*Scicli, Colle San Matteo; Rovine del Castellaccio di Scicli

Scicli

Colle San Matteo

*Rovine del Castellaccio di Scicli

Le rovine del Castellaccio poste sulla vetta del Colle San Matteo.

Sulla sommità del Colle San Matteo, dietro all’ex Chiesa Madre della città di Scicli consacrata un tempo a “San Matteo Apostolo”, sono poste le rovine della fortezza medievale nota come il “Castellaccio”, localmente chiamata “U Castiddazzu”. Esso lo si può raggiungere da Scicli o dalle Vie Matrice e San Matteo, risalendo quest’ultima fino al sagrato dell’ex Chiesa Madre cittadina e da qui percorrere il sentiero delimitato da tre contrafforti arcuati posto ad est dell’edificio sacro, arrivando sotto il sito del Castellaccio; oppure percorrendo la S.P. 41 Scicli – Ispica (da Via Guadagna) arrivando fino al primo bivio da cui imbocchiamo la traversa alla nostra sinistra (venendo da Scicli) fino all’area di “Torre Palombo”, da cui dopo aver superato un altro bivio, proseguiamo sul sentiero alla nostra sinistra che si presenta delimitato da un reticolato. In ogni caso arriviamo sotto il sito del castello medievale posto nei pressi delle stradine che conducono alle vicine Chiese del Santo Spirito e di Santa Lucia.

Il Castellaccio non era altro che la principale fortezza medievale della città di Scicli situata al centro del suo nucleo urbano presso il punto più alto del Colle San Matteo corrispondente ad una breve rupe, collocato quindi in una postazione altamente strategica da cui poter controllare gran parte del territorio che circonda la città sciclitana. Con molta probabilità i primi insediamenti abitativi da cui si sarebbe sviluppata l’odierna città sciclitana, i cui ruderi più antichi sono stati localizzati proprio nell’area a ridosso di quello che sarebbe divenuto il principale “castello cittadino”. La fortificazione più antica sarebbe stata cominciata ad essere costruita in epoca tardo bizantina a partire dal VIII secolo d.C. (701 – 800) per poi divenire un “castello” vero e propria in epoca arabo – normanna durante i secoli X e XI (901 – 1000 e 1001 – 1100). Durante i secoli XIII (1101 – 1200) e XIV (1201 – 1300) coincidenti con i periodi svevo e angioino – aragonese (quest’ultimo noto per la rivolta del Vespri Siciliani da cui scaturì un lungo e sanguinoso conflitto noto come “Guerra del Vespro”, ma anche per la nascita della “Contea di Modica”, eventi entrambi avvenuti nel 1282), il “Castellaccio” venne ampliato e rinforzato assieme al limitrofo “Castello dei Tre Cantoni” (posto poco più ad est) e alle fortificazioni comprendenti le porte d’accesso alla città. Altri rifacimenti con molta probabilità si ebbero tra il periodo aragonese del Regno di Sicilia (secoli 1300 e 1400) e di quello del Vicereame di Sicilia sotto gli Asburgo di Spagna (secoli 1500 – 1600). In seguito al terremoto dell’11 Gennaio 1693, il “Castellaccio” crollò in seguito alle forti scosse sismiche che distrussero la città di Scicli provocando anche un alto numero di vittime. Durante i secoli successivi l’area adiacente al Castellaccio (così come il sito collinare del Colle San Matteo), venne progressivamente abbandonata in quanto la città sciclitana continuava ad estendersi lungo la valle solcata dalla Fiumara di Modica, mentre il Colle San Matteo venne progressivamente abbandonato, e ciò comportò in parte anche la sconsacrazione della vicina Chiesa Madre di San Matteo Apostolo (unico edificio ad essere ricostruito sul sito collinare durante il 1700).

Oggigiorno il “Castellaccio” si presenta come un cumulo di rovine raggiungibili da una scalinata, di cui rimangono i basamenti del torrione principale dell’edificio fortificato, probabilmente una specie di “Dongione” ossia una torre fortificata di epoca normanna simile a quelle tuttora esistenti presso le città di Paternò, Adrano e Motta Sant’Anastasia in Provincia di Catania, sulle cui rovine è stato edificato un rustico edificio (forse una piccola masseria) ormai diroccato. Vi sono anche tracce delle mura perimetrali e dei bastioni difensivi. Poco più ad est delle rovine vi è un sentiero scosceso (la cui percorrenza richiede una certa attenzione) che, scende verso meridione inoltrandosi presso l’area rupestre di Chiafura.

Dalla sommità del piccolo rilievo in cui è ubicato il “Castellaccio” possiamo ammirare un ottimo panorama della città di Scicli con il suo centro storico e delle sue aree limitrofe, in particolare il Vallone Fiumelato in cui scorre la Fiumara di Modica (ad ovest) sovrastata dai rilievi delle Contrade Guardiola e Mendolilli, la Cava di Santa Maria la Nova (a nord) delimitata dal Monte Campagna (o Colle del Rosario) e dal Cozzo Santa Cassa, e infine la Cava di San Bartolomeo (a sud) lungo la quale è collocato il sito rupestre di Chiafura, delimitata dal Colle della Croce.

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