Chiaramonte Gulfi, Territorio ibleo chiaramontano, Valle del Fiume Ippari e Parco Forestale, Monte Arcibessi

Chiaramonte Gulfi

Territorio ibleo chiaramontano

Cenni generali sul territorio ibleo di Chiaramonte Gulfi

Il territorio ibleo limitrofo a Chiaramonte Gulfi è piuttosto vasto ed è suddiviso in base alle frazioni amministrative appartenenti al comune chiaramontano e poste nell’area nordoccidentale del suo vasto territorio comunale, che sono Villaggio Gulfi, Donnagona – Piano dell’Acqua, Roccazzo e Sperlinga in cui vi sono posti anche importanti siti archeologici come quelli di Gulfi, Akrillai e Scornavacche (vedi sottosezioni nella pagina precedente per saperne di più). Ma anche ad est della città chiaramontana è posta un’interessante area iblea, che è nota per la presenza di alti rilievi montuosi quali i Monti Arcibessi, Serra Burgio, Serra Grande e Scannalupi, che formano un vasto altopiano interamente ricoperto da una folta pineta che forma il “Parco Forestale di Chiaramonte Gulfi” che è il bosco più grande ed importante della Provincia di Ragusa e della Sicilia sudorientale, divenuto sede un’area naturalistica molto apprezzata da escursionisti o da chi vuole passare un’intera giornata a contatto con la natura.

A sud di questo sistema montuoso nasce il tratto più interno del Fiume Ippari che scorre lungo una breve piana confinante con i territori di Ragusa e Comiso posta tra il sopracitato sistema montuoso formato dal Monte Arcibessi a nord e i rilievi di Monte Raci, Monte Racello e Monte Sallia a sud (posti tra i territori comisani e ragusani); presso il tratto iniziale di questo fiume (che oggi si presenta come un torrente in prevalenza secco) vi sono posti vari mulini ad acqua di cui il più importante è il “Mulino Soprano”. Qui vi sono poste anche le aree iblee di Contrada Ferriero in cui sono poste le sorgenti del Torrente Para, il principale corso d’acqua del territorio chiaramontano il cui tratto più ad est scorre all’interno di una breve cavità iblea comprendente vari siti rupestri posta tra le Contrade Orto Rabito e Santissimi Malati, prima di scendere verso ovest per immettersi con il nome di “Torrente Paratore” presso il Fiume Dirillo a poca distanza dalla frazione chiaramontana di Roccazzo (vedi link riguardante Roccazzo e Scornavacche nella pagina precedente per saperne di più). 

L’area sudorientale del territorio ibleo di Chiaramonte Gulfi si affaccia presso l’area del territorio ragusano tra le Contrade Maltempo e Serre interessata dalla presenza dell’ex tracciato della Ferrovia Siracusa – Ragusa – Vizzini (dimessa nel 1956) nel suo tratto chiaramontano comprendente anche la vecchia stazione. In questa zona è posto anche il Santuario di Santa Maria delle Grazie, che è considerato uno dei più importanti luoghi consacrati al culto mariano del territorio chiaramontano (al pari di quello di Santa Maria di Gulfi).

L’area settentrionale del territorio ibleo, confinante col territorio comunale di Monterosso Almo (in particolare con le aree di Calaforno e Canalazzo) è contraddistinta dal costone settentrionale del Monte Arcibessi. Qui possiamo ammirare l’area nota come “Santa Lucia” in cui possiamo ammirare una Chiesa semi rupestre consacrata alla “Martire Siracusana” oltre a varie sorgenti idriche che alimentano il Torrente Aranci (affluente del Torrente Para presso l’area di Villaggio Gulfi) e varie cavità di tipo ibleo immerse all’interno della folta Pineta di Chiaramonte note come Cava del Fico, Cava Porcara, Cava dei Diavoli e Cava Piana, da cui si originano i Torrenti Morana, Ganzeria e Sugarello – Paraspola (che si immettono tutti presso il Torrente Para). Ai piedi di quest’area montana vi sono poste la Contrada Muti al cui interno possiamo ammirare una grande quercia secolare ma soprattutto la Chiesa Rupestre di Santa Margherita, le aree di Patria – Ganzeria e l’elegante tenuta nobiliare nota come “Villa Montesano”. Da citare infine la presenza delle cosiddette “Neviere Iblee”, edifici in cui venivano posti i blocchi di ghiaccio ottenuti dalla neve che cade sui rilievi iblei chiaramontani durante il periodo invernale che venivano utilizzati per la conservazione dei cibi e la lavorazione di alcuni dolciumi tipici (gelati e granite).

