Pachino, Promontorio di Pachino

Pachino

Promontorio di Pachino


Foto panoramica del Promontorio di Pachino fotografata dalla Torre Scibini (foto di Roberto Capozio).

Il Promontorio di Pachino è un particolare tavolato formatosi dall’affluire delle rocce effusive dal fondo del mare che nel corso dei millenni è andato via via a diventare quella che ora è l’estrema punta meridionale dell’Italia, il cui punto più alto è posto proprio presso la città di Pachino.

La particolarità di questo promontorio è la presenza di paesaggi una volta campestri una volta marini che danno al turista una vasta scelta su cosa andare ad esplorare. Bisogna sapere che il Promontorio (in particolare la zona dei Pantani e dei “porti naturali”) è soggetta a subsidenza del terreno, cioè il magma sotterraneo fa in modo che il suolo si sollevi di qualche centimetro l’anno (assolutamente non percepibile ad occhio umano) a dimostrare la natura vulcanica di questo promontorio, favorendo così la nascita di numerosi pantani nella zona a sud di Pachino che sono molto diversi da quelli di Vendicari (che si formano per infiltrazione di acque marine). Esso in epoca medievale era delimitato dal Feudo di Scibini, le cui rovine dell’omonima Torre sono poste a sud di Pachino e, fino al secolo scorso era stato lottizzato in vari piccoli feudi appartenenti alle famiglie Bruno di Belmonte, Trigona di Canicarao e Di Rudinì (famiglia che tuttora possiede delle coltivazioni di uva da vino in queste zone). Ora come ora il Promontorio è pieno di aziende agricole che tramite la coltivazione in serra producono ortaggi tra cui il pomodoro “Ciliegino di Pachino”.

Questa zona è attraversata da molte strade rurali, anche se vie di passaggio principali sono le S.P. 22 Pachino – Ispica, 8 Pachino – Maucini – Portopalo, 44 Pachino – Marza e 11 Saline – Panze – Longarini, oltre alla S.R. (Strada Regionale) 14 Carrata.

La parte meridionale del Promontorio di Pachino è una formata da una vasta zona paludosa, ricca di pantani e invasi marini, che sono la caratteristica peculiare di questa zona di Sicilia, la più a sud d’Italia. Molti di questi invasi marini sono stati utilizzati dai Greci e dai Romani come “Porti Naturali”, tra cui la scogliera del “Porto Scari” considerato dagli studiosi come il porto naturale utilizzato in passato da greci e romani come attracco le loro navi mercantili e da battaglia. Molto particolare è l’invaso marino situato al confine con la Provincia di Ragusa chiamato “Porto Ulisse”, dove sono stati trovati reperti archeologici sottomarini molto interessanti tra cui lo scafo di una nave greco – romana da combattimento e resti di basiliche paleocristiane bizantine, sommerse a causa della subsidenza tellurica che nel corso dei secoli ha fatto sprofondare sott’acqua vaste porzioni di terreno (il nome è dovuto ad una diceria locale secondo cui il mitico eroe Ulisse dell’Odissea, sarebbe sbarcato qui durante il suo viaggio verso casa). La subsidenza però ha innalzato grandiose scogliere come quelle situate presso la Contrada Granelli. Da citare anche le belle zone marine note come Punta delle Formiche e Costa dell’Ambra. In quest’ultima vi sono ubicate le antiche Concerie del Murice (scavate molto probabilmente dai Fenici nella scogliera) in cui veniva estratta la porpora (sostanza colorante di colore rossastro con cui venivano tinti i tessuti) da dei molluschi chiamati Murici (di cui la porpora era l’inchiostro usato per difendersi, caratteristica attinente a molti molluschi come seppie e polpi). Infine va detto che tra le scogliere di Punta delle Formiche e Punta Chiappa è avvenuto lo sbarco degli Alleati nel 1943 durante la II guerra mondiale (una targa posta recentemente indica il luogo preciso dello sbarco posta presso la Punta delle Formiche). In questa zona vi era la cosiddetta “Torre degli Americani”, ossia una vecchia base Nato in cui atterravano gli elicotteri dell’esercito americano, posta qui dopo la II guerra mondiale. Oggigiorno la Torre degli Americani è stata abbattuta.

Per quanto riguarda la fauna, gli animali presenti nel Promontorio si dividono in due specie; fauna terrestre (composta da Mammiferi tra cui Gatti selvatici, Volpi, Donnole, Topi di Campagna, Faine e Ricci; Rettili tra cui Lucertole; Insetti tra cui le Libellule; Volatili tra cui Cardellini, Pettirossi, Martin Pescatori, Verdoni, Merli, Tortore, Colombe, Gazze, Falchi di Palude, Poiane, Gufi e Civette) e fauna acquatica (composta da pesci tra cui: Sarde, Anguille, Cefali, Ricciole e Sogliole; Crostacei tra cui Granchi; Molluschi tra cui Lumache di Mare, Telline, Vongole, Ricci di Mare, Seppie, Polpi e Calamari; Rettili tra cui la rarissima Tartaruga “Caretta – Caretta” che ogni tanto viene a deporre le uova presso le spiagge del Promontorio).

La flora, decisamente mediterranea, comprende piante erbacee (tra cui l’Avena selvatica, il Papavero, le Margherite selvatiche, la Coda di Volpe e la Mandragora) e legnose che si dividono in arbusti (tra i quali citiamo Oleandri, Rovi, e il Ginepro Coccolone) e alberi (tra cui Pino d’Aleppo, Pino Marittimo, Olivo, Mandorlo, Carrubo, Acacia ecc…).

Non vi sono pericoli per quanto riguarda le aree interne del Promontorio, mentre per le zone marine bisogna fare attenzione ad esplorare le scogliere, poiché vi è il pericolo di scivolare in mare o sugli scogli e rischiare di riportare lesioni ossee più o meno gravi o di affogare in mare. Inoltre è severamente vietato fare il bagno dentro i Pantani o presso le scogliere alte e soprattutto danneggiare la flora, molestare la fauna locale, lasciare rifiuti e accendere fuochi, effettuare scavi archeologici senza autorizzazione e infine di non avventurarsi in aree o edifici il cui accesso è vietato per vari motivi. Rispettando queste regole vi è la possibilità di poter visitare tranquillamente le aree naturalistiche del promontorio e di fare anche delle belle scampagnate nei periodi primaverili e estivi anche perché non è molto consigliabile esplorare il Promontorio nei periodi freddi e piovosi.

Viste le ricchezze archeologiche, architettoniche e naturali, i pachinesi stanno facendo tuttora pressioni alle autorità governative affinché il Promontorio di Pachino diventi una vera e propria “Riserva Naturale Orientata” comprendente anche una vasta zona naturalistico – archeologica posta in territorio di Marzamemi (Cugni – Calafarina – Morghella – Torre Fano). Per saperne di più cosa ammirare bisogna visualizzare le sottosezioni in cima alla pagina, che vanno a descrivere dettagliatamente le particolarità del Promontorio di Pachino.

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