*Scicli, Colle San Matteo; Altre rovine del Colle San Matteo (Porte, torri e bastioni difensivi – Quartieri, chiese e edifici vari – Aree rupestri)

Scicli

Colle San Matteo

*Altre rovine del Colle San Matteo
(Porte, torri e bastioni difensivi – Quartieri, chiese e edifici vari – Aree rupestri)

La vetta del Colle San Matteo ospitava un tempo il principale nucleo urbano medievale di Scicli, ma in seguito al terremoto dell’11 Gennaio 1693 che lo distrusse quasi completamente, si diede più attenzione alla ricostruzione dei quartieri pianeggianti che a quest’area, in cui venne ricostruita solo l’ex Chiesa Madre di San Matteo Apostolo.

Oggigiorno però possiamo tentare di studiare e scoprire ciò che rimane dell’antico centro urbano medievale della città sciclitana sorto attorno al “Castellaccio” e delimitato ad est dal “Castello dei Tre Cantoni”, solcato dal sentiero collegato a Scicli dalle Vie Matrice e San Matteo (ma anche da una traversa posta alla sinistra del primo bivio sulla S.P. 41 Scicli – Ispica posto dopo l’imbocco di Via Guadagna, che si raggiunge andando verso sudovest).

Sul Colle San Matteo, oltre ai siti già catalogati, possiamo identificare altre aree che sono soggette ad approfonditi studi.

Porte Medievali

Le porte medievali dell’antica città di Scicli arroccata sul Colle San Matteo erano in tutto sette, dislocate lungo le aree “più accessibili” del sito montano, di cui oggi rimangono pochissimi resti. Esse sono:

  • Porta di Modica: essa è posta a nordovest del Colle San Matteo lungo la salita nota come “Via San Matteo e i cui ruderi sono posti poco più ad est della Chiesa di San Vito lungo la “curva” che la strada compie per salire verso l’ex Chiesa Madre di San Matteo Apostolo; di essa si hanno notizie fino all’anno 1830 in cui risulterebbe intatta (molto probabilmente o crollò o venne demolita), mentre oggi rimane solo il basamento di un pilastro che la componeva;
  • Porta dello Steri o di Santa Lucia: risulterebbe collocata presso il quartiere noto come “Orto dello Steri” posto a nordest del Colle San Matteo, e i suoi ruderi sarebbero posti ad est della Chiesa di Santa Lucia lungo il sentiero che si collegava con la sottostante Cava di Santa Maria la Nova seguendo la morfologia montuosa delle pareti che formano il versante settentrionale del sito collinare di “San Matteo” (che andrebbe quantomeno ripristinato e antropizzato);
  • Porta Urbica del Castello dei Tre Cantoni: essa è la porta facente parte della fortezza nota come “Castello dei Tre Cantoni” che era posta ad oriente della città di Scicli;
  • Porta di Torre Palombo o di Siracusa: essa era situata ad oriente del Colle San Matteo in prossimità dell’altopiano di Torre Palombo (raggiungibile dal sentiero che possiamo raggiungere dalla S.P. 41 Scicli – Ispica al primo bivio alla nostra sinistra dopo Via Guadagna), i cui resti con molta probabilità sono posti nei pressi di un edificio di cemento;
  • Porta di Anselmo o di Chiafura: era posta a sudest del Colle San Matteo presso l’area rupestre di Chiafura (sudest) in prossimità dell’ingresso rupestre noto come “Strada di Anselmo”; della galleria rupestre che si collegava al quartiere noto come “Fiumillo” (Via Botte) non si sa più niente, ma la Porta di Anselmo forse era collocata tra le Vie Timponello ed Orticara (ingresso meridionale al sito di Chiafura);
  • Porta di Santa Margherita o Xilomo: essa era posta a meridione del Colle San Matteo presso l’attuale Via Santa Margherita, nell’area in cui era posta un’antica chiesa da cui essa prendeva il nome;
  • Porta di Santa Maria di Loreto o Porticella: essa era collocata a sudovest del Colle San Matteo lungo la Via Loreto, con molta probabilità essa era posta nei pressi della Chiesa di Santa Maria di Loreto;

Torri e Bastioni Medievali

Oltre al Castellaccio e al Castello dei Tre Cantoni, lungo l’area del Colle San Matteo erano poste diverse opere difensive corredate di bastioni e torri di avvistamento. 

A nordovest del Colle San Matteo, nei pressi della “Porta di Modica” (salita di Via San Matteo), vi sarebbero i resti di un bastione difensivo che si affaccia sulla limitrofa Cava di Santa Maria la Nova, posto in linea d’aria con l’imbocco di ciò che resta della Grotta delle Cento Scale (Via Dolomiti) all’interno della quale è posto una sorgente idrica. I ruderi di questa fortificazione difensiva si potrebbero raggiungere scavalcando i terrazzamenti posto a nord della Chiesa del Santo Spirito (raggiungendoli dalla stradina che conduce alla Chiesa di Santa Lucia), ma va fatta molta attenzione data la conformazione montana del sito, posto a strapiombo sulla sottostante cavità.

