Avola

HomepageIl SiracusanoAvola

Avola
(Marina di Avola – Avola Antica – Cava Grande del Cassibile)

Mappa di Avola e del suo territorio


Mappa di Avola (per ingrandire la mappa clicca qui).

Torna all’elenco

Cenni principali su Avola


Foto panoramica di Avola.

La città di Avola è posta presso un’area pianeggiante situata tra il versante sudorientale dei Monti Iblei e l’ampia insenatura costiera del Golfo di Noto bagnata dal Mare Ionio, delimitata a nord e a sud dai Fiumi Cassibile e Asinaro.

Essa si trova nella zona meridionale orientale della Provincia di Siracusa a circa 23 chilometri a sud dal capoluogo aretuseo, ed è la terza città più popolosa della provincia siracusana dopo Augusta e il comune capoluogo Siracusa, avendo circa 31213 abitanti.

Avola è il più grande centro abitato della zona meridionale del siracusano, noto per le sue funzioni turistico – balneari (data la vicinanza alle aree marine limitrofe), ma anche per le sue eccellenze agroalimentari di cui vanno citati il vino “Nero d’Avola” e la “Mandorla di Avola”. 

L’area urbana di Avola si suddivide in tre zone ben distinte.

La città vera e propria posta in una fertile pianura ai piedi del versante sudorientale dei Monti Iblei, comprendente il suo centro storico dalla particolare planimetria esagonale formata da un insieme di strade che formano una grande e regolare “scacchiera”, frutto della ricostruzione settecentesca della città avvenuta dopo il terremoto dell’11 Gennaio 1693 che distrusse la preesistente città di Avola posta un tempo sul rilievo ibleo noto come “Monte Aquilone”.

Esso è caratterizzato dalla presenza di eleganti edifici in stile barocco, neoclassico e liberty, circondato dagli adiacenti quartieri periferici composti da un insieme di strade parallele o da isolati a sempre del tipo “a scacchiera”.


Il centro storico di Avola.

La zona costiera di tipo abitativo e balneare che si affaccia sul litorale avolese bagnato dal Mare Ionio chiamata “Marina di Avola”, è posta ad oriente dal sopracitato centro storico comprendendo anche le aree marine al di fuori dell’area urbana.

Essa a sua volta si divide in:

  • “Marina Nuova” collegata al centro cittadino dal Viale Corrado Santuccio, meglio noto come “Viale Lido”, da cui raggiungiamo i Lungomari Sandro Pertini e Aldo Moro rispettivamente noti come “Lungomare Tremoli” e “Lungomare Pantanello (collocati rispettivamente lungo la costa settentrionale e meridionale della città avolese); 
  • “Marina Vecchia” chiamata anche “Mare Vecchio” (in dialetto “Mari Vecciu” ) collegata alla città dalla Via Miramare e dal sopracitato Lungomare Aldo Moro, in cui i è collocata la vecchia borgata marinara avolese sorta attorno alla vecchia Tonnara e all’adiacente molo.

La “Marina di Avola”.

Ad occidente è posta la frazione di “Avola Antica” (detta localmente “Raula Veccia” ) posta sul rilievo ibleo noto come “Monte Aquilone”, che si affaccia sulle valli solcate dai Fiumi Cassibile e Erineo (rispettivamente a nord e a sudovest).

Essa è circondata da una vasta zona montana di tipo ibleo solcata da varie cave iblee. In questo luogo vi era collocata la preesistente città medievale di Avola distrutta dal sopracitato terremoto dell’11 Gennaio 1693.

Oggi qui vi è posta un’area residenziale e agricola posta a meridione della Riserva Naturale Orientata della Cava Grande del Cassibile, uno dei siti naturalistici più interessanti della Sicilia sudorientale compreso all’interno dell’ampia cava iblea in cui scorre il Fiume Cassibile.


Avola Antica.


La Cava Grande del Cassibile.

Tornando a parlare del centro storico avolese, va detto che la sua particolarità è appunto la planimetria esagonale formata dalle strade perimetrali formata (in senso antiorario da nordest a sudest) da Via Dante Alighieri, Via San Francesco d’Assisi, Via Alessandro Manzoni, Via Urbano Rattazzi, Via Abramo Lincoln e Via Carlo Linneo, strade che vanno a collegare tra loro le principali piazze cittadine.

Questa planimetria venne progettata dall’architetto licatese Fra’ Angelo Italia che progettò l’odierno  assetto urbano della nuova (e attuale) città avolese, in sostituzione dell’originario sito urbano distrutto in seguito al sisma del 1693.

