Canicattini Bagni, Territorio ibleo canicattinese

Canicattini Bagni

Territorio ibleo canicattinese

Il Territorio ibleo canicattinese è uno dei più vasti ed interessanti dell’intera area iblea della Sicilia sud orientale appartenente alla Provincia di Siracusa. Esso era diviso in due grandi feudi, il Feudo Bagni (in cui ricade gran parte della zona iblea canicattinese) posto ad est della città e il Feudo Sant’Alfano (di cui buona parte appartiene al comune di Noto, e una piccola parte di esso a Canicattini, entrambe limitrofe alla città) posto ad ovest. A sud di Canicattini le zone iblee  sono comprese tra i territori di Noto e Siracusa, ma immediatamente limitrofe alla città.


Paesaggio ibleo canicattinese presso la Contrada Garofalo.

Buona parte delle zone iblee canicattinesi sono solcate dalla Cava Bagni, attraversata dall’antico Ponte di Sant’Alfano, considerato il monumento più rappresentativo della città canicattinese.


Il Ponte di Sant’Alfano.

Questa zona è ricca di acque tant’è che dalla ricchezza idrica di queste aree deriva il toponimo “Bagni”. Dalla Cava Bagni, che si forma dall’unione delle Cave Cardinale, Limmi, dell’Acqua e Sant’Alfano, si forma il Vallone Cavadonna. Essa è una profonda frattura che solca buona parte dell’entroterra siracusano, che più a valle è stato modificato divenendo noto come “Canale Mammaiabica”, un grosso canale irriguo divenuto un vero e proprio fiume, che si immette presso il Fiume Ciane a sud di Siracusa. Presso questa cava vi sono numerose rovine di epoca neolitica, sicula, e bizantina.


La Cava Bagni.

Oltre alla Cava Bagni, anche se in territorio di Noto, va citata la vicinanza alla Cava Grande del Cassibile, la più ampia cava iblea solcata dall’omonimo fiume su cui si affacciano le Contrade Petracca e Cugni – Stallaini, in cui sorgeva una delle vie di comunicazione più importanti del medioevo, la “Regia Trazzera della Montagna”, che metteva in collegamento i centri della Sicilia meridionale del Val di Noto (su tutti Noto ed Avola) con il resto della Sicilia.


La Regia Trazzera della Montagna nei pressi di Canicattini.

A sud est di Canicattini vi è la Cava Cugno Lupo, sempre posta tra i territori canicattinesi e netini, in cui in quest’ultimo è posto uno dei cimiteri paleocristiani più importanti della Sicilia, la Necropoli di Cozzo Guardiole.

A nord di Canicattini vi è infine la poco conosciuta Cava Spinitelli, cavità iblea ricca di grotte carsiche.

La zona iblea di Canicattini è inoltre nota poiché ospita l’unico Foro Boario della provincia siracusana, in cui si tiene il mercato del bestiame.

La flora delle zone iblee canicattinesi è composta da una folta macchia mediterranea interrotta da coltivazioni agricole. Essa comprende alberi di Mandorlo, Carrubo, Olivo, Bagolaro, Siliquastro, Mirto, Pino d’Aleppo, Pino Marittimo e vari tipi di arbusti. Presenti anche piante aromatiche come Cappero, Menta Selvatica, Salvia, Timo, Origano. Per quanto riguarda le piante floreali segnaliamo la presenza della rarissima Orchidea degli Iblei. La fauna comprende vari tipi di rettili come: la Lucertola Iblea e vari tipi di serpenti come il Colubro Leopardino, il Biacco e la Biscia Nera (innocui) anche se possono esserci esemplari di Vipere (ormai quasi in via di estinzione per l’indiscriminata caccia a cui vengono sottoposte); volatili come Rapaci (Civette, Gufi, Poiane, Falchi) e passeriformi (Verdoni, Cardellini, Pettirossi ecc…); anfibi come Rane e Rospi; insetti come Api, Bombi (simili alle api ma con livrea pelosa) Libellule, Grilli e vari tipi di Farfalle; e infine mammiferi come Topi di Campagna, Volpi, Donnole e Gatti Selvatici.

Per visitare il territorio ibleo di Canicattini bisogna seguire le seguenti regole:

  • Avere un buono stato di salute (non avere handicap fisici, malattie osseeneurologiche e cardiovascolari);
  • Avere una buona perizia nel sapersi arrampicare su ogni tipo di parete rocciosa di tipo montano;
  • Essere esperti in speleologia (per quanto riguarda l’esplorazione di grotte, caverne o anfratti) o in alpinismo (per quanto riguarda arrampicate ed esplorazioni su pareti montane);
  • Fare attenzione ai serpenti che siano velenosi o no;
  • Saper attraversare fiumi e torrenti di qualsiasi portata;
  • Visitare i territori iblei nel periodo primaverile o estivomai in autunnoin inverno (periodi piovosi) o dopo un temporale poiché le pareti iblee possono essere scivolose e disgregarsi con l’acqua (essendo roccia calcarea è soggette a crollo), stessa cosa dicasi per l’esplorazione di grotte ed ipogei profondi;
  • Non esplorare mai grotte o ipogei sotterranei durante un temporale poiché vi è il rischio di rimanere soffocati nella grotta causa il riempimento di acqua delle pareti calcaree;
  • Non lasciare rifiuti organici ed inorganici;
  • Non accendere fuochi specialmente in estate poiché potrebbero sorgere focolai incendiari;
  • Si possono fare tranquille scampagnate a patto che i luoghi scelti siano sicuri (da evitare specialmente aree vicino a precipizi);
  • Non molestare la fauna locale;
  • Non danneggiare la flora;
  • Non raccogliere funghi senza la specifica autorizzazione rilasciata dalle ASL;
  • Non effettuare scavi archeologici non autorizzati dagli enti preposti;
  • Non tagliare alberi;
  • E’ possibile effettuare scampagnate, campeggi o passeggiate in certi territori iblei ma bisogna rispettare le regole sovrastanti e soprattutto non montare campeggi nelle aree potenzialmente pericolose da visitare;
  • Non tentare di “visitare” forzatamente aree e edifici citati nel sito di proprietà privata in cui l’accesso è vietato.

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