Scicli, Colle San Matteo; Ex Chiesa Madre di San Matteo Apostolo (Sagrato e Belvedere Panoramico sulla città di Scicli – Torretta Campanaria – Ex Chiesa Madre di Scicli – Casa Canonica – Siti Rupestri limitrofi alla Chiesa)

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Scicli

Colle San Matteo

Ex Chiesa Madre di San Matteo Apostolo
(Sagrato e Belvedere Panoramico sulla città di Scicli – Torretta Campanaria – Ex Chiesa Madre di Scicli – Casa Canonica – Siti Rupestri limitrofi alla Chiesa)


L’ex Chiesa Madre di Scicli consacrata un tempo a “San Matteo Apostolo”, posta sulla sommità del Colle detto appunto di “San Matteo”.

L’ex Chiesa Madre di San Matteo Apostolo, posta sulla vetta del colle da cui prende il nome, è considerata come “il più importante simbolo della città di Scicli“, in quanto essa la si può ammirare da gran parte della cittadina sciclitana data la sua posizione dominante dovuta alla sua collocazione posta sul rilievo noto appunto come “Colle San Matteo”, ma soprattutto per la storia secolare che essa trasuda, essendo la testimonianza vera e propria dello sviluppo storico ed urbano della città sciclitana durante il corso dei secoli.

Questa la chiesa la si raggiunge dal centro storico di Scicli percorrendo le Vie Matrice e San Matteo per salire tramite una scalinata sulla sommità del sito collinare in cui essa è collocata, corrispondente al nucleo urbano medievale di Scicli. La chiesa la si può raggiungere anche dalla S.P. 41 Scicli – Ispica (il cui imbocco è posto alla fine di Via Guadagna presso il quartiere di San Bartolomeo) e, arrivati al primo bivio, imboccare la traversa alla nostra sinistra fino ad un’altra biforcazione posta in Contrada Torre Palombo, da cui seguiamo il sentiero delimitato da un reticolato posto sempre alla nostra sinistra costeggiando i siti archeologici del Castello dei Tre Cantoni e del Castellaccio. In ogni caso arriviamo presso l’ampio sagrato di quella che era la più importante chiesa della città sciclitana.