Questo perimetro stradale va a formare appunto un esagono che “racchiude” il centro storico delimitandolo dalle zone periferiche.

Lungo il perimetro esterno del centro storico avolese troviamo le quattro “piazze esterne” che sono: Piazza Trieste ad est tra le Vie Linneo e Dante Alighieri, Piazza Regina Elena a nord lungo la Via San Francesco d’Assisi, Piazza Vittorio Veneto ad ovest tra le Vie Alessandro Manzoni e Urbano Rattazzi e Piazza Teatro a sud lungo la Via Lincoln.

Esse sono tutte collocate ai vertici dell’esagono avolese, essendo corrispondenti rispettivamente alle Chiese settecentesche di San Giovanni Battista (Piazza Trieste), Sant’Antonio Abate (Piazza Regina Elena), Sant’Antonio di Padova (Piazza Vittorio Veneto) e Santa Venera (Piazza Teatro).

Queste piazze vengono a loro volta collegate  alla centrale Piazza Umberto I (i  cui è ubicata la Chiesa Madre cittadina consacrata ai “Santi Nicola di Bari e Sebastiano”) dagli assi viari formati dal  “Corso Vittorio Emanuele II” e dal “Corso Garibaldi”.

Il Corso Vittorio Emanuele è considerato come l’asse viario principale della città avolese in quanto collega da est ad ovest e viceversa (malgrado i vari “sensi unici” di marcia) le Piazze Trieste, Umberto I e Vittorio Veneto.

Ad oriente del Corso Vittorio Emanuele II ci immettiamo presso il Viale Corrado Santuccio (meglio noto come “Viale Lido”) che conduce alla “Marina di Avola” e all’imbocco della SS 115 per Cassibile e Siracusa (e quindi anche all’imbocco dell’Autostrada A 18 Siracusa – Gela).

Ad occidente raggiungiamo la Piazza Regina Margherita in cui è posta la Stazione Ferroviaria cittadina e da cui, tramite Via Santa Lucia, possiamo raggiungere l’imbocco della SS 115 per Noto.

Il Corso Garibaldi invece attraversa Avola da nord a sud (e viceversa) collegando tra loro le Piazze Regina Elena, Umberto I e Teatro, oltrepassando poi a meridione (al di fuori del centro storico) la Piazza Duca degli Abruzzi e il Largo Sicilia collegandosi tramite la Via Miramare alla borgata marinara di “Mare Vecchio” e al Lungomare Aldo Moro (quindi all’area della “Marina Nuova”).

Con il sopracitato sistema viario formato dai due Corsi Vittorio Emanuele II e Garibaldi, il centro storico avolese viene diviso in quattro aree, a loro volta solcate da un insieme di vie che formano una grande “scacchiera”.

Bisogna comunque dire che in Sicilia oltre ad Avola, vi è anche la città di Grammichele (facente parte dell’ex Provincia ora Città Metropolitana di Catania) ad avere il centro storico caratterizzato da una planimetria esagonale.

Il centro storico avolese, oltre alle sopracitate chiese possiede anche eleganti edifici civici in stile barocco, neoclassico e liberty, di cui vanno citati tra i più importanti i Palazzi Lutri, Guttadauro, Coniglio, Modica e di Città (sede del Municipio), e il Teatro Comunale “Giuseppe Garibaldi”.


Immagine settecentesca dove viene raffigurata la particolare planimetria esagonale di Avola.

Oltre al suo centro storico dalla particolare forma esagonale e alla bellezza delle sue zone marine e iblee, Avola è nota innanzitutto per i suoi prodotti tipici.

Tra essi vanno citate le sue mandorle coltivate presso le limitrofe alture iblee o in vari appezzamenti collocati in prossimità dei Fiumi Asinaro e Cassibile, di cui la varietà più importante è quella nota come “Pizzuta d’Avola” (o “Avola Scelta”) che il noto scrittore siciliano Leonardo Sciascia la considerò “di Ovale Perfetto”.

Con la “Pizzuta d’Avola” vengono prodotti i celebri “Confetti” avolesi, mentre con altre specie autoctone coltivate sempre in territorio avolese (di cui vanno citate la “Fascionello” e la “Romana”, anch’esse piuttosto pregiate e di ottima qualità) vengono anche vari dolciumi tra cui la “Cubbaita” (torrone a base di semi di sesamo e mandorle), i celebri biscotti di mandorla avolesi, ottime granite, “Pasta Reale” (materia prima per la produzione della “Frutta Martorana” e di vari dolciumi) di ottima qualità, e anche vari dolci natalizi (“Mustazzola”, “Marunetti” ecc…).

