iblee delle Contrade Rassabbia, Cipolluzze, Cava Fazio, Fasana, San Silvestro, Passo Gatta e Cannata – Cozzo Sant’Angelo e Massacroce – Altopiano di Contrada Violicce – Area delle Contrade Fontana, San Pancrazio e Vaccalina – Siti rupestri del “Quartiricciu”, dello “Sbalzo” e di “Contrada Mista” – Mulini ad acqua e Immissione sotterranea “Torrente Pozzo dei Pruni”)

  • Indicazioni stradali da Modica per ingrandire la mappa clicca qui;

Descrizione generale

La Cava Passo Gatta è una cavità di tipo ibleo compresa all’interno di varie contrade iblee situate a nord di Modica, all’interno della quale scorre il tratto settentrionale del Torrente Pozzo dei Pruni, noto anche come “Santa Maria”.

Questa cavità delimita una vasta area agricola, la quale è contraddistinta dalla presenza di carrubeti e oliveti, ma in cui avviene la coltivazione di cereali, ortaggi e legumi tra cui citiamo la “Fava Cottoia di Modica”.

La Cava Passo Gatta si presenta piuttosto ampia e antropizzata, data la presenza di vari terrazzamenti e aree agricole ai margini, che per l’appunto delimitano il corso settentrionale del torrente chiamato “Pozzo dei Pruni”.

Il corso d’acqua è noto anche come “Passo Gatta”, dal nome della limitrofa contrada (vedi link “Area iblea di Contrada Passo Gatta” nella pagina precedente per saperne di più).

Questo corso d’acqua un tempo scorreva all’interno dell’area orientale di “Modica Bassa” lungo l’attuale Via Marchesa Tedeschi, in parallelo al “Torrente Janni Mauro” (ubicato invece ad occidente in corrispondenza del Corso Umberto I).

I due torrenti erano (e sono tuttora) divisi dal rilievo noto come “Colle Pizzo”, congiungendosi a sud di esso presso l’area di Piazza Principe di Napoli formando così la “Fiumara di Modica”, corso d’acqua denominato anche con i toponimi “Modicano” o “Torrente Modica – Scicli”).

Un tempo il Torrente Pozzo dei Pruni aveva una discreta portata idrica, la quale era sfruttata per azionare vari mulini posti lungo le aree cittadine della “Fontana” e delle aree rupestri di Contrada Mista, del “Quartiricciu” e dello “Sbalzo” (ubicate lungo il versante orientale del “Pizzo”), quest’ultima abitata fino ai primi anni del 1900

Inoltre esso era attraversato da vari ponti posti lungo la Via Marchesa Tedeschi.

La notte del 26 Settembre 1902 in seguito ad un intenso temporale, il Torrente Pozzo dei Pruni esondò così come i limitrofi Torrenti Janni Mauro e San Liberale, causando l’evento catastrofico noto come “Alluvione di Modica”.

Le acque dei corsi d’acqua allagarono completamente Modica Bassa provocando gravi danni agli edifici, e numerose vittime.

Dei tre torrenti, fu proprio il Pozzo dei Pruni quello che provocò il maggior numero di danni e vittime.

Ciò avvenne perché il livello del corso d’acqua. esondato dall’alveo di Passo Gatta a causa della forte pioggia, si innalzò fino ad 11 metri di altezza scendendo a valle alla velocità di circa 50 km orari.

Oltre ai danni agli edifici e ai ponti che scavalcavano i torrenti, l’alluvione provocò circa 112 vittime.

Tra esse il numero più alto fu proprio quello di coloro che abitarono nelle aree est e sud di Modica Bassa.