Le origini di questa chiesa risalirebbero all’epoca tardo romana, in particolare al periodo dell’Editto di Milano (313 d.C.) promulgato dall’allora Imperatore Costantino il Grande, con cui venne liberalizzata la diffusione del Cristianesimo all’interno dei territorio dell’Impero Romano. In questo periodo cui si presume che sulla vetta dell’attuale Colle San Matteo, esisteva un edificio ossia la prima vera e propria “chiesa” in cui veniva praticato il culto cristiano all’interno di quella che sarebbe poi diventata l’attuale città di Scicli. Dopo la caduta dell’Impero Romano durante il periodo dell’alto medioevo in cui la Sicilia sudorientale apparteneva ai bizantini, il luogo di culto consacrato a “San Matteo Apostolo” (allora venerato come “Patrono” cittadino) rimase con molta probabilità il più importante dell’insediamento urbano, a cui si affiancò la Chiesa di Santa Maria della Pietà (attuale “Chiesa di Santa Maria la Nova”) eretta tra i secoli 500 e 600. Tralasciando il periodo arabo durato dal 827 al 1091 a cui seguì la conquista normanna della Sicilia, la chiesa in questione venne ingrandita presumibilmente in quest’epoca divenendo di fatto la “chiesa madre” cittadina, in cui cominciò ad essere praticato il culto alla “Madonna delle Milizie”, che in “maniera miracolosa” apparve armata di spada su un cavallo, dando vigore all’esercito normanno che riuscì a sconfiggere le truppe arabe durante una battaglia che si svolse nel luogo posto ad occidente di Scicli poco distante da Donnalucata, noto appunto come “Contrada Milizie” in cui oggi è posto il Santuario consacrata a colei che venne proclamata “Patrona e Protettrice di Scicli” (vedi link “Santuario dell’Eremo della Madonna delle Milizie” nella pagina principale di Scicli per saperne di più), il tutto appuntato nei “Codici Sciclitani”, manoscritto rinvenuto il 15 Marzo 1653 dal notaio sciclitano Giuseppe Di Lorenzo presso l’archivio del limitrofo Castello dei Tre Cantoni. Facendo un altro salto temporale arriviamo alla seconda metà del secolo 1300, quando l’eremita Guglielmo Buccheri detto “Cuffitedda” originario di Noto (SR) scese presso la città di Scicli per vivere in eremitaggio fino alla morte avvenuta il 4 Aprile 1404. Il corpo dell’eremita, molto venerato dagli sciclitani in quanto si sarebbe reso protagonista di vari eventi miracolosi, venne posto in una monumentale tomba marmorea all’interno dell’Altare di San Nicola posto presso la Chiesa Madre di San Matteo; successivamente gran parte di ciò che rimase dei suoi resti mortali venne posto all’interno di una cassa argentea oggi esposta presso l’attuale Chiesa Madre di Sant’Ignazio di Loyola. Nel secolo 1600, in pieno periodo di espansione urbana, la Chiesa Madre di Matteo Apostolo venne ampliata e insignita del titolo di “Collegiata”. Durante il terremoto dell’11 Gennaio 1693 la chiesa crollò quasi del tutto e fu necessaria la completa ricostruzione che iniziò nel periodo tra gli ultimi anni del secolo 1600 e quelli iniziali del 1700, venendo parzialmente completata nel 1767. La ricostruzione durò quasi un secolo tant’è che la facciata dell’edificio sacro rimase incompleta, ma l’interno disponeva di eleganti Altari posti all’interno delle navate, corredate dai transetti, dal catino absidale e dalle cappelle laterali, il tutto ricoperto dalla volta che doveva essere caratterizzata dalla presenza di decorazioni pittoriche o in stucco. Al posto dell’originario campanile collocato nei pressi dell’Abside e crollato in seguito al terremoto del 1693, venne adagiata una torretta campanaria sul transetto destro dell’edificio sacro, mentre sul sagrato venne costruita una torretta campanaria avente la funzione di “orologio pubblico”. A nord della chiesa venne costruita la “Casa Canonica” posta lungo le pendici del Colle San Matteo. La chiesa rimase aperta al culto per tutta la prima metà del 1800 anche se il limitrofo “quartiere” non venne ricostruito facendo in modo che la città rimanesse sviluppata più a valle del Colle San Matteo, la “Chiesa Madre” sciclitana era quindi l’unico edificio di una certa importanza ad essere ricostruito sul Colle San Matteo (e le varie rovine comprendenti anche vari siti rupestri ubicate nell’area limitrofa all’edificio sacro confermano ciò), anche se non era l’unico di tipo “sacro” ad essere presente sul sito collinare in quanto vennero ricostruite anche le poco distanti Chiese del Santo Spirito e di Santa Lucia. Dalla seconda metà del 1800 la sorte di quello che era definito il “Duomo” cittadino cambiò in peggio. Innanzitutto con il decreto di eversione dell’asse ecclesiastico redatto nel 1866 dall’allora Regno d’Italia, vennero chiusi molti edifici religiosi tra cui anche il Convento dei Gesuiti di Scicli con l’annessa Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, e fu così che molte costruzioni sacre persero “importanza”; tra di esse vi erano la Chiesa di Santa Maria la Piazza (posta un tempo presso l’imbocco orientale di Via Francesco Mormina Penna) che venne demolita nel 1884 (vedi link “Piazza Municipio” per saperne di più) e appunto la Chiesa Madre di San Matteo Apostolo. Volendo tralasciare le correnti di pensiero che portarono a ciò, la sconsacrazione della Chiesa Madre di San Matteo venne approvata all’unanimità dalle autorità di quel periodo nonostante le rimostranze degli sciclitani, e fu così che il 7 Ottobre 1874 la secolare Chiesa di San Matteo Apostolo venne sconsacrata e il titolo di “Matrice” passò alla Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola (il cui adiacente Convento venne demolito nel 1962, sempre tra lo sdegno degli sciclitani) con il conseguente spostamento all’interno di quest’ultima del simulacro della “Madonna delle Milizie” e del reliquiario del “Beato Guglielmo Buccheri”, i due “Patroni” di Scicli. L’antica e maestosa Chiesa di San Matteo Apostolo, la cui casa canonica venne utilizzata come “cimitero” fino all’anno 1884, per buona parte del secolo 1900 rimase abbandonata a se stessa subendo i segni dell’abbandono, anche a causa della demolizione della volta dell’edificio sacro. Negli anni 1990 venne ricostruita la volta in cemento armato e a partire dal 2013 venne eseguito un restauro che comportava il consolidamento consolidamento dell’edificio. Dopo i restauri terminati nel 2014 l’ex Chiesa di San Matteo Apostolo, illuminata anche nelle ore notturne da una imponente opera di illuminazione, viene utilizzata per lo svolgimento di eventi di vario tipo.