Degno di nota è il “Latte di Mandorla” fatto con mandorle avolesi, che vengono utilizzate anche per la produzione dei panetti di “Pasta di Mandorle” utilizzati a loro volta per varie produzioni dolciarie.

La “Mandorla di Avola”, in maniera speciale la varietà “Pizzuta”, ha avuto la certificazione “IGP” (“Indicazione Geografica Protetta”).


La Mandorla di Avola con alcuni dolciumi tipici avolesi.

Oltre alla mandorla, la città è nota anche per essere il luogo di origine del “Nero d’Avola”, un vino rosso di colore molto scuro prodotto con l’omonima varietà di uva nota anche come “Calabrisi” o meglio “Cala Aulisi” (i cui chicchi hanno un caratteristico colore blu – violaceo), la cui coltivazione da qui si è poi diffusa in gran parte della Sicilia meridionale.

Esso è uno dei vini siciliani più famosi del mondo, divenuto molto ricercato proprio per quelle sue particolarità aromatiche, tanto che ha ottenuto il marchio “DOC” (“Denominazione di Origine Controllata”).

Dalle uve “Nero d’Avola” vengono inoltre prodotti vari tipi di vino siciliani come ad esempio i vini “Cerasuolo di Vittoria” e “Eloro di Pachino”. Non meno importanti sono le coltivazioni agrumicole, in particolare di limoni della varietà “Femminello di Siracusa”.


Il Vino Nero d’Avola.

La città di Avola, insieme alle città di Noto, Rosolini, Pachino e Portopalo di Capo Passero, fa parte dal 1998 del “Gal (Gruppo di Azione Locale) Eloro” (www.galeloro.org), che comprende tutte le città della Zona sud della Provincia di Siracusa (area che si differenzia dal resto della Provincia per dialetti e usanze piuttosto diverse), mentre dal 2013 assieme ai comuni di Noto, Pachino – Portopalo di Capo Passero, Ispica (RG) e Pozzallo (RG) fa parte del “GAC (Gruppo di Azione Costiera) dei Due Mari” (www.gacdeiduemari.it).

Dal punto di vista dialettale, la città di Avola che è collocata nella zona a sud di Siracusa (assieme alla limitrofa Noto), è posta nell’area di confine tra i dialetti di ceppo siracusano e ragusano per cui la “parlata avolese” si presenta molto diversa rispetto a quella delle città dell’area settentrionale e meridionale della provincia.

Difatti il siciliano parlato ad Avola presenta una cadenza molto “indipendente” non presentando particolari influssi né dal ragusano né dal siracusano (intesi come dialetti “provinciali”), anche se da quest’ultimo si differenzia in quanto non è previsto l’uso della “CH” (ad esempio “Chiavi” e “Chiovu” ad Avola vengono pronunciati “Ciavi” e “Ciovu” ) e dal diverso modo di pronunciare le parole con radice “GGH” (es. “Cunigghiu”, “Megghiu” ecc…), che però si presenta più simile ai dialetti compresi tra la provincia ragusana e l’area meridionale del siracusano.

Va detto infine che Avola è gemellata con le città di Trakai (Lituania) dal 2014 e Montauban (Francia) dal 2015.

