*Modica, Fiumara di Modica e Vallone Fiumelato; Tratto “Idria – Cava di Pietro – Monserrato – Fiumara – Caitina”

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Modica

Fiumara di Modica e Vallone Fiumelato – Tratto Modicano
(Territori di Modica e Scicli)

*Tratto “Idria – Cava di Pietro – Monserrato – Fiumara – Caitina”
(Colle Idria e Gisirella – Ponte Guerrieri – Cava di Pietro – Colle Monserrato – Contrada Fiumara – Cava della Caitina e sito rupestre della “Grotta Ddieri”)

  • Indicazioni stradali da Modica per ingrandire la mappa clicca qui;

“Tratto Colle Idria – Gisirella – Ponte Guerrieri – Cava di Pietro”

A sudovest della città modicana, la Fiumara di Modica riemerge dalla canalizzazione sotterranea mediante la quale scorre sotto il centro storico cittadino.

Il fiume, che da qui si immette nell’ampia cavità denominata “Vallone Fiumelato”, è costeggiato quindi dalla S.P. 54 “Modica – Scicli” e dalla vicina ferrovia “Siracusa – Ragusa – Gela – Canicattì – Caltanissetta Xirbi”.

La sponda occidentale del fiume, è occupata dalle propaggini sud del Colle Idria, sulle quali è abbarbicato il quartiere “Dente” che comprende l’area denominata “Milano – Palermo”, la stazione ferroviaria, la Villa Cascino e il Convento dei Cappuccini con l’attigua Chiesa di San Francesco.

Poco più a sud vi è posta una vallata secondaria posta in Contrada Gisirella, sulla quale si affaccia il suddetto Convento dei Cappuccini.

La vallata va a delimitare un breve altopiano detto appunto di “Gisirella” o “Gisarella”, il cui toponimo deriva dall’arabo “Al Jazirah” (significante “isola” o “promontorio”), le cui pareti rocciose ospitano delle tombe rupestri risalenti all’età del bronzo, difficili da esplorare.

L’altopiano di Contrada Gisirella (o Gisarella), funge da spalla nord per l’imponente viadotto denominato “Ponte Guerrieri”, mediante il quale la SS 115 “Modica – Ragusa” oltrepassa la Fiumara di Modica, congiungendosi a sud con l’altopiano di Contrada Caitina (vedi più sotto).

Proprio in adiacenza al pilastro del viadotto posto in adiacenza alla linea ferroviaria, vi sono alcuni piccoli siti rupestri.

A sudovest del Ponte Guerrieri, vi è un altro altopiano noto come “Scardacucco”, lambito a sud da una cavità che si immette nella Fiumara di Modica da ovest, denominata “Cava di Pietro”.

Il fondo di questa breve cavità lo si raggiunge dalla S.P. 54 tramite una breve traversa in galleria posta alla nostra destra (venendo da Modica), sulla quale è posta la suddetta linea ferroviaria.

Bisogna tenere come riferimento la struttura in cemento armato, che funge anch’essa da galleria per la soprastante ferrovia.

Lo sbocco della cavità, occultato appunto dalla ferrovia, reca presso i terrazzamenti limitrofi alle pareti rocciose varie tombe risalenti all’età del bronzo, e più precisamente al periodo della “Civiltà di Castelluccio” (2300 a.C. – 1700 a.C.).

La gran parte di queste tombe non sono di facile esplorazione, ma i versanti antistanti allo sbocco della cavità sono raggiungibili anche dalle vicine “Vanella 142” (provvista di passaggio a livello, e conducente all’interno di proprietà private) e “Vanella 147” (imbocco in galleria, preceduto da un segnale di pericolo di caduta massi), poste sempre alla nostra destra venendo da Modica. 

A sud della Cava di Pietro si estende l’altopiano di Contrada Scardacucco, che confina a sud con l’area del Bosco di Mangiagesso.

“Tratto Colle Monserrato – Fiumara – Caitina”

Ad oriente, la Fiumara di Modica lambisce il versante sudoccidentale del Colle Monserrato noto per la presenza dei suoi “Sacelli”, e la limitrofa area iblea di Contrada Caitina lungo l’area denominata “Fiumara” (per altro oltrepassata dalla suddetta S.P. 54 per Scicli).

Il fiume, dalla sua riemersione posta a sud di Viale Medaglie d’Oro, viene costeggiato a sua volta da un sentiero denominato S.C. “San Francesco – San Giacomo”, il cui imbocco è posto a sud della “Strada Mercè” (raggiungibile a sudovest del parcheggio di Viale Medaglie d’Oro antistante alla Stazione Ferroviaria di Modica, o in auto dalla Piazza Corrado Rizzone andando in direzione della Chiesa di Santa Maria delle Grazie, dato che questa strada è a senso unico da nord a sud).

Questo sentiero, comincia a costeggiare l’altura di Colle Monserrato conducendo ad occidente del in cui è ubicata la limitrofa Ex Chiesa di San Francesco di Paola (raggiungibile a sua volta da un’altra stradina posta più a sud, il cui imbocco è posto sempre presso la Strada Mercè).

La chiesa, oggi totalmente in rovina oltre ad essere posta in un terreno di proprietà privata, è stata ricostruita nel 1700 dopo che il sisma dell’11 Gennaio 1693 distrusse l’edificio sacro precedente.

Essa è collocata nei pressi di una sorgente idrica, nelle cui vicinanze vi è un sito rupestre che un tempo aveva funzione sepolcrale (vedi link nella pagina precedente per saperne di più).