La flora del territorio ibleo chiaramontano varia a seconda delle zone; quelle a ridosso del Monte Arcibessi è ricoperta da un folto bosco composto da alberi di pino marittimo e d’Aleppo, abeti, querce, roverelle e olmi mentre le aree più a valle (che comprendono anche quelle facenti parti delle frazioni Villaggio Gulfi, Donnagona, Piano dell’Acqua, Roccazzo e Sperlinga) presentano aree contraddistinte da oliveti, agrumeti e vigneti delimitate da muri a secco o da terrazzamenti che si affacciano sui vari corsi d’acqua che si immettono presso il Torrente Para. Da citare anche la presenza di molte piante erbacee spontanee quali le orchidee, la coda di volpe, la malva, il papavero, l’asparago selvatico, la borragine, l’ortica ecc… oltre a piante arboree e arbustive come i rovi, il bagolaro, l’eucalipto, la “Spina di Cristo” ecc… oltre a varie piante aromatiche spontanee quali menta, salvia, origano e cappero.

Per quanto riguarda la fauna va citata la presenza di: rettili quali lucertole, ramarri, serpenti innocui (biacco, colubro leopardino, biscia dal collare ecc…) e la velenosa vipera (in numero basso dato che in passato veniva indiscriminatamente sterminata); insetti quali farfalle variopinte, libellule, api e bombi (simili alle api ma con corpo più tozzo e ricoperto da una peluria gialla e nera); volatili quali passeriformi (passeri, cardellini, verdoni, pettirossi ecc…), rapaci (gufi, civette, barbagianni, poiane, falchi, talvolta anche aquile) e varie specie quali merli, colombi, colombacci, tordi, gazze ladre, tortore ecc…; e infine mammiferi quali volpi, conigli, lepri, porcospini, istrici, gatti selvatici, topi di campagna, donnole, faine ecc…

Va detto inoltre che per poter visitare il territorio ibleo di Chiaramonte Gulfi bisogna seguire le seguenti regole:

  • Avere un buono stato di salute (non avere handicap fisici, malattie osseeneurologiche e cardiovascolari);
  • Avere una buona perizia nel sapersi arrampicare su ogni tipo di parete rocciosa di tipo montano;
  • Essere esperti in speleologia (per quanto riguarda l’esplorazione di grotte, caverne o anfratti) o in alpinismo (per quanto riguarda arrampicate ed esplorazioni su pareti montane);
  • Fare attenzione ai serpenti che siano velenosi o no;
  • Saper attraversare fiumi e torrenti di qualsiasi portata;
  • Visitare i territori iblei nel periodo primaverile o estivomai in autunnoin inverno (periodi piovosi) o dopo un temporale poiché le pareti iblee possono essere scivolose e disgregarsi con l’acqua (essendo roccia calcarea è soggette a crollo), stessa cosa dicasi per l’esplorazione di grotte ed ipogei profondi;
  • Non esplorare mai grotte o ipogei sotterranei durante un temporale poiché vi è il rischio di rimanere soffocati nella grotta causa il riempimento di acqua delle pareti calcaree;
  • Non lasciare rifiuti organici ed inorganici;
  • Non accendere fuochi specialmente in estate poiché potrebbero sorgere focolai incendiari;
  • Si possono fare tranquille scampagnate a patto che i luoghi scelti siano sicuri (da evitare specialmente aree vicino a precipizi);
  • Non molestare la fauna locale;
  • Non danneggiare la flora;
  • Non raccogliere funghi senza la specifica autorizzazione rilasciata dalle ASL;
  • Non effettuare scavi archeologici non autorizzati dagli enti preposti;
  • Non tagliare alberi;
  • E’ possibile effettuare scampagnate, campeggi o passeggiate in certi territori iblei ma bisogna rispettare le regole sovrastanti e soprattutto non montare campeggi nelle aree potenzialmente pericolose da visitare;
  • Non tentare di “visitare” forzatamente aree e edifici citati nel sito di proprietà privata in cui l’accesso è vietato.

Sottosezioni

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