Torna all’elenco

Statistiche generali

  • Nome in siciliano: “Aula” (o “Avula”, “Raula”“Ravula” );
  • Abitanti: avolesi;
  • Popolazione abitante: 31213 abitanti;
  • Comuni confinanti: Siracusa, Noto (SR);
  • Fiumi e torrenti limitrofi: Fiume Asinaro, Fiume Cassibile, Fiume Erineo (Torrente Miranda – Pisciarello – Risicone)Torrente Bochini – Puzzi, Torrente Campana – BorgellusaTorrente Cava L’Unica – Falaride, Torrente di Avola, Torrente Giordano – Cava SerpenteTorrente Mammanelli – Eughini, Torrente Margio, Torrente Bugliola – Passamare, Torrente San Giovanni, Torrente Fondocastro – Santa Nicolella, Torrente Tangi;
  • Zone lacustri: Laghetti di Cava Grande del Cassibile;
  • Monti e rilievi limitrofi: Cozzo Tirone, Monte Aquilone, Serra Guardia, Cugno AgostaMonte d’OroMonte Sant’EliaSerra PalazzoCugni di FassioCozzo SpinetaCozzo Marotta;
  • Clima: freddo e umido in inverno con eventuali precipitazioni, caldo e torrido in estate con venti di ponente o scirocco, mite con eventuali piogge in autunno e primavera;
  • Santa Patrona: Santa Venera (Avola – Marina di Avola);
  • Altri Santi venerati: Sant’Antonio Abate, San Corrado ConfalonieriSan Giuseppe, San Sebastiano, Sacro Cuore di GesùSanta Maria delle Grazie (Avola Antica), Santa Maria del CarmineSanta Maria Assunta, Beato Antonio Etiope, Santa Maria Immacolata;
  • Economia avolese: agricoltura, allevamentopesca, turismo, industria e commercio agroalimentare, settore commerciale;
  • Prodotti tipici e specialità gastronomiche: Mandorla di Avola e prodotti annessi (pasta di mandorle, granite, dolciumi), vino “Nero d’Avola”, salumi ed insaccati, formaggi e latticini, olio extravergine di oliva, conserve di vario tipo, pescato locale e prodotti ittici, “Pane di Casa”, focacce e pizze (“Mpanati” e “Scacciati” ), dolciumi di vario tipo;

Torna all’elenco

Come raggiungere Avola

Via Auto

  • Per chi proviene dall’Italia peninsulare e da Messina, Catania e rispettive province: immettersi sull’Autostrada A 18 Messina – Catania, dopodiché percorrere la Tangenziale di Catania e immettersi sull’Autostrada “Catania – Siracusa” in direzione della città aretusea, imboccando il tratto autostradale “Siracusa – Gela” (in esercizio fino a Rosolini) uscendo allo svincolo “Avola”, per poi immettersi infine sulla SS 115 Cassibile – Avola percorrendolo in direzione della città avolese;
  • Per chi proviene da Palermo, Caltanissetta, Enna, Agrigento e Trapani e rispettive province: immettersi sull’Autostrada A 19 Palermo – Catania ed uscire allo svincolo “A 18 Tangenziale di Catania – Ragusa – Siracusa” ed immettersi prima nella tangenziale, dopodiché sull’Autostrada Catania – Siracusa (che a sua volta si immetterà sul tratto autostradale Siracusa – Gela in esercizio fino a Rosolini) e uscire allo svincolo “Avola”, per poi immettersi sulla SS 115 Cassibile – Avola arrivando così presso la città avolese);
  • Per chi proviene da Gela e Ragusa: immettersi sulla SS 115 fino a Rosolini e imboccare l’Autostrada A 18 Siracusa – Gela ed uscire allo svincolo “Avola”, immettendosi poi sulla SS 115 Cassibile – Avola in direzione della città avolese);

Via Treno

  • Sul sito www.trenitalia.com bisogna compilare il modulo con le città di partenza e le città di arrivo (in questo caso Avola) per conoscere giorni, orari e durata del viaggio.

Via Aereo

  • L’aeroporto più vicino ad Avola è quello di Catania (Aeroporto Fontanarossa “Vincenzo Bellini” www.aereoporto.catania.it), sul sito controllate gli orari dei voli, e sui siti delle autolinee controllate gli orari degli autobus che dall’Aereoporto Fontanarossa conducono ad Avola (controllate le Autolinee AST e Interbus).

Via Autobus

Via Mare

  • Avola è raggiungibile via mare dagli scali di Pozzallo (RG), Catania, Messina, Milazzo (ME), Termini Imerese (PA), Palermo e Trapani (per le informazioni stradali vedere paragrafi soprastanti); per saperne di più visitate il sito www.traghettilines.it.

Torna all’elenco

Storia di Avola

Dalle origini (dal 2000 a.C. circa) alla distruzione (11 Gennaio 1693)

La storia antica della città di Avola venne studiata da molti studiosi ed archeologi, tra cui figurano gli storici avolesi Gaetano Apollo Gubernale e Corrado Caldarella – Tiberio, l’archeologo roveretano Paolo Orsi, e i lentinesi Salvatore Ciancio e Francesca Gringeri Pantano (rispettivamente archeologo e storica).

Il territorio limitrofo all’attuale città di Avola è stato uno dei primi nel siracusano ad essere abitati da popolazioni neolitiche.

