*Modica, Cava San Bartolomeo – Tratto modicano

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Modica
*Cava San Bartolomeo – Tratto modicano
(Raddusa – San Filippo – Calamarieri – Cava e Torrente San Bartolomeo – Tratto sciclitano)

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Descrizione generale

La Cava San Bartolomeo, è una interessante cavità iblea che attraversa i territori comunali di Modica e Scicli, proprio come la limitrofa Cava di Santa Maria la Nova.

Si tratta di un’ampia vallata all’interno della quale scorre appunto il “Torrente San Bartolomeo”, delimitata a nord e a sud da varie contrade rurali.

Questa cavità, così come il corso d’acqua che per buona parte la solca, prende il nome dalla Chiesa di San Bartolomeo di Scicli, perché lambiva l’area in cui è tuttora posta questo edificio sacro.

In seguito a vari lavori di canalizzazione progettati dagli architetti sciclitani Guglielmo Emmolo e Salvatore Scimone – Mormina ed effettuati nel 1932, il corso del torrente venne convogliato sotto il centro storico cittadino sciclitano, per poi sgorgare nuovamente immettendosi più a valle lungo la Fiumara di Modica.

Lungo questa cava sono poste anche interessanti rovine archeologiche, tra cui va citato il villaggio rupestre di Chiafura, posto ad oriente della città di Scicli.

Per buona parte del suo corso, il Torrente San Bartolomeo si presenta prevalentemente secco, con consistente scorrimento idrico durante forti precipitazioni.

La cava, inoltre alterna tratti “facili” da esplorare ad aree più difficoltose da raggiungere, la cui esplorazione è fortemente consigliata ad esperti in arrampicate, speleologia e canyoning.

Il tratto più a monte della Cava San Bartolomeo, si origina appunto in territorio modicano in Contrada Raddusa.

Esso è delimitato dai rilievi delle Contrade Raddusa ad ovest, dal breve rilievo denominato “Penninello Malvagia” e dalle aree di Michelica e Bugilfezza (est), presentandosi come un vallone oltrepassato e a sua volta lambito dalla S.C. “Torre Cannata – Raddusa” (raggiungibile più facilmente da Modica dalla “Circonvallazione Ortisiana” dirigendoci sempre in direzione sud, vedi sezione “Area iblea di Contrada Raddusa” nella pagina precedente per saperne di più) .

L’area presenta vari terrazzamenti agricoli delimitati da muri a secco, in cui è diffusa perlopiù la coltivazione di ortaggi, cereali e agrumi.

Nei pressi dell’altopiano del Penninello Malvagia, ai margini sudoccidentali della Contrada Michelica, vi sono ruderi di insediamenti e necropoli di epoca bizantina.

A sudovest della Contrada Raddusa, il Torrente San Bartolomeo curva verso occidente essendo oltrepassato dalla S.P. 96 “Bugilfezza – San Giovanni al Prato”, attraversando la Contrada San Filippo.

Il vallone, qui scavalcato dalla S.P. 43 “Modica – Mare” (Via Sorda Sampieri), è collocato tra il vivaio “Garden House” (nordovest) e della struttura ricettiva “Villa Chimera” (sudest).

Poco più ad ovest, la cavità viene attraversata dalle SS 194 “Modica – Pozzallo”, e dalla S.P. 122 “Calamarieri – Gerrantini – Piani” (posta a sud della S.P. 74) tramite brevi viadotti.

La cava infatti, attraversa la Contrada Calamarieri, a sua volta raggiungibile dalle S.P. 74 “Serrauccelli – Cava Gucciardo – Quartarella”, e lambita a nord dalla S.P. 75 “Scicli – San Giovanni al Prato”.

Da qui la cava comincia ad assumere una media profondità, essendo per altro scavalcata dalla S.P 122 (posta a sud dell’incrocio tra le S.P. 74 e S.P. 75 andando in direzione “Contrada Pisciotto).

Il tratto di Contrada Calamarieri, è delimitato da vari terrazzamenti agricoli delimitati da muri a secco, contraddistinti anche dalla presenza di alberi di carrubo e olivo.

L’area presenta inoltre vari ruderi di epoca paleocristiana, come comprendono i resti di alcuni insediamenti, e alcune piccole catacombe rupestri formate da grotte artificiali, al cui interno vi sono loculi sepolcrali scavati nella roccia.

La Cava San Bartolomeo prosegue verso ovest in territorio sciclitano, lambita rispettivamente ad est e ad ovest dalle Contrade Alì e Guadagna, mentre a nord vi è il rilievo su cui è posta la località di San Giovanni lo Pirato.

L’area presenta anch’essa vari ruderi di epoca paleocristiana – tardo romana, comprendendo necropoli formate da tombe a fossa.

La cavità prosegue verso occidente confluendo nel Vallone Purromazza tra le località di “Catteto” e “Torre Palombo”, anch’esse aventi vari ruderi del medesimo periodo.

La cava si inoltra a sudest del centro storico sciclitano tra i Colli San Matteo e della Croce, lambita a nord dalla Via Guadagna (S.P. 41 “Scicli – Ispica”), il cui fondo è attraversato da un sentiero che inizia dalla Via Isarco. 

Questa zona reca vari siti rupestri tra cui vanno citati il villaggio di Chiafura, la Chiesa di Santa Maria di Piedigrotta, e varie case e tombe rupestri di epoche varie.

A sud di Via Isarco, il torrente è di fatto incanalato sotto il centro storico sciclitano lungo la Via San Bartolomeo (in cui si affaccia l’omonima chiesa), Piazza Italia, Largo Antonio Gramsci e Via Tagliamento, sgorgando nuovamente ad ovest di quest’ultima immettendosi nella Fiumara di Modica lungo la cavità denominata “Vallone Fiumelato”.

Per saperne di più sul tratto sciclitano della Cava San Bartolomeo, visitate la sezione riguardante la città di Scicli.

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