Scicli, Aree collinari del centro storico sciclitano

Scicli

Aree collinari del centro storico sciclitano

Il centro storico di Scicli è dominato ad oriente da tre aree collinari che fanno di esso uno dei più interessanti siti urbani della Sicilia sudorientale. Essi sono: il Colle del Rosario o Monte Campagna a nordest, il Colle San Matteo ad est, e il Colle della Croce a sudest, divisi tra loro dalle Cave di Santa Maria la Nova e di San Bartolomeo, all’interno delle quali scorrono i due omonimi torrenti convogliati sotto il centro urbano sciclitano nel 1932, in seguito al progetto redatto dagli ingegneri sciclitani Guglielmo Emmolo e Salvatore Scimone – Mormina. Questi tre rilievi collinari di tipo ibleo faranno parte in futuro del “Parco Archeologico dei Tre Colli”, che andrà a valorizzare e rendere fruibile i siti archeologici posti pressi di essi (per saperne di più clicca qui).

Il Colle del Rosario, noto anche come “Monte Campagna”, è posto presso la cuspide nordorientale della città sciclitana su cui si abbarbica il quartiere noto come “Rosario – Monte Campagna” compreso tra le Vie San Domenico e Rosario (raggiungibili dalle Vie San Nicolò e Carcere) e la Via Monte Campagna (raggiungibile dalla Via Santa Maria la Nova tramite Via Villari, presso la Chiesa di Santa Maria della Consolazione), confinante con i rilievi delle limitrofe Contrade Milocca e Spana, oltre che con la piccola Cava di San Guglielmo delimitata a sud dal colle noto come “Cozzo Santa Cassa”. Il nome di questo quartiere lo si deve alla presenza della Chiesa di Santa Maria del Rosario collocata sulla vetta del rilievo ibleo chiamato “Monte Campagna” e confinante con l’altopiano di Contrada Balata, attraversata dal tratto periferico di Via San Nicolò (S.P. 42 Caitana – Scicli per Modica e Ragusa). Sotto questo rilievo ibleo (area tra le Vie San Nicolò e Rosario), era posta una delle porte medievali di accesso alla città sciclitana. Oltre a ciò vi sono vari ruderi tra cui antiche necropoli rupestri dell’età del bronzo e siti abitativi noti come “case – grotta” dislocati lungo le pareti del Monte Campagna.


Il Colle del Rosario o Monte Campagna.

Il Colle San Matteo, posto ad est tra le Cave di Santa Maria la Nova e di San Bartolomeo (rispettivamente collocate a nord e a sud), con i suoi 234 metri d’altezza è l’altura principale della città di Scicli dominante l’esatto centro della medesima e da cui si può facilmente ammirare. Esso lo si raggiunge percorrendo tutta la Via Matrice oppure dalla S.P. 41 Scicli – Ispica (posta al termine della Via Guadagna presso il quartiere di “San Bartolomeo), percorrendola fino ad un bivio in cui dobbiamo seguire la segnaletica gialla per la” Chiesa di San Matteo” andando verso ovest, e da qui oltrepassiamo la località nota come “Contrada Torre Palombo” procedendo sempre verso ovest arrivando ad un altro bivio, in cui alla nostra sinistra (venendo dalla S.P. 41) imbocchiamo un sentiero delimitato da un reticolato e chiuso da un cancello (che rimane aperto durante il giorno per permettere ai visitatori di accedere al sito ibleo) che conduce sulla sommità del rilievo ibleo. Il nome di questo colle lo si deve alla presenza dell’ex Chiesa Madre di San Matteo Apostolo, costruzione collocata presso la vetta del sito collinare, che possiamo ammirare da gran parte della città sciclitana. Il Colle San Matteo rappresenta l’antico nucleo urbano della Scicli medievale in quanto vi erano collocati i due principali castelli; il “Castellaccio” posto sull’esatta vetta del colle in posizione dominante rispetto all’intera città sciclitana, e il “Castello dei Tre Cantoni” i cui ruderi sono situati ad oriente presso l’altopiano che confina con la sopracitata Contrada Torre Palombo. Degne di nota sono anche le chiese semi rupestri di Santa Lucia e del Santo Spirito. Presso le pendici del colle vi sono i quartieri “Matrice” e “Chiafura” collocati rispettivamente ad est e a sud; il quartiere “Matrice” è posto lungo le Vie Bauso e Matrice e presenta interessanti edifici, tra cui va citata la Chiesa semi rupestre di Santa Maria della Catena e l’ex Chiesa di San Vito; il quartiere “Chiafura” è collocato a ridosso della Cava di San Bartolomeo essendo raggiungibile dalle Vie Timponello e Ortica (tramite Via Guadagna) ed è formato da una miriade di “case – grotta” di epoca medievale, abitate fino agli anni 1950. Vi sono inoltre i resti di altri siti rupestri dislocati lungo il colle tra cui vanno citati la “Grotta dello Steri”, la Cisterna di Via Loreto e i siti rupestri di Via Santa Margherita, della “Strada di Anselmo” e della “Galleria delle Cento Scale”.