Coloro che dimoravano nelle case rupestri del cosiddetto “Sbalzo” vennero trasferiti tra il 1903 e il 1904 nel cosiddetto quartiere denominato “Milano – Palermo” (posto a sudovest di Modica Bassa in prossimità dell’area denominata “Dente”), la cui costruzione che venne finanziata in prevalenza dalle comunità delle due città, serviva apposta per dare un alloggio a coloro che rimasero sfollati per ospitare gran parte dei modicani che rimasero senza dimora a causa dell’alluvione.

In seguito a questo evento catastrofico, il corso del Torrente Pozzo dei Pruni, dei Torrenti Janni Mauro e San Liberale e il tratto iniziale della Fiumara di Modica, vennero incanalati sotto l’area della città bassa.

Tornando a parlare del Torrente Pozzo dei Pruni, esso un tempo sgorgava in Contrada Rassabbia a nord di Modica.

Quest’area confina a nordest col territorio frigintinese (appartenente a Modica), a nordovest con le aree di Cinquevie e Barato – Bussello (territorio comunale di Ragusa), e a sud con la Contrada Cipolluzze, e le aree di Cozzo Sant’Angelo, Contrada Cannata e Cava Fazio.

La Contrada Rassabbia la si può raggiungere da “Modica Alta” dalla Via Passo Gatta (imbocco da Via Roma andando in direzione “Frigintini”) dalla quale imbocchiamo poi la S.C. “San Silvestro – Rassabbia” (imbocco posto alla nostra sinistra, lungo la strada delimitata nel suo tratto iniziale dai muri contenitivi in cemento).

Questa strada la percorriamo interamente verso nord oltrepassando l’incrocio con la traversa per la Contrada San Giurgiuzzo (che si collega alla S.P. 59 “Modica – Giarratana”), oltrepassando le Contrade San Silvestro e Fasana, e l’area di Cava Fazio in cui sono posti i ruderi dell’Eremo di San Fanzio.

A nord questa strada, che man mano diviene sterrata, si collega alla S.P. 104 “Cinquevie – Scrofani” per Frigintini (secondo imbocco ad est della “Via Milicucco Scrofani dalla medesima strada) e la S.P. 59 “Modica – Giarratana”.

Le S.C. “San Silvestro – Rassabbia”, la S.P. 104 e la S.P. 59 vanno appunto a delimitare la Contrada Rassabbia.

Quest’area agricola, che per l’appunto rappresenta la cuspide settentrionale del Torrente Pozzo dei Pruni, è contraddistinta dalla presenza di vari terrazzamenti posizionati sulle basse pareti della cavità.

Qui vi sono posti vari edifici tra caseggiati rurali e masserie di epoche varie, di cui alcune di esse divenute sede di varie strutture ricettive.

L’area era comunque frequentata sin dall’antichità, tanto che vennero rinvenuti i resti di insediamenti rurali, abitati sin dall’età del bronzo .

I resti più antichi di quest’area risalgono al periodo tra i secoli XIX a.C. (1900 a.C. – 1801 a.C.) e XIV a.C. (1400 a.C. – 1301 a.C,), comprendendo gli sparuti resti di un villaggio abitato successivamente in epoca bizantina nel VI secolo d.C. (501 – 600 d.C.).

Data l’alta antropizzazione di quest’area colma di terreni coltivati, la quale venne studiata dall’archeologo Paolo Orsi durante i primi anni del 1900, gran parte di questi insediamenti abitativi sono stati presumibilmente inglobati all’interno di terrazzamenti o costruzioni rurali, ma alcuni blocchi megalitici facenti parte di questi villaggi sono ancora presenti all’interno della contrada.

Vi sono anche sparuti resti di piccole necropoli poste lungo le pareti rocciose che delimitano l’area; perlopiù si tratta di piccole aree sepolcrali comprendenti tombe scavate nella roccia.

A nord della S.P. 104, tra le Contrade Rassabbia, Cinquevie e Scrofani, vi era posta la sorgente del Torrente Pozzo dei Pruni (o Passo Gatta), ormai del tutto prosciugata.

