Palazzolo Acreide, Territorio ibleo palazzolese e neviere

Palazzolo Acreide

Territorio ibleo palazzolese e neviere


Paesaggio ibleo presso la zona di Porticaletto, a sud di Palazzolo Acreide.

 Il territorio ibleo che circonda Palazzolo Acreide è uno dei più belli e vasti ambienti montani dell’intero Meridione d’Italia. Esso comprende notevoli curiosità naturali come cave, grotte e ampie vallate; ma anche segni indelebili del passaggio dell’uomo come necropoli e resti di edifici in cui lavoravano i contadini di un tempo (mulini, masserie e stalle). Grazie alla Candidatura di Palazzolo Acreide a Territorio Unesco, anche il suo territorio circostante sta venendo rivalutato facendolo diventare una meta turistica importante.

La zona iblea palazzolese può essere divisa in sei grandi zone, meridionale, sud orientale, orientale, nord orientale, sud occidentale, occidentale e nord occidentale. Quella meridionale comprende la collina di Colle Orbo e della Madonna delle Grazie, nonché la Contrada Torre Iudica (aree colme di Necropoli sicule) poste a sud del sito archeologico di Akrai e l’area posta al confine col territorio netino comprendenti le zone rurali di Acquanuova e Porticaletto che presentano anche importanti siti rupestri dovuti anche alla vicinanza con la zona archeologica di Santa Lucia di Mendola (in territorio di Noto); la zona sud orientale comprendente le Contrade Fondi, Famolio e Camelio (aventi varie rovine archeologiche di tipo rupestre come necropoli semiterranee), e l’inizio della Cava Cardinale, da cui si origina l’omonimo torrente che andrà a formare dapprima la Cava Bagni, e poi il Vallone Cavadonna, che a sua volta si immetterà presso il Fiume Ciane in territorio di Siracusa; ad est vi è il grande sito archeologico di Bibbinello, interamente occupato da una vasta Necropoli di epoca sicula e intervallato da cave e pareti possenti poste presso il corso del Fiume Anapo, ma anche le zone iblee di Santolio, Bibbia, Timpa di Corvo, Costa Gerbara, Monasterello che possiedono notevoli bellezze naturali e anche alcune rovine archeologiche; la zona nord orientale è occupata dalle Cave Purbella (nota anche come “Valle dei Mulini” per la presenza di ben quattro impianti molitori dei quali l’unico funzionante è il Mulino di Santa Lucia) e Cangoro i cui torrenti si immettono presso il Fiume Anapo e divise da uno sperone roccioso (Roccocugno) su cui sorge il Cimitero di Palazzolo, altre zone sono le Contrade Fontanasecca, Pantano, Catania, Cugnarelli nonché un tratto dell’antica Ferrovia Siracusa – Ragusa – Vizzini con le rovine dell’antica Stazione di Palazzolo; quella sudoccidentale comprendente la vasta zona iblea di Falabia di aspetto rurale ma con alcune importanti rovine archeologiche; l’area occidentale comprendente le aree della Cava dello Geri, di Giannavì e dell’alta Valle del Tellaro; e infine l’area nord occidentale comprendente le aree dei Monti Poi e Santa Venera (posto tra i territori di Palazzolo, Buscemi e Giarratana) nonché il tratto palazzolese dell’Alta Valle dell’Anapo (area ricca di rovine archeologiche e di bellezze naturalistiche).


La Necropoli di Contrada Torre Iudica.


La zona iblea di Bibbinello.


La Cava Purbella.


La Valle dell’Anapo palazzolese.

Queste vaste aree fanno del territorio ibleo di Palazzolo una vera e propria area di confine negli stessi Monti Iblei dividendo l’area meridionale dei medesimi più brulla e ricca di rocce, anfratti e cave iblee da quella settentrionale ricca di corsi d’acqua posti tra grandi praterie intervallate da piccoli boschi, in cui è possibile ammirare anche alcune “Neviere”, ossia depositi in pietra in cui veniva depositata la neve (che in inverno talvolta cade presso le aree più interne della zona iblea di Palazzolo) che serviva per tenere al fresco cibi deteriorabili in assenza dei moderni frigoriferi. E queste due differenti zone sono proprio collocate in territorio di Palazzolo. In quest’area inoltre si ha la presenza di numerosi rilievi di matrice vulcanica di forma conica (o troncoconica) di tipo rovesciato noti localmente come i “Muntalleri” di cui l’esempio più famoso è quello delle “Mammelle di Lamia” poste a poca distanza dal sito archeologico di Akrai (anche se formazioni simili sono poste presso la Contrada Torre Iudica, Falabia, Serrascimone, Fondi, Bibbinello ecc…). Come detto prima l’area di Palazzolo divide in due zone l’area degli Iblei in meridionale e settentrionale, e le formazioni rocciose dell’area palazzolese (presenti peraltro in altre zone iblee) sono note proprio come “Formazione Palazzolo”.

La zona iblea di Palazzolo possiede una variegata flora di tipo mediterraneo che si adatta alle condizioni del clima variabile (caldo e asciutto in estate, freddo e umido in inverno, con qualche nevicata). La presenza di grandi alberi come Pini Marittimi e d’Aleppo, Frassini, Castagni, Carrubi, Mandorli, Bagolari e Olivi secolari è diffusa in tutta l’area, così come quella di arbusti di vario tipo, fiori tra i quali citiamo i Gigli e Orchidea degli Iblei nonché piante selvatiche commestibili come la “Sinapa” (Senape dei campi), Asfodelo (localmente noto come “Mafalufu” ), la Borraggine, le Bietole e gli Asparagi Selvatici. Degna di nota la presenza di varie specie di funghi (alcuni di essi commestibili come il rarissimo Fungo di Carrubo) e di Tartufi.

