Pedalino, Territorio ibleo pedalinense

Pedalino

Territorio ibleo Pedalinense

Cenni generali sul territorio ibleo di Pedalino

Il piccolo ma interessante territorio ibleo di Pedalino è collocato attorno all’omonima frazione comisana ed è composto da una vasta pianura che scende verso nordovest verso la Valle del Fiume Dirillo. Esso un tempo apparteneva a Chiaramonte Gulfi e formava l’antico Feudo cinquecentesco dei Baroni Mulè, che poi passò ai Baroni Melfi attorno 1770 per poi venire suddiviso in vari appezzamenti nell’800.

L’area iblea di Pedalino (la più piccola della Provincia di Ragusa) non possiede particolarità archeologiche rispetto alle limitrofe aree di Comiso, Vittoria e Chiaramonte Gulfi (anche se si ipotizza la presunta presenza di insediamenti rurali di epoca greco – romana data la vicinanza al sito urbano di “Akrillai” posto in territorio chiaramontano), ma si presenta come un’interessante zona rurale che un tempo era ricoperta da folti boschi di querce, in particolare l’area nota come “Bosco Cicogne” (posta a sud di Pedalino) in cui era diffusa la raccolta di ghiande utilizzate poi come mangime per il bestiame posto nelle limitrofe masserie o nei caseggiati dei dintorni. Oggigiorno invece l’area è quasi completamente disboscata e presenta ampi terreni in cui viene praticata l’agricoltura e l’allevamento che circondano le aree rurali di Sant’Antonino (in cui è posta l’elegante “Villa Sant’Antonino”), Piraino (in cui sono collocate la “Villa Melina” e la “Villa Cancellieri” oltre a varie masserie e caseggiati di tipo feudale), Bosco Cicogne (in cui è posta la prima masseria feudale dell’area di Pedalino appartenente un tempo ai Baroni Mulè e Melfi), Monacazza e Cazzola poste rispettivamente a nord, nordovest, sudovest, sudest e a est di Pedalino. A nordest presso il confine col territorio comunale di Chiaramonte Gulfi, è posta la piccola borgata rurale nota come “Quaglio”.

Flora e fauna sono i medesimi di quelle del territorio ibleo comisano (vedi l’omonimo link posto nella pagina precedente per saperne di più).

Per visitare il territorio ibleo di Pedalino vanno seguite le regole seguenti:

  • Avere un buono stato di salute (non avere handicap fisici, malattie osseeneurologiche e cardiovascolari);
  • Avere una buona perizia nel sapersi arrampicare su ogni tipo di parete rocciosa di tipo montano;
  • Essere esperti in speleologia (per quanto riguarda l’esplorazione di grotte, caverne o anfratti) o in alpinismo (per quanto riguarda arrampicate ed esplorazioni su pareti montane);
  • Fare attenzione ai serpenti che siano velenosi o no;
  • Saper attraversare fiumi e torrenti di qualsiasi portata;
  • Visitare i territori iblei nel periodo primaverile o estivomai in autunnoin inverno (periodi piovosi) o dopo un temporale poiché le pareti iblee possono essere scivolose e disgregarsi con l’acqua (essendo roccia calcarea è soggette a crollo), stessa cosa dicasi per l’esplorazione di grotte ed ipogei profondi;
  • Non esplorare mai grotte o ipogei sotterranei durante un temporale poiché vi è il rischio di rimanere soffocati nella grotta causa il riempimento di acqua delle pareti calcaree;
  • Non lasciare rifiuti organici ed inorganici;
  • Non accendere fuochi specialmente in estate poiché potrebbero sorgere focolai incendiari;
  • Si possono fare tranquille scampagnate a patto che i luoghi scelti siano sicuri (da evitare specialmente aree vicino a precipizi);
  • Non molestare la fauna locale;
  • Non danneggiare la flora;
  • Non raccogliere funghi senza la specifica autorizzazione rilasciata dalle ASL;
  • Non tagliare alberi;
  • E’ possibile effettuare scampagnate, campeggi o passeggiate in certi territori iblei ma bisogna rispettare le regole sovrastanti e soprattutto non montare campeggi nelle aree potenzialmente pericolose da visitare;
  • Non tentare di “visitare” forzatamente aree e edifici citati nel sito di proprietà privata in cui l’accesso è vietato.

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