A sud della Contrada Rassabbia, è posta la “Contrada Cipolluzze” (o “Cipolluzza”), area iblea ubicata a nord della confluenza tra la Cava Fazio e il Torrente Pozzo dei Pruni.

In questa zona rurale, sempre solcata dalla S.C. “San Silvestro – Rassabbia”, comincia a delinearsi la Cava Passo Gatta.

Le pareti della cavità, sempre interessate da terrazzamenti delimitati da muri a secco, cominciano ad essere più alte, in quanto il fondo risulta affiancato dalle propaggini settentrionali del Monte Milicucco ad ovest e del Cozzo Sant’Angelo ad est.

Anche in quest’area, oltre a vari caseggiati rurali, vi sono tracce di insediamenti agricoli risalenti sempre all’età del bronzo (secolo XIX a.C.) o al periodo bizantino (VI secolo d.C.), a cui risalirebbero anche piccole aree funerarie composte da tombe scavate nella roccia.

A sudovest è posta l’area iblea di Cava Fazio, una breve cavità posta tra il Monte Milicucco (nord) e l’altopiano formato dalle Contrade San Giurgiuzzo, Fasana e San Silvestro (sud), in cui sono posti vari siti rupestri formati perlopiù da tombe di epoca paleocristiana – bizantina.

In questa zona possiamo ammirare i resti dell’Eremo di San Fanzio, la cui chiesa era consacrata ai martiri modicani “Fanzio e Deodata”, uccisi a Siracusa il 13 Dicembre 304 assieme a “Santa Lucia”.

A sud di Cava Fazio, vi è il suddetto altopiano di cui il sito più importante è la Chiesa Rupestre di San Silvestro, posta presso i terrazzamenti ubicati tra le Contrade Fasana e Mauto.

Tutte queste aree si affacciano sulla S.C. “San Silvestro – Rassabbia”, e per saperne di più sulle medesime visualizza i corrispettivi link posti nella pagina precedente.

Poco più ad est il torrente solca l’area nota appunto come “Passo Gatta”, tristemente nota per la strage avvenuta il 29 Maggio 1921 in cui, durante una manifestazione socialista persero la vita sette manifestanti in seguito all’intervento di milizie fasciste.

Questa zona, che è costeggiata per intero dalla “Via Passo Gatta” (che si collega tramite un breve viadotto alla S.P. 51 “Modica – Passo Gatta” per Modica Bassa, Frigintini e Noto).

La contrada, posta ad ovest del Torrente Pozzo dei Pruni, presenta vari siti rupestri (posti all’interno di varie proprietà private), che un tempo vennero utilizzati come case, stalle o magazzini, ma che molto probabilmente derivano da catacombe di epoca protostorica o bizantina.

Da questa strada si arriva al “Ponte Passo Gatta”, dal quale oltre a raggiungere la S.P. 51, vi è posto l’imbocco di un sentiero che costeggia il corso del Torrente Pozzo dei Pruni a nord del viadotto.

Da qui raggiungiamo l’area agricola di Contrada Cannata solcata sempre dal Torrente Pozzo dei Pruni, in cui troviamo costruzioni rurali tra cui va citata una grande masseria di proprietà privata.

A sudest è posto il rilievo di Cozzo Sant’Angelo, la cui sommità la si può raggiungere dalla S.P. 51 “Modica – Passo Gatta” (imbocco da Via Marchesa Tedeschi presso “Modica Bassa”, proseguendo in direzione “Frigintini” tramite Via Gerratana).

Lungo la S.P. 51, costeggiamo la sponda orientale della Cava Passo Gatta potendo ammirare gran parte delle sopracitate aree iblee, che possiamo raggiungere o dalla suddetta “Via Passo Gatta” (andando in direzione “Modica Alta – Giarratana”), oppure da una strada posta poco più a nord (imbocco alla nostra sinistra venendo da Modica), che più ad ovest si collega prima alla S.C. “San Silvestro – Rassabbia” e poi, tramite la Via San Giurgiuzzo, alla S.P. 59 “Modica – Giarratana” presso la Contrada Mauto.

