*Scicli, Fiumara di Modica – tratto sciclitano (Vallone Fiumelato – Mulini – Siti Archeologici)

Scicli

*Fiumara di Modica e Vallone Fiumelato – tratto sciclitano

Cenni principali sulla Fiumara di Modica e il Vallone Fiumelato

Il fiume noto come “Fiumara di Modica”, chiamato anche “Fiume Moticano”, “Fiume Lato” o “Torrente Modica – Scicli”, è il più importante corso d’acqua che solca il territorio sciclitano all’interno della cava iblea nota come “Vallone Fiumelato”. Esso nasce a Modica (città da cui prende il nome) presso l’area del centro storico cittadino dalla confluenza con i Torrenti Pozzo dei Pruni, e Janni Mauro, ricevendo poco più a sud il Torrente San Liberale (questo tratto è stato “coperto” in seguito ad una disastrosa alluvione avvenuta il 26 Settembre 1902 che provocò 111 vittime e devastò gran parte della città modicana che era solcata dal fiume), scendendo verso sudovest in direzione della città sciclitana attraverso le Contrade Caitina, Scardacucco e Mangiagesso formando la cascata nota come “Conca del Salto”, proseguendo più a sud lungo le aree di Cava Maria, Ronna Fridda, Milocca, Billiemi, Mendolilli, Loddieri, Colavecchio, Genovese, Scala Marina e Torre Camarella, prima di sfociare nel Mare Mediterraneo presso la frazione balneare sciclitana di Arizza. La stessa città sciclitana è lambita ad ovest da questo fiume, nel punto in cui i Torrenti San Bartolomeo e Santa Maria la Nova (che attraversano il centro storico cittadino) si immettono presso di essa tra le Contrade Billiemi e Mendolilli.

Questo fiume, importante risorsa idrica per Scicli ed il suo territorio (ma vale lo stesso anche per la limitrofa città di Modica), va a formare un vasto bacino idrico in cui, nel Vallone Fiumelato tra i territori modicani a nord e sciclitani a sud, si immettono vari corsi d’acqua tra cui i sopracitati  torrenti di “San Bartolomeo” e “Santa Maria la Nova” che, come sappiamo, scorrono all’interno del centro storico sciclitano. La Fiumara di Modica durante i periodi poco piovosi (specie in estate), può presentarsi secco con poco (o nullo) scorrimento idrico.

Il corso della Fiumara di Modica lungo il quale vi sono dei terreni coltivati che prendono il nome di “Cannavati”, risulta circondato da pareti rocciose all’interno delle quali sono posti diversi siti archeologici di tipo rupestre composti da insediamenti e necropoli scavate nella roccia calcarea delle pareti del Vallone Fiumelato o in prossimità di limitrofe aree iblee; di essi citiamo la “Grotta del Ddieri”, la Necropoli di Ronna Fridda, la “Grotta Maggiore” e vari siti rupestri posti lungo le Contrade Mendolilli, Billiemi, Mendolilli e Loddieri.

Lungo il corso di questo fiume sono inoltre posti vari mulini ad acqua, che oggigiorno non risultano più funzionanti essendo stati adibiti in gran parte ad abitazione privata, come ad esempio il Mulino del Salto collocato nei pressi del confine tra i territori comunali di Scicli e Modica, posto presso la “Conca del Salto” ossia una cascata che si forma presso un dislivello della cavità solcata dalla Fiumara di Modica. Oltre a ciò vi sono anche altre aree di alto pregio naturalistico come la Cava Maria (sede di un piccolo sito archeologico), i Boschi di Mangiagesso (quest’ultimo sede di un’area attrezzata) e Milocca, e l’area tra le Contrade Arizza e Spinasanta in cui è posta la foce in cui le acque della Fiumara di Modica si riversano nel Mare Mediterraneo, interessate dalla presenza di piccoli pantani.

Per quanto riguarda fauna e flora, esse sono simili a quelle presenti in gran parte del territorio ibleo sciclitano (vedi link nella pagina precedente per saperne di più), ma va detto che lungo le sponde del corso d’acqua vi sono vari canneti, mentre presso la foce della Fiumara di Modica vi è la presenza di fauna ittica (in prevalenza pesci di acqua salmastra tra cui cefali e spigole).

La Fiumara di Modica la si può raggiungere facilmente da Scicli dalla S.P. 54 Modica – Scicli che costeggia buona parte del fondo del Vallone Fiumelato (raggiungibile da varie traverse poste alla nostra destra venendo da Scicli) andando a collegare le due città, ma anche da varie traverse poste lungo le S.P. 95 Scicli – Spinazza – Giardinelli per Marina di Ragusa e S.P. 39 Scicli – Donnalucata (a sud della città sciclitana), mentre il tratto fluviale che precede la foce presso la frazione di Arizza lo si raggiunge dalla S.P. 64 Donnalucata – Cava d’Aliga.

Per visitare gran parte della Fiumara di Modica bisogna seguire le seguenti regole:

  • Avere un buono stato di salute (non avere handicap fisici, malattie osseeneurologiche e cardiovascolari);
  • Avere una buona perizia nel sapersi arrampicare su ogni tipo di parete rocciosa di tipo montano;
  • Essere esperti in speleologia (per quanto riguarda l’esplorazione di grotte, caverne o anfratti) o in alpinismo (per quanto riguarda arrampicate ed esplorazioni su pareti montane);
  • Fare attenzione ai serpenti che siano velenosi o no;
  • Saper attraversare fiumi e torrenti di qualsiasi portata;
  • Visitare i territori iblei nel periodo primaverile o estivomai in autunnoin inverno (periodi piovosi) o dopo un temporale poiché le pareti iblee possono essere scivolose e disgregarsi con l’acqua (essendo roccia calcarea è soggette a crollo), stessa cosa dicasi per l’esplorazione di grotte ed ipogei profondi;
  • Non esplorare mai grotte o ipogei sotterranei durante un temporale poiché vi è il rischio di rimanere soffocati nella grotta causa il riempimento di acqua delle pareti calcaree;
  • Non lasciare rifiuti organici ed inorganici;
  • Non accendere fuochi specialmente in estate poiché potrebbero sorgere focolai incendiari;
  • Si possono fare tranquille scampagnate a patto che i luoghi scelti siano sicuri (da evitare specialmente aree vicino a precipizi);
  • Non molestare la fauna locale;
  • Non danneggiare la flora;
  • Non raccogliere funghi senza la specifica autorizzazione rilasciata dalle ASL;
  • Non effettuare scavi archeologici non autorizzati dagli enti preposti;
  • Non tagliare alberi;
  • E’ possibile effettuare scampagnate, campeggi o passeggiate in certi territori iblei ma bisogna rispettare le regole sovrastanti e soprattutto non montare campeggi nelle aree potenzialmente pericolose da visitare;
  • Non tentare di “visitare” forzatamente aree e edifici citati nel sito di proprietà privata in cui l’accesso è vietato.

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