Dal sentiero suddetto, possiamo ammirare totalmente quest’area inoltrandoci nel fondo della cava lungo la Contrada Fiumara.

Essa è tuttora una zona agricola in cui sono posti vari edifici rurali (alcuni di essi ancora abitati), affiancati dai pilastri che sorreggono il soprastante Ponte Guerrieri.

Dalla S.P. 54, seguendo le indicazioni per il depuratore comunale di Modica, raggiungiamo questa strada oltrepassando il letto del fiume (facendo attenzione durante i periodi piovosi in cui la portata idrica potrebbe aumentare rendendo difficoltoso il passaggio), raggiungendo il sito della Chiesa di San Giacomo.

Si tratta di una delle più antiche chiese della Provincia di Ragusa, costruita intorno al secolo 1300 presumibilmente dai cavalieri templari, e salvatasi dal terremoto dell’11 Gennaio 1693.

L’edificio sacro, dopo vari interventi di restauro, è stato parzialmente aperta al culto ed è visitabile su prenotazione (vedi link nella pagina precedente).

L’area limitrofa alla chiesa, presenta vari siti rupestri posti sempre in prossimità dell’intera S.C. “San Francesco – San Giacomo”, antistanti ad aree agricole e a caseggiati rurali.

A sud del depuratore comunale di Modica, vi è l’immissione tra la Fiumara di Modica e la breve Cava della Caitina.

Essa la si raggiunge da una traversa il cui imbocco è posto alla nostra sinistra lungo la S.P. 54, presso la moderna Chiesa di Santa Maria Scala del Paradiso (adiacente ad un campetto sportivo).

Percorriamo questa strada arrivando lungo il fiume che, a seconda della portata idrica, risulta facilmente guadabile nei periodi meno piovosi.

Al termine della strada, ci dirigiamo a sud seguendo il corso del fiume, trovando l’immissione del breve Torrente Caitina che scorre lungo l’omonima cavità.

La cava, che si origina in Contrada Caitina (periferia occidentale di Modica), dalla quale si raggiunge l’altopiano che la va a sovrastare, studiato approfonditamente da vari archeologi tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900.

Tra essi vanno citati il roveretano Paolo Orsi e il modicano Salvatore Minardo. 

In questa zona, raggiungibile da Modica ovviamente dalla Via Caitina, vi sono i ruderi di un insediamento abitativo risalente al periodo della “Civiltà di Castelluccio” (2300 a.C. – 1700 a.C), dislocati sull’altopiano.

La datazione più precisa del villaggio e delle annesse necropoli rupestri (poste sulle pareti rocciose che si affacciano sul Vallone Fiumelato e sulla Cava Caitina), è compresa tra i secoli XIX a.C. (1900 – 1801) e XIV a.C. (1400 – 1301).

L’area risultava popolata fino all’epoca alto medievale, alla quale risalirebbe il sito rupestre della “Grotta Ddieri”.

Essa fa parte di un insediamento di tipo rupestre risalente al V secolo (401 – 500) d.C. situato nella parete nord della Cava della Caitina, denominata anche “Cava Ddieri” per la presenza del medesimo sito.

L’area rupestre viene denominata anche “Timpa Ddieri”, da non confondere però con un omonimo  sito posto presso Villasmundo (Provincia di Siracusa).

La “Grotta Ddieri” fa parte di un insieme caverne, la cui denominazione locale è appunto “Ddieri”, termine derivante dall’arabo “Ad Deyar”, con il quale vengono identificati rifugi o dimore scavate nella roccia.

Questo sito rupestre è simile ad altri ubicati lungo le cave iblee della Sicilia sudorientale, di cui in Provincia di Ragusa vanno citate le aree di Cava d’Ispica (Castello Sicano, Convento di Sant’Alessandra), e Cava dei Servi (quest’ultima al confine con la limitrofa provincia aretusea).

Nella vicina provincia siracusana i siti più noti sono quelli di Cava Grande del Cassibile (Avola), Cava Baulì (Noto), Cava Bagni (Canicattini Bagni), e appunto la Timpa Ddieri presso la Cava del Fiume Mulinello (Villasmundo – Melilli).

L’area della Grotta Ddieri di Modica è piuttosto difficoltosa da raggiungere ed esplorare, essendo collocata a strapiombo sulle pareti rocciose a picco sulla Fiumara di Modica.

Infatti, l’esplorazione diretta di questo sito è riservata principalmente ad esperti in arrampicate, canyoning e speleologia.

L’area della Grotta Ddieri, la si può ammirare proprio dalla suddetta confluenza tra la Fiumara di Modica e la Cava della Caitina.

Il fondo di quest’ultima cavità, facilmente raggiungibile guadando il fiume, presenta resti di catacombe di epoca tardo romana, e un adiacente , all’interno della quale vi sono i resti di catacombe di epoca tardo romana.

Va detto infine, che in adiacenza dell’area in cui è posta la Grotta Ddieri, è posto anche un oratorio rupestre, collegato al suddetto abitato trogloditico da un diruto sentiero formato da scalini, al cui interno vi sono ancora tracce di altari.

A sud della confluenza tra la Cava Caitina e il Vallone Fiumelato, la Fiumara di Modica scende verso sudovest lambendo le Contrade Pirato, Cava Maria e Mangiagesso, giungendo nell’area in cui è posta la cascata denominata “Conca del Salto”.

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