Proseguendo sulla S.P. 51, arriviamo all’imbocco della S.P. 27 “Traversa Sant’Angelo” (andando in direzione di Frigintini), dalla quale raggiungiamo la sommità del “Cozzo Sant’Angelo” il cui altopiano presenta varie costruzioni rurali di epoche varie, e vari terreni coltivati.

Infatti l’area di Cozzo Sant’Angelo è ad alta vocazione agricola, comprendendo in gran parte oliveti e campi coltivati a cereali, colture ortive e legumi.

Stessa cosa dicasi per la località nota come “Massacroce” posta a sud del Cozzo Sant’Angelo (attraversata dalla S.P. 51), in cui vi sono posti vari edifici rurali di epoche varie.

A sudest del Ponte Passo Gatta troviamo l’altopiano di Contrada Violicce (o Violicci), le cui pendici sono attraversate dalla S.P. 51, mentre la sommità è raggiungibile da Modica dalla Via San Marco (S.P. 83 “Modica – Cava Ispica”) andando in direzione “Violicci – San Marco – Mista” lungo la S.C. “Passo Gatta – Cozzo Lupi”.

Questo rilievo delimita il corso sudorientale del primo tratto del Torrente Pozzo dei Pruni che attraversa l’area nota come “Vaccalina”, presentando sempre terrazzamenti delimitati da muri a secco e edifici rurali di diverse epoche.

Dalla S.C. “Passo Gatta – Cozzo Lupi” possiamo ammirare quasi per intero la sottostante cavità in cui scorre il Torrente Pozzo dei Pruni lungo l’area nota come “Vaccalina”, e gran parte delle sopracitate aree iblee che lo delimitano. 

Il Torrente Pozzo dei Pruni arriva così a Modica, solcando l’area cittadina nota come “Fontana”, comprendente interessanti ruderi risalenti a varie epoche.

Questa era una “zona industriale” attiva fino alla prima metà degli anni 1900, che possiamo raggiungere da “Modica Bassa” tramite la “Via Fontana” (imbocco da Via Gerratana o Via Salvatore Quasimodo andando in direzione “Modica Alta”).

Da questa strada raggiungiamo il Piazzale Padre Basile dal quale comincia il sentiero che costeggia il torrente verso nord.

In alternativa si può proseguire lungo Via Fontana arrivando ad un bivio delimitato da un palazzo abitativo, dove alla nostra destra imbocchiamo la S.C “Fontana Grande – Passo Gatta” dalla quale raggiungiamo l’area da nord.

Dal Piazzale Padre Basile, oppure dalla S.C. “Fontana Grande – Passo Gatta”, arriviamo presso questa desueta area industriale che comprende l’ex Mattatoio di Modica con l’annesso “Foro Boario” e l’Officina Elettrica cittadina (posti rispettivamente a sud e a nord), due interessanti edifici novecenteschi.

Seguendo il corso del torrente, più a nord raggiungiamo l’area di “San Pancrazio” in cui sono posti i resti di una grande “Carcara”, ossia di una fornace per la lavorazione della calce.

Qui era posta anche la “Fontana di San Pancrazio”, le cui acque oggi sono convogliate all’interno dell’acquedotto cittadino.

Poco più a settentrione, tra le aree di San Pancrazio e Vaccalina, sono stati rinvenuti sepolcri di epoca alto medievale e manufatti di varie epoche, di cui i più antichi sono di epoca neolitica.