Intorno al periodo che va dal 2000 a.C. queste comunità neolitiche di origine sicana andarono ad abitare in villaggi da loro costruiti posti in prossimità delle aree a strapiombo sulle pareti delle cave iblee presenti nell’attuale territorio comunale avolese, di cui la più nota è la Cava Grande del Cassibile.

Presso le pareti di quest’ultima erano presenti degli insediamenti abitativi, tra cui quelli più noti erano ubicati lungo la parete nord della cavità tra la “Grotta dei Briganti” e la “Necropoli del Cassibile”. 

Successivamente molte di queste comunità si spostarono presso le aree a ridosso del Monte Aquilone formato vari insediamenti presumibilmente collocati presso le Contrade Cozzo Tirone, Cugno Agosta, Cava Cannalivari, Chiusa Cavallo, Montagna e Giordano, oltre che presso il rilievo noto come “Monte d’Oro”.

Vennero popolate anche le campagne nella fertile pianura in cui tuttora è ubicata l’attuale città avolese, oltre che alcune aree della zona costiera, in particolare presso le zone di Cicirata, Gallina, Capo Negro e Falaride.

Queste aree dovevano essere popolate sin dal periodo preistorico e a testimonianza di ciò, presso la contrada Falaride l’archeologo lentinese Salvatore Ciancio scoprì nel 1961 una costruzione di origine ignota origine simile ad un “dolmen” (costruzione composta da grosse pietre che doveva avere funzioni sacre), che venne appunto chiamato “Dolmen Ciancio” (dal nome del sopracitato archeologo). 

Sono molte le ipotesi storiche su questa costruzione (presumibilmente) preistorica condotta da vari studiosi; il dolmen avolese doveva avere la funzione di “tempio” dedicato a divinità pagane alle quali venivano offerti vari “sacrifici”. In prossimità di esso è stata rinvenuta una piccola necropoli.

Le aree sudoccidentali del territorio avolese presentano tracce di antichi insediamenti abitativi di epoca protostorica (in particolare le zone tra le Contrade Bochini, Fondocastro e Cozzo Marotta).

Tenendo conto del periodo risalente alla “Civiltà di Castelluccio” sviluppatasi nell’omonima contrada posta nel vicino territorio di Noto nel periodo che va dal 2300 a.C. al 1700 a.C.  probabilmente cominciarono a svilupparsi degli insediamenti abitati da popolazioni prima sicane e poi sicule (1000 a.C. circa), ubicati quasi certamente presso la sommità del Monte Aquilone ossia l’odierna area di “Avola Antica”.

La presenza di numerose tombe rupestri lungo le cave iblee adiacenti all’attuale centro abitato della frazione iblea avolese, confermerebbe ciò.

Vanno citate in particolare la necropoli ubicata sotto l’ex convento della Madonna delle Grazie, le tombe collocate nei presso l’edicola votiva posta all’ingresso della frazione montana avolese, e i siti funerari del limitrofo Cozzo Tirone e delle vicine cavità di tipo ibleo (Cava Pisciarello e Vallone Bugliola).

Le aree funerarie appartenevano sicuramente ad insediamenti abitativi popolati da tribù seminomadi, che cominciarono a dimorare in maniera stabile presso un antico villaggio collocato “con molta probabilità” sulla sommità del Monte Aquilone, oppure sul limitrofo Cozzo Tirone.

Va comunque detto in alcune aree collocate presso i poco lontani rilievi di Cugno Agosta, Monte d’Oro e nei pressi delle Contrade Chiusa Cavallo, Cammarelli e Montagna (a nord di Avola Antica) sono state rinvenute tracce di insediamenti abitativi e funerari.

Poco più a nord, sulle pendici della Cava Grande del Cassibile, venne invece a formarsi in epoca sicula tra i secoli XI a.C. (1100 – 1001) e X a.C. (1000 – 901) la cosiddetta “Civiltà del Fiume Cassibile”, molto simile a quella che si sviluppò presso Pantalica.

I siculi dimorarono presso i preesistenti (e presunti) insediamenti di epoca sicana, costituendo un villaggio ubicato molto probabilmente presso i rilievi a nord del tratto orientale della cava presso area nota come “I Cugni” posta tra i territori comunali di Siracusa e Noto, di cui il rilievo più importante è il “Cugno Mola”.

Qui era posto un villaggio abitativo dove vi era collocato un tempio che in epoca greca venne consacrato alla Dea Artemide, il quale sovrasta il sito funerario di tipo rupestre noto come “Necropoli del Cassibile”.

