Lentini, Territorio Montano Lentinese – rovine e area fluviale – Biviere di Lentini

Lentini

Territorio Montano Lentinese – rovine e area fluviale – Biviere di Lentini


La Contrada Ossena – San Lio, facente parte dell’area montana a nord di Lentini.

Il territorio montano a nord di Lentini, collocato a nord delle propaggini settentrionali dei Monti Iblei e contraddistinto da rilievi di matrice alluvionale collocati a sud della Piana di Catania, si presenta ricco di curiosità naturali e di rovine archeologiche tra le più importanti della Sicilia orientale, oltre che di vaste distese di agrumeti in cui viene coltivata l’Arancia Rossa di Sicilia nelle varietà Moro, Tarocco e Sanguinella.

Nell’area a nord di Lentini (molto più ampia rispetto a quella a sud della città), solcata dal Fiume San Leonardo e da altri corsi d’acqua (i Torrenti Trigona, Barbaianni, Rappis, Sapillone – Margi, Ossena – San Lio, Fiumefreddo – Serravalle) nonché da varie canalizzazioni poste nell’estrema area settentrionale di Lentini (e della Provincia di Siracusa) lambita per pochi chilometri dal Fiume Gornalunga (importante fiume siciliano che nasce in Provincia di Enna per poi affluire presso il Fiume Simeto a pochi chilometri dalla sua foce) citando anche la presenza del lago noto come “Biviere di Lentini”. Quest’area presenta vaste coltivazioni di agrumi (in particolare Arance Rosse) che circondano residenze feudali appartenenti alle famiglie nobili lentinesi e catanesi (i feudi Bonfiglio di Carmito, San Basilio, Magnano – San Lio, Catalano – Vagliacasi, Reina, Signorelli – Catalicciardo, Perrotta – Biviere, Aletta ecc…) nonché altre numerose rovine archeologiche di cui i siti principali sono quelli di Ossena – San Lio, Bulgherano, Grottastella, Bagnara, Cozzo Luppinaro, Palazzelli, Castellana, San Basilio, Cozzo della Tignusa, Fiumefreddo, Xirumi – Serravalle, Cucco – Agnelleria, Sigona Grande, Cuccumella, Catalicciardo, Portella Papera, Galermo, Santalania, Carmito, Bonvicino, Ponte Malati, Valsavoia, Armicci, Timpunazzo, Sant’Ilario.

La flora spontanea del territorio lentinese è varia e presenta numerose piante autoctone di cui va citata la presenza di varie specie arboree e arbustive come Bagolari, Frassini, Pini Marittimi, Pini d’Aleppo, Aranci Amari, Olivi e Mandorli ed erbacee come varie erbe aromatiche selvatiche (Origano, Salvia, Timo ecc…) e erbe autoctone utilizzate come alimento o medicamento (Senape dei Campi, Borragine, Malva, Cedracca ecc…). Le specie coltivate riguardano numerose specie agrumicole (Arance a polpa bionda come la “Novellina” e a polpa rossa come la “Sanguinella” e il “Tarocco, oltre a Mandarini, Clementine, Limoni ecc…) e frutticole (Pesche, Pere, Susine ecc…).

La fauna è piuttosto varia e comprende numerose specie ittiche che popolano i fiumi, i torrenti e il Lago di Lentini. Infatti troviamo la presenza di Trote (iridee), Tinche, Alborelle, Carpe (all’interno del Biviere), Anguille e altre specie (presso il “San Leonardo vi sono anche pesci provenienti dal mare come Cefali e Spigole che riescono a sopravvivere anche in acque salmastre o parzialmente dolci) a testimonianza di ciò nei pressi del Biviere vi sono rovine di antichi allevamenti ittici. Da citare la presenza dei Granchi e dei Gamberi di Fiume nonché di numerose specie di Rane (“Larunchi”) che per i lentinesi sono una specialità tipica. Per quanto riguarda i rettili troviamo numerose specie di serpenti come la Biscia e il Colubro Leopardino ma anche lucertole di vari tipi. Come volatili troviamo numerose specie acquatiche come Svassi, Spatole, Aironi, Fenicotteri, Cavalieri d’Italia, Folaghe, Germani che vivono all’interno del Biviere (ma anche nelle aree circostanti): vi sono anche Tordi, Cornacchie, Colombacci e vari Passeriformi (Pettirossi, Verdoni, Cardellini) e Rapaci (Barbagianni, Allocchi e Civette). I mammiferi presenti sono Volpi, Donnole, Topi, Gatti Selvatici, Lepri, Conigli, Istrici, Porcospini, Pipistrelli ecc…

Per visitare queste aree bisogna seguire queste regole:

  • Avere un buono stato di salute (non avere handicap fisici, malattie osseeneurologiche e cardiovascolari);
  • Avere una buona perizia nel sapersi arrampicare su ogni tipo di parete rocciosa di tipo montano;
  • Essere esperti in speleologia (per quanto riguarda l’esplorazione di grotte, caverne o anfratti) o in alpinismo (per quanto riguarda arrampicate ed esplorazioni su pareti montane);
  • Fare attenzione ai serpenti che siano velenosi o no;
  • Saper attraversare fiumi e torrenti di qualsiasi portata;
  • Visitare i territori montani nel periodo primaverile o estivomai in autunnoin inverno (periodi piovosi) o dopo un temporale poiché le pareti iblee possono essere scivolose e disgregarsi con l’acqua (essendo roccia calcarea è soggette a crollo), stessa cosa dicasi per l’esplorazione di grotte ed ipogei profondi;
  • Non esplorare mai grotte o ipogei sotterranei durante un temporale poiché vi è il rischio di rimanere soffocati nella grotta causa il riempimento di acqua delle pareti calcaree;
  • Non lasciare rifiuti organici ed inorganici;
  • Non accendere fuochi specialmente in estate poiché potrebbero sorgere focolai incendiari;
  • Si possono fare tranquille scampagnate a patto che i luoghi scelti siano sicuri (da evitare specialmente aree vicino a precipizi);
  • Non molestare la fauna locale;
  • Non danneggiare la flora;
  • Non raccogliere funghi senza la specifica autorizzazione rilasciata dalle ASL;
  • Non effettuare scavi archeologici non autorizzati dagli enti preposti;
  • Non tagliare alberi;
  • E’ possibile effettuare scampagnate, campeggi o passeggiate in certi territori iblei ma bisogna rispettare le regole sovrastanti e soprattutto non montare campeggi nelle aree potenzialmente pericolose da visitare;
  • Non tentare di “visitare” forzatamente aree e edifici citati nel sito di proprietà privata in cui l’accesso è vietato.

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