Santa Croce Camerina, Territorio ibleo santacrocese

Santa Croce Camerina

Territorio ibleo santacrocese

Cenni generali sul territorio ibleo di Santa Croce Camerina

Il territorio ibleo che circonda la cittadina di Santa Croce Camerina, anche se non è molto esteso, è comunque uno dei più interessanti del ragusano. Esso si presenta come un tavolato che digrada dolcemente verso la costa sudoccidentale della Provincia di Ragusa formano una breve piana quasi per intero occupata da impianti serricoli e campi coltivati, un tempo facente parte del vasto feudo di “Santa Croce – Rosacambra”. Esso è caratterizzato da brevi rilievi calcarei di cui l’altura principale è il Cozzo Cappello posto ad est della cittadina santacrocese, oltre ad essere delimitato a nord dal Torrente Petraro noto per attraversare la vicina area di Donnafugata (che si origina nella contrada ragusana di Tresauro) che solca la “Cava Mistretta”, e a sud dai Torrente Grassullo che si origina presso la periferia sudoccidentale della città capoluogo (Contrada Puntarazzi), scorrendo all’interno dell’omonima cavità iblea. Un altro corso d’acqua è il Torrente San Giovanni che si origina ad est di Santa Croce Camerina in Contrada Muraglia scorrendo all’interno della Cava della Fontana. I tre torrenti sfociano nel Mare Mediterraneo rispettivamente presso Punta Braccetto, Casuzze e Punta Secca (località “Torre di Mezzo”).

L’area iblea limitrofa a Santa Croce Camerina presenta interessanti siti archeologici di epoca neolitica, greco – romana e bizantina legati al passato della cittadina santacrocese, di cui vanno citati i ruderi delle vicine Contrade Forche, Castello, Mirio, Mezzagnone e Forche, che comprendono oltre al “Bagno di Mezzagnone”, rovine di luoghi feudali (tra cui il Castello con la Chiesa di Sant’Elena), insediamenti abitativi e siti funerari come la “Necropoli del Mirio”. Altri siti archeologici sono collocati presso le Cave Mistretta e Grassullo (necropoli di varie epoche), nelle Contrade Costa degli Archi e Muraglia (abitati e necropoli di epoca tardoromana – bizantina), Pirrera (chiesa e area funeraria di epoca bizantina), Porcospino, Sughero (ruderi di epoca neolitica) e Portolillo (necropoli paleocristiane). Da citare anche la presenza di antichi Mulini, di varie tenute signorili (la Tenuta di Contrada Marchesa, le Ville Nicosia, Ciarcià, Schininà e il Casale Scattarelli), e di ampie aree rurali di cui quella più interessante è collocata tra le Contrade Canestanco e Rosacambra in cui un tempo era posto il vecchio Cimitero cittadino (l’attuale è posto in Contrada Costa degli Archi).

La flora del territorio ibleo santacrocese comprende varie piante erbacee e grasse di tipo spontaneo come quelle aromatiche (Timo, Origano, Salvia, Menta Selvatica, Finocchio Selvatico ecc…), il Cappero, la Coda di Volpe, l’Asparago selvatico, la Borragine, la Malva, varie Orchidee selvatiche,  Avena Selvatica, l’Ortica, i Fichi d’India ecc… oltre a vasti Canneti lungo i tre principali corsi d’acqua (che risultano secchi). Tra arbusti e alberi vanno citati il Bagolaro, la “Spina di Cristo”, il Rovo, il Carrubo, l’Olivo, il Mandorlo, l’Eucalipto, il Leccio, le Querce, il Pino Marittimo, il “Pino d’Aleppo” ecc..

Tra la fauna, citiamo varie specie di insetti vanno citati Api, Bombi (simili alle api ma più rotondi e caratterizzati da peluria gialla e nera), Scarabei Stercorari, Farfalle, Libellule ecc…; tra gli anfibi vanno citate Rane e Rospi; tra i rettili vanno citati vari tipi di Lucertole e di Serpenti (quali gli innocui Colubro Leopardino, Biscia dal Collare, e Biacco; possibile una scarsa presenza di Vipere velenose); tra i volatili vanno citati Tordi, Tortore, Merli, Passeri, Verdoni, Cardellini, Pettirossi, Gazze Ladre, Colombi, Colombacci, Gufi, Civette, Allocchi, Poiane ecc… infine tra i mammiferi citiamo le Volpi, i Porcospini, le Istrici, i Topi di Campagna, le Donnole, le Faine, i Conigli e le Lepri.

Per poter visitare il territorio ibleo di Santa Croce Camerina bisogna seguire le sottostanti regole:

  • Avere un buono stato di salute (non avere handicap fisici, malattie osseeneurologiche e cardiovascolari);
  • Avere una buona perizia nel sapersi arrampicare su ogni tipo di parete rocciosa di tipo montano;
  • Essere esperti in speleologia (per quanto riguarda l’esplorazione di grotte, caverne o anfratti) o in alpinismo (per quanto riguarda arrampicate ed esplorazioni su pareti montane);
  • Fare attenzione ai serpenti che siano velenosi o no;
  • Saper attraversare fiumi e torrenti di qualsiasi portata;
  • Visitare i territori iblei nel periodo primaverile o estivomai in autunnoin inverno (periodi piovosi) o dopo un temporale poiché le pareti iblee possono essere scivolose e disgregarsi con l’acqua (essendo roccia calcarea è soggette a crollo), stessa cosa dicasi per l’esplorazione di grotte ed ipogei profondi;
  • Non esplorare mai grotte o ipogei sotterranei durante un temporale poiché vi è il rischio di rimanere soffocati nella grotta causa il riempimento di acqua delle pareti calcaree;
  • Non lasciare rifiuti organici ed inorganici;
  • Non accendere fuochi specialmente in estate poiché potrebbero sorgere focolai incendiari;
  • Si possono fare tranquille scampagnate a patto che i luoghi scelti siano sicuri (da evitare specialmente aree vicino a precipizi);
  • Non molestare la fauna locale;
  • Non danneggiare la flora;
  • Non raccogliere funghi senza la specifica autorizzazione rilasciata dalle ASL;
  • Non effettuare scavi archeologici non autorizzati dagli enti preposti;
  • Non tagliare alberi;
  • E’ possibile effettuare scampagnate, campeggi o passeggiate in certi territori iblei ma bisogna rispettare le regole sovrastanti e soprattutto non montare campeggi nelle aree potenzialmente pericolose da visitare;
  • Non tentare di “visitare” forzatamente aree e edifici citati nel sito di proprietà privata in cui l’accesso è vietato.

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