Quest’ultimo è posto tra le Cave del Cassibile e Sant’Anna che, che con circa 2000 tombe rupestri è seconda solo al vicino sito di Pantalica (che invece ne conta circa 5000).

 Dell’età greco – romana, sappiamo che i coloni greci provenienti da Siracusa diedero un’ulteriore importanza al territorio avolese che venne solcato dalla cosiddetta “Via Elorina”, la strada che collegava l’antica città aretusea con l’insediamento portuale di Heloros – Helorum, le cui rovine sono poste a sud di Lido di Noto.

Si hanno comunque poche fonti storiche dell’insediamento abitativo tra il Cozzo Tirone e la sommità del Monte Aquilone, che probabilmente ospitava qualche comunità rurale.

Quest’area a ridosso dei Monti Iblei avolesi, viene inoltre identificata dagli storici come una delle possibili collocazioni della città arcaica nota come “Hybla Major” (“Ibla Maggiore”).

Essa doveva essere una delle tre “Hybla” citate in Sicilia tra cui vanno citate “Hybla Heraia” (“Ibla Erea”, a cui sono associati i resti rivenuti presso il “Giardino Ibleo” a Ragusa), e “Hybla Gereatis” (“Ibla Gereatide”, posta tra Gela e Piazza Armerina?), che probabilmente era ubicata in un’area della Sicilia sudorientale.

Oltre ad Avola, i siti riconducibili alla “Hybla Major” situati nel siracusano sono:

  • “Pantalica”, il cui sito posto lungo la valle solcata dal Fiume Anapo (territori di Sortino, Ferla e Cassaro) anch’esso certamente chiamato “Hybla”, che con molta probabilità è quello che si avvicina di più alla suddetta denominazione essendo sede di un piccolo regno governato dal re chiamato appunto “Hyblon”;
  • l’area solcata dal Fiume Marcellino comprendente i territori di Melilli (e la sua frazione Villasmundo) e Augusta, nella quale si ipotizza la collocazione di un villaggio il cui toponimo sarebbe “Stiela”.

Altre aree col suddetto toponimo di “Hybla” sarebbero state identificate presso Piazza Armerina (EN), Paternò (CT) e Francavilla di Sicilia (ME), ma sicuramente non sono riconducibili alla suddetta “Hybla Maior”.

Va detto che dal toponimo “Hybla”, potrebbe derivare il nome latino di “Abola” (divenuto attualmente “Avola”), utilizzato dal periodo medievale.

Tornando a parlare dell’antico insediamento da cui si sviluppò la prima città di Avola, non si esclude che l’ipotetico villaggio posto a ridosso del Monte Aquilone poté divenire certamente sede di una piccola “cittadella” dal medio sviluppo urbano, popolato perlopiù da agricoltori e pastori.

Ma non si potrebbe neanche escludere una sua funzione militare o strategica, dato che dai rilievi di Avola Antica si può ammirare gran parte della zona meridionale della Provincia di Siracusa.

Ciò doveva rendere agevole il controllo del territorio, proprio per scongiurare assalti marittimi o via terra.

I coloni greci provenienti da Siracusa, costruirono inoltre masserie fortificate nelle zone marine a ridosso dell’attuale Avola.

Infatti sono state rinvenute mura e rovine risalenti al periodo greco, poste presso le Contrade Piano del Bosco (presso la palestra della scuola elementare “Coletta”), Merlino e Borgellusa.

Non si esclude inoltre la presenza di piccoli approdi marittimi, che vennero certamente utilizzati dai pescatori locali (Lungomare Tremoli? Contrada Falaride?).

Al periodo greco (periodo tra il 400 e il 300 a.C.) risale inoltre il “tesoro” rinvenuto presso la Contrada Mammanelli noto come “Ripostiglio di Avola” (o “Oro di Avola”), il quale è formato da varie monete e gioielli; esso è tuttora esposto al British Museum di Londra.

L’attuale territorio avolese, era inoltre attraversato dal tratto settentrionale della “Via Elorina”.

Essa era la strada che collegava Siracusa alla città di Heloros (Eloro), le cui rovine sono poste presso Lido di Noto.

Alcuni ruderi che dovevano appartenere a questa antica “arteria stradale”, sono stati rinvenuti a poca distanza dal litorale avolese tra le Contrade Merlino e Borgellusa (a nordest di Avola).

Il territorio avolese, intorno al 413 a.C. vide svolgersi le fasi conclusive della campagna siciliana della “Guerra del Peloponneso”, conflitto che riguardava le città di Atene e Sparta.

