*Modica, Ruderi dell’Eremo di San Fanzio

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Modica

*Ruderi dell’Eremo di San Fanzio
(Chiesa e Convento Eremitico di San Fanzio)

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Descrizione generale

A nord di Modica, all’interno dell’area iblea di Cava Fazio, vi sono i ruderi di un antico Eremo consacrato a un tempo a “San Fanzio”.

Esso è raggiungibile dalla città modicana (quartiere di “Modica Alta”) o da Via Passo Gatta (imbocco dalla Via Roma seguendo l’indicazione per “Frigintini”) da cui dobbiamo imboccare la S.C. “San Silvestro – Rassabbia” (imbocco posto alla nostra sinistra da cui dobbiamo percorrere la strada delimitata da muri contenitivi in cemento lungo il tratto iniziale, superando le Contrade San Silvestro e Fasana), o dalla S.P. 59 “Modica – Giarratana” seguendo la segnaletica per la “Contrada San Giurgiuzzu” fino all’incrocio con la suddetta strada consortile.

Da questo incrocio dobbiamo dirigerci verso nord in direzione della Contrada Rassabbia.

Arriviamo presso lo sbocco della Cava Fazio dove vi è posto un bivio, da cui a destra si prosegue verso nord per la Contrada Rassabbia, mentre a sinistra costeggiamo una villetta privata immettendoci nel sentiero che costeggia il fondo della breve cavità che più ad est si immette lungo il tratto nord del Torrente Pozzo dei Pruni in Contrada Passo Gatta.

Presso questo bivio, troviamo una interessante edicola votiva nella cui nicchia rettangolare è posto un bassorilievo che raffigura la “Deposizione di Cristo”.

Seguendo la strada per la Cava Fazio, poco più a sud della villa residenziale troviamo un edificio diroccato situato all’interno di un terreno privato, che un tempo era sede dell’Eremo di San Fanzio.

Esso sarebbe sorto in un luogo caro alla figura dei martiri modicani “San Fanzio” e “Santa Deodata”, a cui si aggiunge il figlio “Fantino”, che secondo la tradizione popolare modicana, vivevano in un’abitazione del quartiere detto “di San Paolo” posta nell’odierna “Via Santa” (Modica Bassa).

Questa famiglia, che da Modica si trasferì a Siracusa (allora sede della prima “chiesa” di Sicilia) durante il periodo riconducibile a quello in cui l’Impero Romano d’Occidente era governato dall’imperatore Diocleziano, si convertì al Cristianesimo in seguito ad un evento miracoloso che, sempre secondo la tradizione popolare modicana, sarebbe avvenuto proprio in questo luogo.

Ad assistere al “miracolo” fu il figlio Fantino che, durante una battuta di caccia, trovò un vecchio eremita (molto probabilmente un predicatore) che gli fece conoscere la dottrina cristiana.

Grazie a ciò, la famiglia si convertì al cristianesimo.

Essendo questo il periodo delle persecuzioni dell’imperatore Diocleziano perpetrate nei confronti dei cristiani, la famiglia venne arrestata e condannata a morte.

Il martirio dei due coniugi avvenne con molta probabilità a Siracusa e, sempre secondo la tradizione locale, come data del martirio viene citata quella del 13 Dicembre del 304 d.C. che, corrisponde a quella in cui sarebbe stata uccisa anche “Santa Lucia”.

I due martiri sarebbero poi stati tumulati all’interno delle “Catacombe di San Giovanni” di Siracusa, dove è posta anche la presunta “Tomba di Santa Deodata”.

Non si sa con certezza se il giovane “Fantino” riuscì a salvarsi o meno, ma secondo la tradizione egli sarebbe stato liberato in maniera miracolosa da un Angelo, che poi lo avrebbe aiutato a fuggire.

La figura del figlio dei “Santi Fanzio e Deodata” viene in parte associata a quella di “San Fantino il Vecchio”, predicatore venerato in Calabria presso l’odierna Palmi (RC).

Alcune reliquie (o presunte tali) di “San Fanzio”, “Santa Deodata” e “San Fanzino” sono conservate presso la Chiesa di San Giorgio di Modica Alta, dentro un’Arca collocata nell’Altare posto alla fine della navata destra.

Inoltre il toponimo “Cava Fazio” in cui era posto questo eremo, deriverebbe proprio da “San Fanzio”, ossia il sopracitato martire modicano.

L’eremo sarebbe stato edificato durante il “basso medioevo” (periodo tra i secoli 1000 e 1200), per poi subire sicuramente interventi ricostruttivi dopo il terremoto dell’11 Gennaio 1693, terminati molto probabilmente intorno all’anno 1738 (data incisa in un’area dell’edificio).

L’Eremo di San Fanzio, che dava ospitalità a comunità religiose di tipo eremitico (probabilmente formate da frati francescani), sarebbe poi stato abbandonato durante il secolo 1800, cadendo in rovina.

Oggigiorno, di questo edificio ecclesiastico rimangono le malridotte pareti esterne della Chiesa, gli interni della medesima ormai spogli, e alcuni ambienti interni dell’attiguo convento eremitico delimitati da profonde arcate.

Infine, attorno all’Eremo di San Fanzio vi è una fitta vegetazione arborea, la quale occupa lo sbocco della limitrofa Cava Fazio.

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