Passiamo alla descrizione dell’ex Chiesa Madre di San Matteo Apostolo. Essa è attualmente la più grande costruzione di tipo ecclesiastico della città di Scicli situata in posizione svettante sul Colle di San Matteo e per questo ammirabile da gran parte della città sciclitana, da cui la si raggiunge percorrendo Via Matrice prima e la ripida Via San Matteo poi. Essa si affaccia presso un ampio sagrato panoramico in cui possiamo ammirare alcuni ruderi medievali e vari siti rupestri. Qui è collocata la “Torretta Campanaria” a sezione quadrangolare che ora svolte la funzione di orologio meccanico, posta presso la fine delle scalinate di Via San Matteo, caratterizzata da un’apertura rettangolare da cui si accede all’interno della torretta (in cui sono posti i meccanismi di funzionamento dell’orologio) raggiungibile da breve una rampa di scale, coronata in sommità da quattro obelischi piramidali posti nei vertici, con al centro la struttura campanaria in ferro che regge una piccola campana; il prospetto che si affaccia sulla sottostante città sciclitana è caratterizzata dalla presenza dell’orologio meccanico.

Particolare della Torretta Campanaria collocata presso il Sagrato dell’ex Chiesa Madre di San Matteo.

A meridione vi è l’area del sagrato che, oltre a delimitare il prospetto occidentale dell’edificio sacro, copre quella che era la “Casa Canonica” dell’ex Chiesa Madre sciclitana, mentre ad est vi è il proseguimento del sentiero che conduce alle aree interne del Colle San Matteo (in cui sono poste le rovine del Castellaccio e del Castello dei Tre Cantoni, e le Chiese del Santo Spirito e di Santa Lucia), delimitato da tre ampie arcate che fungono da “contrafforti” laterali di sostegno per l’edificio ecclesiastico (vedi più sotto).

Dal sagrato della chiesa, che durante il periodo natalizio viene addobbata con un’apposita illuminazione a forma di “Albero di Natale”, possiamo ammirare un ottimo panorama della città di Scicli, in particolare dei quartieri che caratterizzano il suo centro storico in cui distinguiamo da sud a nord le aree di Piazza Italia e del Colle della Croce, della Via Francesco Mormina Penna, di Piazza Busacca e della Via Santa Maria la Nova circondata dal Colle del Rosario e dal Cozzo Santa Cassa, oltre che di gran parte delle aree periferiche e dei rilievi iblei a sud della città sciclitana che vanno a circondare il corso d’acqua noto come “Fiumara di Modica”.


