Augusta, Territorio ibleo augustano

Augusta

Territorio ibleo augustano


Scorcio della cava in cui scorre il Torrente Cantera posta presso il territorio ibleo augustano.

Il territorio ibleo augustano anche non molto uniforme è uno dei più caratteristici della Provincia di Siracusa perché occupa alcune molto importanti per il passato contadino del territorio comunale augustano. Esso si compone di varie zone comprese tra le aree a sud di Augusta che si affacciano presso il polo petrolchimico siracusano di cui la zona principale sono quelle solcate dai Fiumi Mulinello, Marcellino, nonché dai Torrent Cantera e San Cusumano; l’area a nord compresa tra le aree di Monte Tauro (che forma una vera e propria “catena costiera” ora ampiamente antropizzata), Brucoli e Agnone Bagni comprendenti le cave dei Torrenti Porcaria, San Calogero e Fosso Damiano, oltre all’importante Fiume San Leonardo (il principale corso d’acqua della zona nord della Provincia di Siracusa). Molte aree a ridosso della costa ionica augustana di cui le aree di Monte Tauro, Brucoli, Agnone – Costa Saracena dando vita a spettacoli mozzafiato caratterizzate da alte scogliere che vanno a formare profonde insenature formate da vallate fluviali o di origine vulcanica di cui vanno citate la Costa Saracena e le Baie del Silenzio, Arcile, Gisira, di Brucoli, costa di Monte Tauro, Badiazza ecc…) che appartengono alle aree di Monte Tauro, Brucoli e Agnone Bagni.

L’area propriamente augustana è quella a sud della città che va dall’area solcata dal Fiume Mulinello (confinante con l’area di Villasmundo, appartenente al territorio di Melilli anche se per un certo periodo appartenne proprio ad Augusta) fino all’area di San Cusumano (posta a ridosso dei territori di Priolo e Melilli) solcata dall’omonima cava comprendendo come detto prima anche il Fiume Marcellino e il Torrente Cantera (alla cui foce sorgono le rovine di Megara Iblea).

In questa zona di tipo iblea che ad occhio nudo potrebbero sembrare degradata per la presenza di numerosi insediamenti industriali (nonché di cave estrattive), si nascondono molti ruderi e rovine di varie epoche che vanno da quella neolitico – sicula a quella medievale con aree piuttosto interessanti.

Per quanto riguarda la fauna, il territorio ibleo augustano e le campagne limitrofe risultano popolate da varie specie animali; tra i mammiferi citiamo la presenza di Volpi, Faine, Porcospini, Topi di campagna, Gatti selvatici, Donnole, Marmore; tra i rettili citiamo la presenza di alcune specie di Serpenti (tra cui citiamo i Biacchi, i rari Colubri Leopardini; da menzionare la presenza di alcune Vipere, la cui presenza va a diminuire in seguito alle ingiustificate uccisioni di questa letale razza di serpente, che sta rischiando l’estinzione dal suolo siciliano) e di Lucertole (quali il Ramarro); tra gli insetti va segnalata la presenza di Api, Vespe, Bombi (una specie di tozza ape il cui corpo è caratterizzato da una soffice peluria gialla e nera), Farfalle, Libellule e Scarabei; vi è poca fauna acquatica, caratterizzata solo da qualche pesce d’acqua salmastra (in prevalenza Cefali) che popola la foce dei fiumi e dei torrenti; infine per quanto riguarda i volatili, bisogna citare la presenza di numerosi passeriformi (Cardellini, Pettirossi, Canarini, Verdoni ecc….), fringillidi (tra cui citiamo il Martin Pescatore), rapaci (Gufi, Civette, Poiane e Falchi), nonché di Colombi, Gazze, Merli, Tortore, Piccioni, Colomabacci ecc….

Per quanto riguarda la flora, possiamo ammirare numerose specie erbacee e arbustive dove va citata la presenza di piante come l’Avena selvatica, la Coda di Volpe, il Papavero, il Cappero, l’Oleandro, il Finocchio selvatico, il Rosmarino, la Salvia, l’Origano, il Mirto, la “Spina di Cristo”, il Rovo e molte altre piante di tipo spontaneo. Per quanto riguarda le piante arboree, oltre a frutteti e agrumeti possiamo trovare Mandorli, Olivi e Carrubi secolari, oltre a varie conifere (Pino d’Aleppo, Pino Marittimo e Cipresso), Palme (tra cui citiamo la Cycas o “Palma di Santa Lucia”) e a latifoglie varie (Salici, Lecci, Olmi ecc…). Da citare la presenza di piante grasse di tipo spontaneo come l’Agave (confusa erroneamente con l’Aloe) e il Fico d’India.

La presenza del petrolchimico non deve essere una scusa per poter lasciare rifiuti o quant’altro possa determinare qualsiasi tipo di impatto ambientale, quindi per visitare le aree iblee limitrofe ad Augusta bisogna rispettare le seguenti regole:

  • Avere un buono stato di salute (non avere handicap fisici, malattie osseeneurologiche e cardiovascolari);
  • Avere una buona perizia nel sapersi arrampicare su ogni tipo di parete rocciosa di tipo montano;
  • Essere esperti in speleologia (per quanto riguarda l’esplorazione di grotte, caverne o anfratti) o in alpinismo (per quanto riguarda arrampicate ed esplorazioni su pareti montane);
  • Fare attenzione ai serpenti che siano velenosi o no;
  • Saper attraversare fiumi e torrenti di qualsiasi portata;
  • Visitare i territori iblei nel periodo primaverile o estivomai in autunnoin inverno (periodi piovosi) o dopo un temporale poiché le pareti iblee possono essere scivolose e disgregarsi con l’acqua (essendo roccia calcarea è soggette a crollo), stessa cosa dicasi per l’esplorazione di grotte ed ipogei profondi;
  • Non esplorare mai grotte o ipogei sotterranei durante un temporale poiché vi è il rischio di rimanere soffocati nella grotta causa il riempimento di acqua delle pareti calcaree;
  • Non lasciare rifiuti organici ed inorganici;
  • Non accendere fuochi specialmente in estate poiché potrebbero sorgere focolai incendiari;
  • Si possono fare tranquille scampagnate a patto che i luoghi scelti siano sicuri (da evitare specialmente aree vicino a precipizi);
  • Non molestare la fauna locale;
  • Non danneggiare la flora;
  • Non raccogliere funghi senza la specifica autorizzazione rilasciata dalle ASL;
  • Non effettuare scavi archeologici non autorizzati dagli enti preposti;
  • Non tagliare alberi;
  • E’ possibile effettuare scampagnate, campeggi o passeggiate in certi territori iblei ma bisogna rispettare le regole sovrastanti e soprattutto non montare campeggi nelle aree potenzialmente pericolose da visitare;
  • Non tentare di “visitare” forzatamente aree e edifici citati nel sito di proprietà privata in cui l’accesso è vietato.

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