La fauna comprende numerose specie di volatili tra cui uccelli quali la Gazza Ladra, il Cardellino, il Verdone, il Colombaccio, la Quaglia, il Tordo e rapaci di vario tipo come Poiane, Falchi, Gufi e Civette. I rettili presenti sono lucertole (tra le quali la colorata Lucertola Iblea), serpenti (gli innocui Biacco, Colubro Leopardino e la Biscia acquatica, e la pericolosa Vipera nelle aree fluviali; quest’ultimo serpente è legato al culto di “San Paolo”) e anche rari esemplari di Tartarughe terrestri. Gli insetti presenti sono Api, Bombi (simili alle api ma aventi una peluria soffice sul loro corpo), Libellule, Gerridi (nelle aree fluviali) e vari tipi di Farfalle. I mammiferi presenti sono la Volpe, la Donnola, i Topi di Campagna, i Gatti selvatici. Nelle zone bagnate da fiumi e torrenti vi è una vasta presenza di fauna acquatica in modo particolare anfibi (Rane e Rospi) ma anche pesci (Anguille, Tinche, Carpe e Trote, in special modo presso il corso del Fiume Anapo).

Bisogna dire che molti luoghi risultano piuttosto impervi o addirittura sconosciuti alle guide turistiche convenzionali poiché poco presi in considerazione dagli Enti Locali. Quindi molti di essi anche se sono molto belli hanno il difetto di non essere antropizzati ossia resi sicuri per il turismo (specie le cave iblee, le “Chiese Rupestri” e le tante rovine disseminate nella campagna.

Le Neviere Iblee nel territorio di Palazzolo

 Presso le zone più interne del vasto territorio ibleo di Palazzolo (in particolare quello posto a nord ovest della città palazzolese) è possibile ammirare qualche raro esempio di “Neviera Iblea”.

 Essi sono dei capanni che possono essere di forma conica simili ai “Trulli di campagna” pugliesi oppure di forma semicircolare. In entrambi i casi essi sono collocati presso le campagne tra Palazzolo Acreide, Buscemi e Buccheri. Questi edifici servivano un tempo per conservare la neve che cadeva nei mesi invernali e queste capanne venivano utilizzate come una sorta di “frigorifero” perché lì venivano conservati cibi come carne e verdure che si deterioravano facilmente con la calura estiva. Le Neviere sono lastricate con una pietra piuttosto dura chiamata “Girbinu”, che non fa passare l’aria calda dentro questi “magazzini” mantenendo una temperatura rigida anche nei mesi estivi. Le “Neviere” venivano poi delimitate da un muro a secco chiamato “Zaccanu”. Bisogna dire infine tipo di costruzioni risultano “uniche al mondo” e si trovano solo nella Zona Montana nord occidentale della provincia aretusea. Anche nei link riguardanti Buscemi e Buccheri potrete trovare notizie sulle Neviere Iblee,

Va detto infine che un perfetto esempio di Neviera lo possiamo ammirare anche all’interno dell’area archeologica di Akrai.

Se si ha intenzione di visitare il vasto territorio ibleo palazzolese è necessario seguire le sottostanti regole;

  • Avere un buono stato di salute (non avere handicap fisici, malattie osseeneurologiche e cardiovascolari);
  • Avere una buona perizia nel sapersi arrampicare su ogni tipo di parete rocciosa di tipo montano;
  • Essere esperti in speleologia (per quanto riguarda l’esplorazione di grotte, caverne o anfratti) o in alpinismo (per quanto riguarda arrampicate ed esplorazioni su pareti montane);
  • Fare attenzione ai serpenti che siano velenosi o no;
  • Saper attraversare fiumi e torrenti di qualsiasi portata;
  • Visitare i territori iblei nel periodo primaverile o estivomai in autunnoin inverno (periodi piovosi) o dopo un temporale poiché le pareti iblee possono essere scivolose e disgregarsi con l’acqua (essendo roccia calcarea è soggette a crollo), stessa cosa dicasi per l’esplorazione di grotte ed ipogei profondi;
  • Non esplorare mai grotte o ipogei sotterranei durante un temporale poiché vi è il rischio di rimanere soffocati nella grotta causa il riempimento di acqua delle pareti calcaree;
  • Non lasciare rifiuti organici ed inorganici;
  • Non accendere fuochi specialmente in estate poiché potrebbero sorgere focolai incendiari;
  • Si possono fare tranquille scampagnate a patto che i luoghi scelti siano sicuri (da evitare specialmente aree vicino a precipizi);
  • Non molestare la fauna locale;
  • Non danneggiare la flora;
  • Non raccogliere funghi senza la specifica autorizzazione rilasciata dalle ASL;
  • Non effettuare scavi archeologici non autorizzati dagli enti preposti;
  • Non tagliare alberi;
  • E’ possibile effettuare scampagnate, campeggi o passeggiate in certi territori iblei ma bisogna rispettare le regole sovrastanti e soprattutto non montare campeggi nelle aree potenzialmente pericolose da visitare;
  • Non tentare di “visitare” forzatamente aree e edifici citati nel sito di proprietà privata in cui l’accesso è vietato.

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