Panorama del centro storico sciclitano fotografato dal Sagrato della Chiesa di San Matteo.

Il prospetto principale comprende l’incompleta facciata della chiesa in stile barocco, che si presenta divisa in due ordini orizzontali solcati da pilastri e colonne a capitello corinzio.


La facciata barocca dell’ex Chiesa Madre di San Matteo Apostolo.

L’ordine inferiore della facciata e a sua volta suddiviso in tre corpi. Il corpo centrale è delimitato da due colonne aventi eleganti capitelli corinzi che vanno ad inquadrare il portale centrale di forma arcuata racchiuso da un cancello metallico, caratterizzato da una chiave di volta raffigurante un mascherone fanciullesco simboleggiante il volto di un Angelo, su cui vi è un elegante fregio geometrico che adornava il cartiglio – scudo di coronamento ormai danneggiato posto all’interno di un corpo delimitato da eleganti lesene di forma arcuata. I corpi laterali sono delimitati da tre pilastri anch’essi a capitello corinzio (di cui una coppia di due posta di fianco al corpo centrale), inquadranti i portali laterali di forma arcuata (anch’essi chiusi da cancelli) aventi eleganti chiavi di volta, ciascuno dei quali sormontati da timpani semicircolari a base chiusa su cui vi è collocata una finestra rettangolare. L’elegante trabeazione centrale, composta da un travone merlato formato da mensoloni collocati in corrispondenza dei capitelli appartenenti ai sopracitati pilastri e colonne, reca al centro un cartiglio con eleganti fregi decorativi su cui è incisa la data  “1762” che corrisponderebbe alla data di costruzione e/o di consacrazione dell’edificio sacro. Su di esso poggia l’incompleto ordine superiore della facciata, caratterizzato al centro da un corpo delimitato da due colonne e quattro pilastri (rispettivamente una colonna e due per pilastri per lato) rimasti a metà costruzione, al cui centro vi è posta la finestra centrale di forma arcuata, decorata da bassorilievi geometrico – floreali e sormontata da un particolare timpano arcuato avente forma tripartita e decorato da un’elegante merlatura. Ai lati vi sono i contrafforti che affiancano il corpo dell’ordine superiore (anch’essi incompleti), aventi lesene a spirale e fregi di tipo floreale, su cui vi sono pinnacoli a coppa. La sommità dell’edificio sacro riporta la copertura spiovente dell’attuale volta.


Particolare della facciata della Chiesa di San Matteo.

I prospetti laterali dell’ex Chiesa Madre sono contraddistinti nella parte superiore dalla presenza delle dieci finestre arcuate (cinque per lato) delimitate da contrafforti, a cui si aggiungono quelle dell’area dei transetti.

Il prospetto orientale della chiesa presenta tre arcate che fungono da “contrafforti di sostegno” che poggiano su una breve altura, sovrastanti il sentiero che conduce sulle aree più interne del sito collinare. Oltre alle pareti laterali dell’edificio sacro, possiamo ammirare un’appendice del medesimo avente finestre arcuate.


Le arcate collocate a sinistra dell’ex Chiesa Madre di Scicli che sovrastano il sentiero che conduce alla sommità del Colle San Matteo.

Il prospetto occidentale della chiesa, che si affaccia sul sopracitato sagrato panoramico che funge da terrazza della sottostante ex casa canonica, si presenta solcato da due pilastri (di cui quello ad angolo con la facciata avente il capitello di coronamento in stile corinzio, mentre l’altro si presenta in stile tuscanico), e dal portale laterale dell’edificio sacro di forma arcuata (sempre chiuso da un cancello metallico), delimitato ai lati da due colonne i cui eleganti capitelli che sorreggono il massiccio travone di coronamento merlato. A destra è posta la torre campanaria collocata in prossimità del transetto destro della chiesa, delimitato ai vertici da due robusti pilastri. Nella parte inferiore è posto un portale d’accesso di forma arcuata avente un timpano semicircolare di coronamento, su cui è posta una finestra della medesima forma poggiante su di un travone sorretto da tre mensoloni, sormontata da un elegante timpano sempre di forma semicircolare. La sommità reca la torre campanaria formata da tre aperture arcuate (più altre due poste in entrambi i lati del prospetto) delimitate da quattro pilastri che le inquadrano, aventi eleganti balaustre nella parte inferiore e infine sormontate da un frontone trapezoidale che sorregge una Croce metallica, abbellito da eleganti fregi decorativi e delimitato da pinnacoli.

