*Scicli, Colle San Matteo; Rovine del Castello dei Tre Cantoni

Scicli

Colle San Matteo

*Rovine del Castello dei Tre Cantoni

Lungo il versante orientale del Colle San Matteo, tra le aree di Chiafura (sud), Santo Spirito (ovest) Santa Lucia – Orto dello Steri (nord) e l’altopiano di Contrada Torre Palombo (est), sono poste le rovine del “Castello dei Tre Cantoni”, ossia la fortificazione orientale della città di Scicli nota anche come “U Castidduzzu” (“Il Castelluccio”) in contrapposizione all’altra principale fortificazione nota come “U Castiddazzu” (ovviamente il “Castellaccio”) posto più ad ovest. Questo rudere di epoca medievale è più facilmente raggiungibile dalla S.P. 41 Scicli – Ispica (il cui imbocco è posto presso la Via Guadagna), percorrendo la traversa alla nostra sinistra (venendo da Scicli) fino ad un altro bivio posto in Contrada Torre Palombo in cui dobbiamo seguire il sentiero alla nostra sinistra delimitato da un reticolato; camminando verso ovest troviamo alla nostra destra l’imbocco di un altro sentiero che ci conduce ai ruderi del Castello dei Tre Cantoni.

Il Castello dei Tre Cantoni era la più importante opera di fortificazione della città sciclitana che permetteva la difesa dell’area cittadina posta sul Colle San Matteo coprendo l’altopiano che va dal sito di Chiafura all’area in cui è ubicata la Chiesa di Santa Lucia, scongiurando assalti militari anche grazie alla presenza di un fossato che tagliava in due quest’area facente parte del sito collinare. La costruzione, che dovrebbe derivare da un’antica opera di fortificazione contemporanea al sito del “Castellaccio” (edificato tra le epoche arabe e normanne), risalirebbe al periodo tra i secoli 1200 e 1300 (periodo della “Guerra del Vespro”). Si ebbero sostanziali rifacimenti durante il periodo del Vicereame di Sicilia (secolo 1500) in cui le coste siciliane così come il loro entroterra erano soggette ad incursioni saracene. Presso l’archivio (non più esistente) di questo castello, il 15 Marzo del 1653 il notaio sciclitano Giuseppe Di Lorenzo trovò il manoscritto noto come “Codici Sciclitani”, che rappresenterebbe una delle più antiche forme di siciliano scritto esistenti (anche se si hanno ancora vari dubbi sulla loro autenticità). Il terremoto dell’11 Gennaio 1693 fece completamente crollare il Castello dei Tre Cantoni di Scicli riducendolo ad un cumulo di rovine. Attualmente l’area è soggetta a vari studi archeologici che stanno man mano ricostruendo il passato di questa opera militare.

Oggi di questo castello rimangono i resti delle mura perimetrali, del torrione principale (posto al sud) a sezione triangolare (e da cui deriva il nome di “Castello dei Tre Cantoni”) che doveva avere funzione militare, a nord del quale vi è il bastione a sezione anch’essa triangolare che si affaccia sulla sottostante Cava di Santa Maria la Nova, culminante con una torre angolare a sezione quadrangolare. A nordovest vi sono i resti di un’altro torrione che sovrasta l’area in cui è collocata la Chiesa di Santa Lucia. A meridione vi sono le rovine di un edificio che doveva con molta probabilità avere funzioni amministrative e residenziali, e all’interno del quale erano sicuramente conservati i sopracitati “Codici Sciclitani”; poco più a nord vi sono i resti di un antico pozzo. Ad oriente era posto il fossato che delimitava la fortezza il cui accesso era delimitato dalla cosiddetta “Porta Urbica”. A meridione era posta una delle principali porte d’accesso alla città sciclitana di cui non vi è più traccia, detta “di Siracusa” o di “Torre Palombo”; mentre l’accesso al sottostante sito rupestre di Chiafura, posto sullo strapiombo che si affaccia presso la Cava San Bartolomeo, era fornito dalla “Portadi Anselmo” e dalla “Porta di Santa Margherita” (anche esse non più esistenti).

Durante gli scavi archeologici effettuati presso i ruderi di questo castello, sono stati rinvenuti vari frammenti ceramici di epoca medievale, oltre a reperti la cui datazione corrisponderebbe al periodo della dominazione greca in Sicilia.

Dall’area del Castello dei Tre Cantoni possiamo infine ammirare un ottimo panorama della Cava di Santa Maria la Nova a nord, e della Cava di San Bartolomeo a sud. 

Torna indietro

Torna alla pagina “Aree collinari del centro storico sciclitano”

Torna alla pagina principale di Scicli