Quest’ultima città era alleata di Siracusa, che venne appunto  attaccata dall’esercito ateniese durante la seconda “Spedizione Ateniese” in Sicilia.

La vittoria dell’esercito siracusano contro gli ateniesi, si concretizzò in territorio avolese grazie a due battaglie avvenute lungo le sponde di due corsi d’acqua, i Fiumi Erineo e Asinaro.

La prima battaglia si svolse lungo il “Fiume Erineo”, ossia l’attuale torrente che scorre presso la Cava di Pisciarello (nota anche come “Miranda” o “Risicone”), che sfocia a sud dell’attuale borgata marinara di “Mare Vecchio”.

L’area fluviale in cui avvenne questa battaglia, era ubicata probabilmente in “Contrada Piano della Pace” (posta ai piedi del Monte Aquilone, ad ovest dell’attuale Avola), dove il generale ateniese Demostene si arrese ai siracusani prima dell’atto finale della guerra.

Seguì la decisiva “Battaglia del Fiume Asinaro”, mediante la quale gli ateniesi vennero definitivamente sconfitti dai siracusani.

Questa battaglia vide coinvolto il tratto più a valle del Fiume Asinaro, delimitato a nord dalle contrade avolesi di Cicirata, Piccio, e Puzzi – San Marco (presso la quale vi sono i resti di “Latomie” ossia cave di pietra di epoca greca), mentre a meridione vi sono quelle netine di Falconara, Fiumara – Piombi e Balata (dove poi in epoca araba sarebbe poi sorto il feudo di Ragalmaida, che era compreso all’interno della Contrada Puzzi).

Del periodo greco risalgono varie necropoli collocate lungo il territorio avolese, i sopracitati resti della “Via Elorina” (posti in prossimità della Contrada Borgellusa), e vari ruderi posti presso le Contrade Cicirata, Puzzi – San Marco e Merlino.

Durante il periodo della dominazione romana, cominciata nel 212 a.C. in seguito alla conquista di Siracusa da parte del console Marcello, il territorio della presunta “Hybla Major” avolese venne sicuramente ritenuto molto importante dal punto di vista strategico per i suddetti motivi.

Ma di miglioramenti urbani, nonché di opere militari costruite durante questo periodo, si sa ben poco.

Invece è sicura la valenza rurale del territorio avolese, dati i rinvenimenti di antichi insediamenti abitativi del medesimo tipo.

Il più noto di essi era la cosiddetta “Villa Romana”, i cui resti sono posti lungo l’attuale Via Sandro Pertini (Lungomare Tremoli).

Presso le aree iblee che circondano Avola, vi erano altri insediamenti rurali della medesima epoca.

Tra di essi citiamo quelli rinvenuti presso le Contrade Tagliatelli, Gallina, Petrara, Risicone e Puzzi; quest’ultimo il secondo più importante dopo la sopracitata “Villa Romana” di Via Sandro Pertini.

Durante la dominazione romana, la popolazione locale conobbe molto probabilmente gli insegnamenti cristiani da “Santa Venera”.

Ella fu una “Martire” originaria o della “Gallia” o dell’antica Xiphonia (città che doveva trovarsi nell’area limitrofa ad Acireale, Aci Catena, Aci Castello e Aci Sant’Antonio), che secondo la tradizione locale visse come eremita e predicatrice nella cosiddetta “Grotta di Santa Venera”, posta in un anfratto posto sotto il Monte Aquilone a strapiombo sulla cava iblea nota come “Vallone Bugliola”.

La predicatrice, dopo aver patito il martirio avvenuto presumibilmente nel 144 d.C. in territorio di Acireale o secondo alcune fonti storiche in Gallia, venne proclamata “Santa Martire” e successivamente “Patrona” della città di Avola.

Al periodo greco – romano, con molta probabilità risalirebbe l’inizio della coltivazione di uva da vino da cui deriverebbe l’attuale vitigno “Nero d’Avola, olive da olio, cereali e ovviamente delle celebri mandorle avolesi.

Inoltre, secondo vari studiosi, presso l’area marina avolese di Falaride vi era la presenza di un villaggio di epoca romana noto come “Talaria”, ma ad oggi non sono state rinvenute significative rovine appartenenti a questo presunto insediamento urbano.

Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente che sancì l’inizio del periodo noto come “Alto Medioevo”, il territorio avolese venne popolato da gente di etnia bizantina.