Le alture che sovrastano quest’ultimo tratto del Torrente Pozzo dei Pruni presentano interessanti siti rupestri, che sono:

  • la Necropoli neolitica di tipo rupestre detta del “Quartiricciu” posta a nordovest, abbarbicata presso la parete est del Colle Pizzo (il rilievo ibleo sul quale è posta “Modica Alta”), risalente al periodo della “Civiltà di Castelluccio” (2300 a.C. – 1700 a.C.), il cui ingresso (di proprietà privata) è posto al numero civico 412 di Via Fontana;
  • il sito rupestre dello “Sbalzo” posto sempre sul Colle Pizzo poco più a sud della Necropoli del “Quartiricciu” a poca distanza dal “Castello dei Conti di Modica” (Vie Catena – Santa Venera), formato da un insieme di “case – grotta” medievali simili al ben più noto sito di “Chiafura” (Scicli), le quali furono abitate fino al 1902 (anno in cui avvenne la suddetta alluvione di Modica) e da cui proveniva gran parte di coloro che abitarono il cosiddetto quartiere “Milano – Palermo”;
  • l’area rupestre di Contrada Mista posta su un breve rilievo posto ad est della Torrente Pozzo dei Pruni (area di “San Marco – Mista”), raggiungibile da una traversa posta alla nostra lungo il tratto iniziale della S.P. 51 (precisamente quella posta dopo il segnale di pericolo che indica la presenza di un dosso artificiale), comprendente i resti di una vasta “Pirrera”, ossia un’antica cava di pietre posta sviluppatasi da una necropoli simile a quella del “Quartiricciu” di cui restano poche tombe.

Per saperne di più su queste aree rupestri, visita i link riguardanti la Necropoli del “Quartiricciu” e l’area iblea di “Contrada San Marco – Mista” nelle pagine precedenti.

Il tratto del Torrente Pozzo dei Pruni posto a settentrione di Modica, inoltre presenta vari edifici che in passato erano sede di gran parte dei mulini ad acqua (circa 23), posti lungo il tratto urbano della “Fiumara di Modica”.

Molti di questi impianti molitori che utilizzavano la forza motrice delle acque che, un tempo, scorrevano copiosamente lungo il letto del torrente, oggi sono stati adibiti ad edifici abitativi.

Questi mulini avevano al suo interno una macina di pietra locale utilizzata per macinare i cereali, che veniva azionata da una ruota metallica mossa dalle acque convogliate tramite un sistema di canalizzazioni note come “Saie”.

A nord del tratto iniziale di Via Fontana e del suo imbocco di Via Salvatore Quasimodo, il Torrente Pozzo dei Pruni tramite una copertura in cemento, si immette sotto l’area nordorientale del centro storico di “Modica Bassa”, l’area cittadina che per l’appunto venne devastata dalla sopracitata alluvione avvenuta il 26 Settembre 1902.

Il tratto urbano del corso d’acqua, coperto dalla Via Marchesa Tedeschi, era noto come “Santa Maria” in quanto esso lambiva l’area in cui si affaccia tuttora la Chiesa di Santa Maria di Betlem.

Come detto in precedenza, qui vi erano vari ponti che oltrepassavano il torrente.

A sud di Via Marchesa Tedeschi, presso la Piazza Principe di Napoli, il Torrente Pozzo dei Pruni confluisce nel Torrente Janni Mauro (altro corso d’acqua coperto dall’attuale Corso Umberto I), andando a formare la “Fiumara di Modica”.

Il tratto urbano di questo fiume è attualmente coperto dal Corso Umberto I e, dopo aver ricevuto sotto Piazza Corrado Rizzone la confluenza del Torrente San Liberale, riemerge a sudovest di Viale Medaglie d’Oro.

Da qui in poi il fiume solca un’ampia cavità iblea oltrepassata dalla SS 115 “Modica – Ragusa” tramite il “Viadotto Guerrieri”, oltrepassando le aree della Conca del Salto e del Vallone Fiumelato, lambendo ad ovest la cittadina di Scicli.

La Fiumara di Modica, sfocia infine nel Mare Mediterraneo presso la località balneare sciclitana di “Arizza”.

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