Il Colle San Matteo (visto da Piazza Italia).

Il Colle della Croce è collocato a sudest del centro storico di Scicli delimitando i quartieri noti come “Altobello” e “San Giuseppe”, raggiungibile dalla Via Baden Powell, sentiero che si può percorrere dalla Via Mirabella (a sud del quartiere di “San Giuseppe”) e dalla Via Gesso (imbocco S.P. 40 Scicli – Sampieri). Questo rilievo collinare, alto circa 235 metri sul livello del mare, risulta delimitato a nord dalla Cava di San Bartolomeo, mentre a sud confina con un altopiano formato dalle Contrade Piano San Marco, Catteto e Passo Piano. Esso prende il nome dall’ex Convento di Santa Maria della Croce collocato sulla sua sommità, un tempo appartenente all’ordine dei Frati Minori Osservanti, ma oggi divenuto un sito espositivo gestito dalla Regione Sicilia comprendente anche l’Oratorio della Madonna di Sion e la cripta rupestre nota come “Grotta di Fra’ Giovanni Morifet”. Su questo colle vi sono posti anche due interessanti Oratori Rupestri: la Chiesa di Santa Maria di Piedigrotta collocata lungo la parete orientale della Cava San Bartolomeo (raggiungibile dalle Vie Isarco e Piedigrotta), e la Chiesa del Calvario (raggiungibile dalle Via Calvario e Baden Powell). Oltre a ciò vi sono poste anche vari siti rupestri tra cui antiche “case – grotta” dislocate lungo i quartieri “Altobello”, “San Giuseppe” e “San Bartolomeo”, necropoli di epoca neolitica e paleocristiana, nonché resti di villaggi abitativi di epoca neolitica e una “Pirrera”, ossia una cava artificiale in cui venivano estratti materiali litici per la produzione di blocchi di pietra per l’edilizia.


Il Colle della Croce (visto da Piazza Italia).

Per visitare i siti collinari adiacenti al centro storico sciclitano, specie le limitrofe “aree di tipo ibleo”, bisogna seguire le seguenti regole:

  • Avere un buono stato di salute (non avere handicap fisici, malattie osseeneurologiche e cardiovascolari);
  • Avere una buona perizia nel sapersi arrampicare su ogni tipo di parete rocciosa di tipo montano;
  • Essere esperti in speleologia (per quanto riguarda l’esplorazione di grotte, caverne o anfratti) o in alpinismo (per quanto riguarda arrampicate ed esplorazioni su pareti montane);
  • Fare attenzione ai serpenti che siano velenosi o no;
  • Saper attraversare fiumi e torrenti di qualsiasi portata;
  • Visitare i territori iblei nel periodo primaverile o estivomai in autunnoin inverno (periodi piovosi) o dopo un temporale poiché le pareti iblee possono essere scivolose e disgregarsi con l’acqua (essendo roccia calcarea è soggette a crollo), stessa cosa dicasi per l’esplorazione di grotte ed ipogei profondi;
  • Non esplorare mai grotte o ipogei sotterranei durante un temporale poiché vi è il rischio di rimanere soffocati nella grotta causa il riempimento di acqua delle pareti calcaree;
  • Non lasciare rifiuti organici ed inorganici;
  • Non accendere fuochi specialmente in estate poiché potrebbero sorgere focolai incendiari;
  • Si possono fare tranquille scampagnate a patto che i luoghi scelti siano sicuri (da evitare specialmente aree vicino a precipizi);
  • Non molestare la fauna locale;
  • Non danneggiare la flora;
  • Non raccogliere funghi senza la specifica autorizzazione rilasciata dalle ASL;
  • Non effettuare scavi archeologici non autorizzati dagli enti preposti;
  • Non tagliare alberi;
  • E’ possibile effettuare scampagnate, campeggi o passeggiate in certi territori iblei ma bisogna rispettare le regole sovrastanti e soprattutto non montare campeggi nelle aree potenzialmente pericolose da visitare;
  • Non tentare di “visitare” forzatamente aree e edifici citati nel sito di proprietà privata in cui l’accesso è vietato.

I luoghi la cui visita potrebbe essere difficoltosa o pericolosa, avranno un asterisco (*) posto a fianco del titolo

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