Modica, Torre Rodosta

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Modica

Torre Rodosta

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Descrizione generale

La Torre Rodosta è una costruzione militare di epoca medievale, che oggigiorno svolge la funzione di struttura ricettiva.

La fortezza è posta nella contrada denominata appunto “Torre Rodosta”, ed è raggiungibile da “Modica Sorda” tramite la S.P. 32 “Rocciola – Scrofani” (imbocco da Via Risorgimento seguendo la segnaletica per Cava d’Ispica), strada dalla quale imbocchiamo alla nostra destra la S.C. “Trecasucce – Torre Rodosta – San Zagaria” riconoscibile da un’isola spartitraffico (ad est dell’imbocco di Via Cozzo Rotondo).

La S.C. “Trecasucce – Torre Rodosta – San Zagaria” è raggiungibile anche dalla Via Denaro Papa (imbocco a nord della rotatoria collocata tra la Via Risorgimento, la Via Modica Ispica – SS 115 e il Viale della Costituzione – Polo Commerciale).

Percorrendo la S.C. “Trecasucce – Torre Rodosta – San Zagaria” verso est, attraversiamo la Contrada Torre Rodosta, notando alla nostra destra la costruzione medievale merlata.

La Torre Rodosta è un massiccio edificio fortificato, un vero e proprio “castello” la cui costruzione risale al XII secolo (1101 – 1200), corrispondente al periodo della dominazione normanna della Sicilia.

Probabilmente la torre ebbe la funzione difensiva di un vasto feudo compreso molto probabilmente all’interno delle odierne Contrade Rocciola e Tre Casuzze (ovest), Musebbi e Michelica (sud), San Zagaria e Pietre Nere (est), e Sant’Elena e Serra Pero (nord).

Il feudo facente capo alla Torre Rodosta appartenne a vari proprietari terrieri che si sono susseguiti soprattutto durante il periodo della “Contea di Modica”.

Ma si hanno più notizie del medesimo dal secolo 1600, periodo in cui questo feudo venne affidato alla famiglia nobile di origine spagnola dei baroni Rodosta (o Radosta).

Il primo esponente della famiglia a possedere il castello (e di conseguenza l’attiguo feudo), fu il barone Giuseppe Rodosta.

Alla sua morte, l’edificio passò al figlio Giuseppe Maria Rodosta.

L’ultima esponente della famiglia a possedere il castello, fu Anna Rodosta – Manenti (nata nel 1640).

Fu l’unica erede della famiglia, che nel 1671 sposò Alessandro Manenti, appartenente ad una famiglia nobile modicana che deteneva il titolo di “barone” sui territori di Gerrantini o Giarrentini, (una contrada posta in territorio di Scicli).

Dopo la morte di Anna Rodosta – Manenti, il castello e i territori limitrofi divennero di proprietà della famiglia Manenti, che attualmente è proprietaria della Torre Rodosta.

La Torre Rodosta, costruita durante il secolo 1100, è uno dei più antichi edifici medievali del Val di Noto rimasti (in parte) integri in seguito al terremoto dell’11 Gennaio 1693.

Oggigiorno la Torre Rodosta è utilizzata come struttura ricettiva.

L’edificio, che possiamo ammirare dalla S.C. “Trecasucce – Torre Rodosta – San Zagaria”, risulta racchiuso da nel vertice occidentale da edifici secondari (stalle e magazzini), e ad est da mura merlate ai cui vertici sono posti dei torrioni circolari.

La cinta muraria merlata, raggiungibile da una breve traversa posta alla nostra destra sulla suddetta strada comunale, reca al centro un portale arcuato da cui si accede al cortile interno dell’edificio.

Qui svetta la residenza, ossia la vera e propria “torre”, il cui accesso è posto presso un’altra parete merlata che va a delimitare il cortile dal giardino interno.

La torre reca accessi e finestre rettangolari, mentre ai vertici tra i prospetti est e sud sono poste due aperture ad arco.

L’interno della torre reca grandi stanze ora adibite ad uso alberghiero, le cui pareti sono lastricate con blocchi di pietra locale.

Nell’ampio salone principale, sono esposte alcune armi (spade e scuri) di fattura medievale in ferro battuto.

All’interno della torre è posta anche una piccola chiesa consacrata al culto della “Madonna Immacolata”, all’interno della quale possiamo ammirare l’interessante navata con volta a botte e nicchie laterali arcuate.

Degni di nota sono l’Altare Maggiore marmoreo, e alcune interessanti opere d’arte sacra come la copia del famoso “Crocifisso di San Damiano” posto nel catino absidale.

Un tempo, qui era posto un dipinto raffigurante la “Madonna Immacolata”, opera novecentesca del sacerdote e pittore modicano Orazio Spadaro.

I rustici edifici attigui alla Torre Rodosta che si affacciano sul limitrofo cortile, sono anch’essi restaurati, facendo sempre parte della struttura alberghiera sorta all’interno dell’edificio medievale.

Infine la Torre Rodosta dispone di un’interessante area verde formata dal giardino interno, e dalla vegetazione che circonda le mura perimetrali.

Per informazioni più dettagliate, visitate il sito www.torrerodosta.it e la relativa pagina facebook.

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