Un’altra torre difensiva era collocata in Contrada Torre Palombo (area ad est del Castellaccio) in un’altura posta di fronte al Colle della Croce in modo da controllare la sottostante Cava di San Bartolomeo.

A nordest era posta la fortificazione nota come “Hosterium” da cui deriverebbe il termine “Steri”, posta ad est della Chiesa di Santa Lucia.

Altre fortificazioni difensive che andavano a completare le opere difensive poste sul Colle San Matteo, erano invece collocate nell’area pianeggiante delimitata ad est dai tre colli (San Matteo ad oriente, della Croce a sudest e Monte Campagna – Colle del Rosario a nordest), bagnata ad ovest dalla Fiumara di Modica; di esse citiamo la Torre di Via Loreto, la Torre di San Leonardo (che era posta nei pressi dell’attuale Stazione Ferroviaria di Scicli), e altre opere difensive un tempo poste presso i quartieri “Altobello” e “San Giuseppe” (Colle della Croce), presso la Piazza Italia (nei pressi dell’ex Convento della Concezione adiacente alla Chiesa di Santa Maria Maddalena) e presso il quartiere “Fiumillo” nell’area in cui vi era lo sbocco della sopracitata “Strada di Anselmo”.

Va detto infine che, oltre a torri e bastioni, vi era anche una cerchia muraria che rendeva Scicli un’autentica città fortificata.

Quartieri del Colle San Matteo e rovine di edifici vari

La sommità del Colle San Matteo era occupata quindi dal nucleo medievale cittadino di Scicli, che andò distrutto in maniera quasi del tutto completa durante il sisma dell’11 Gennaio 1693, ma di gran parte degli edifici che andavano a comporlo non rimase traccia, fatta eccezione per le Chiese di San Matteo, Santo Spirito e Santa Lucia, oltre che dei ruderi visibili del Castellaccio e del Castello dei Tre Cantoni facendo anche menzione delle “case – grotte di Chiafura. Comunque sia vari storici sciclitani (tra cui Antonino Carioti e Giovanni Pacetto) descrivono l’area e ad oggi vi sono molti studi condotti da archeologi e storici locali e no.

Ovviamente sul Colle San Matteo dovevano esserci per forza altri edifici (palazzi abitativi, chiese ecc…) ma si fa menzione della presenza di almeno due sinagoghe ebraiche: una collocata nei pressi della Porta di Modica (in adiacenza alla Chiesa di San Vito), l’altra presso la Chiesa di Santa Lucia presso l’area nota come “Steri”. Gli ebrei a Scicli vissero fino al 1492, anno in cui vennero espulsi dalla Sicilia in seguito al “Decreto dell’Alhambra” redatto del Re Ferdinando II d’Aragona e dalla Regina Isabella di Castiglia (allora sovrani dell’isola siciliana).

Comunque sia, oggi sul Colle San Matteo possiamo ammirare molti ruderi, tra cui basamenti di edifici e vari siti abitativi di tipo rupestre (case – grotta).

Ipogei, Catacombe e aree rupestri

Il Colle San Matteo è colmo di molte aree di tipo rupestre, tra cui quelle più note sono gli oratori scavati nella roccia inglobati all’interno delle Chiese di Santa Maria della Catena, del Santo Spirito e di Santa Lucia, oltre al vasto sito di “case – grotta” posto nell’area nota come “Chiafura”.

Comunque sia il sito montuoso a ridosso della città sciclitana presenta molte caverne dislocate presso le balze rocciose e i terrazzamenti a strapiombo sulle Cave di Santa Maria la Nova (a nord) e di San Bartolomeo (a sud) potendo notare antichi oratori rupestri (tra cui le primitive sedi delle Chiese di Santa Maria della Catena e di Santa Lucia), abitazioni scavate nella roccia e caverne di vario utilizzo (come quelle poste presso la Chiesa di San Matteo), o vere e proprie catacombe funerarie di diverse epoche (che vanno da quella neolitica a quella bizantina) scavate nella roccia e poste lungo le pareti montuose del colle. Tra essa citiamo la catacomba situata dietro la Chiesa del Santo Spirito che venne riutilizzata divenendo un “oratorio rupestre”.

Ma la vera e propria “necropoli rupestre” del colle era appunto l’area che divenne nota come “Chiafura”, le cui caverne che ospitavano colombari rupestri vennero riutilizzate ed ampliate divenendo vere e proprie “case – grotta”.

Degna di nota è anche l’area rupestre del quartiere “Steri” posta nei pressi della Chiesa di Santa Lucia, a nordest del colle.

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