Il retro della chiesa non presenta particolari elementi architettonici, fatta eccezione per la porta arcuata posta sotto il sopracitato sagrato panoramico, che conduce all’interno dell’ex Casa Canonica.

L’interno dell’ex Chiesa Madre di San Matteo Apostolo presenta tre Navate disposte a Croce latina aventi pavimentazione in pietra pece, suddivise da dieci imponenti arcate (cinque per lato) contraddistinte da eleganti fregi decorativi, che vanno a sorreggere l’odierna volta in cemento armato. Passiamo direttamente alla descrizione dell’area del Presbiterio in cui possiamo ammirare lo spazio occupato dalla principale “pala d’altare” che doveva essere quella raffigurante “San Matteo Apostolo” collocata all’interno della Navata destra dell’odierna Chiesa Madre di Sant’Ignazio di Loyola. Sulla sommità del catino absidale vi è posto un bassorilievo raffigurante una raggiera retta da Angeli, al centro della quale è posto un triangolo raffigurante “La Santissima Trinità”.

Le due Navate laterali risultano prive dei medesimi Altari, ma possiamo ammirare i transetti e le cappelle poste alla fine delle medesime in cui vi sono ancora tracce degli originari elementi decorativi; va segnalata la presenza del luogo in cui erano poste le reliquie del “Beato Guglielmo Buccheri”, contraddistinto dalle raffigurazioni di un “Crocifisso” e di un bastone (simboli associati all’eremita netino). Sotto le navate dovevano certamente esserci aree funerarie sotterranee (cripte, ossari ecc…).

Ad occidente della chiesa, vi è quella che un tempo era la “Casa Canonica” dell’edificio sacro, costruita sulle pendici occidentali del Colle San Matteo e che esternamente presenta sette finestre rettangolari delimitate da travoni, e il cui accesso è consentito da una porta arcuata collocata sotto l’area esterna corrispondente all’Abside. L’interno fungeva da sacrestia e da alloggio per i canonici (essendo questa chiesa una “collegiata”), anche venne utilizzata come vero e proprio “cimitero” fino al 1884.

Vicino all’ex Chiesa Madre di San Matteo Apostolo vi sono una moltitudine di ruderi di epoca medievale, tra cui le rovine di un edificio medievale posto presso il sagrato dell’edificio sacro caratterizzato da ciò che resta delle mura perimetrali, affiancato da un sito rupestre composto da due caverne (una piccola e l’altra di grandi dimensioni) posto lungo il sentiero collocato a ridosso del prospetto sinistro dell’edificio sacro, che con molta probabilità svolgevano la funzione di “casa – grotta”. Altri ruderi sono dislocati lungo le aree del rilievo collinare prospicienti all’ex edificio sacro.


Ruderi posti presso il sagrato dell’ex Chiesa Madre di  San Matteo.


Particolare di un sito rupestre collocato in prossimità della Chiesa di San Matteo.

L’ex Chiesa Madre di San Matteo Apostolo si può visitare esternamente, ma essa viene aperta in seguito a vari eventi che si tengono presso di essa durante l’arco dell’anno, basta visitare i siti web legati al turismo e alle iniziative culturali che si tengono a Scicli per sapere come e quando poter visitare questo particolare edificio, che continua ad essere considerato come il vero e proprio “simbolo” della città sciclitana.

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