Forse, proprio in questo medesimo periodo si ebbe una consistente presenza umana che dimorava all’interno della presunta “Hybla Major”, in particolare all’interno delle cosiddette “case – grotta” poste lungo il rilievo montano del Monte Aquilone.

La presenza bizantina, è attestata grazie alla presenza di oratori rupestri e catacombe localizzate nelle aree limitrofe all’attuale frazione di Avola Antica, in particolare presso l’area attigua all’attuale Convento della Madonna delle Grazie.

Aree rupestri di tipo abitativo, sacro o funerario sono state rinvenute lungo il Vallone Bugliola e nelle Cave di Pisciarello, Buonafiglia, Lampo, Ombra, Giordano ecc…

Anche l’area della Cava Grande del Cassibile venne popolata in epoca bizantina.

Il più noto sito di frequentazione alto medievale è la cosiddetta “Grotta dei Briganti”, anfratto all’interno del quale vennero impiantati oratori e aree sepolcrali di tipo rupestre.

Gli altri insediamenti rupestri posti lungo la cavità furono quello dei “Dieri di Cava Grande” noti anche come “A Rutta re Tri Pirati”, a cui si aggiungono oratori rupestri posti in Contrada Petracca (al confine col territorio di Noto), e in adiacenza della “Necropoli del Cassibile”.

Un altro oratorio rupestre è posto a nordovest di Avola al confine col territorio di Noto sul Monte Sant’Elia; si tratta della cosiddetta “Grotta” in cui secondo la tradizione locale dimorò l’eremita “Sant’Elia di Noto”.

Altri ruderi di epoca bizantina sono stati rinvenuti presso le Contrade Petrara, Tangi, Ronchetto, Talibelli, Vallone Bochini, Santa Nicolella, Fondocastro e Cozzo Marotta.

Inoltre in gran parte delle aree limitrofe all’antica e alla nuova Avola, sono stati ritrovati molti sepolcri a fossa di epoca bizantina, all’interno dei quali sono stati a loro volta rinvenuti resti umani (frammenti ossei o scheletri più o meno integri), il cui studio li fa risalire proprio al periodo bizantino.

In seguito alla conquista araba della Sicilia condotta dal generale Asad ibn al Furat dal 827, anche l’attuale territorio di Avola venne conquistato dagli arabi.

Loro dotarono certamente la piccola cittadella di epoca bizantina posta sul Monte Aquilone di un’importante fortezza, costruendo con molta probabilità altre opere di fortificazione collocate nelle zone limitrofe all’ipotetica “Hybla Major” avolese, che venne rinominata col nome di “Ayla”.

Le aree limitrofe divennero sede di vari piccoli “feudi” agricoli, tra i quali va citato quello di  “Ragalmaida”, posto lungo le due sponde del Fiume Asinaro.

Al periodo arabo risalirebbe l’inizio della fiorente coltivazione agrumicola nel territorio di Avola, che si unì al miglioramento complessivo dell’agricoltura che riguardava olive, mandorle e uva (il vitigno “Nero d’Avola”?), e all’introduzione dell’apicoltura per la produzione di miele.

In quest’epoca iniziò la lavorazione legata alla concia delle pelli, la quale avveniva in concerie rupestri lungo i corsi d’acqua principali.

Per questo scopo vennero riadattate le caverne della “Grotta dei Briganti” poste a strapiombo sulla Cava Grande del Cassibile, divenendo note anche come “Grotte della Cunziria”.

Dopo l’anno 1061, in seguito alla conquista normanna della Sicilia, l’antica città di Avola sul Monte Aquilone cominciò con molta probabilità a prendere forma.

Sicuramente venne rafforzata la preesistente fortezza araba facendola divenire un vero e proprio Castello inespugnabile, le cui rovine sono tuttora poste presso il punto più alto del sito collinare.

Il centro abitato dell’antica Avola, venne appunto chiamato col toponimo “Abola”.

Durante il periodo svevo, “Abola” si ingrandì e, erroneamente a quanto citato da alcuni storici che consideravano l’antica città avolese un grande colonia penale, essa divenne sicuramente una delle più importanti città medievali dell’area sudorientale del Val di Noto.

Il centro abitato dell’antica Avola, sicuramente ebbe vari rapporti commerciali con le limitrofe città di Noto, Palazzolo e Siracusa.

Esse erano collegate ad Avola da un sistema di strade rurali denominate “Regie Trazzere”; esse furono le antiche e più importanti “vie di comunicazione” della Sicilia, mediante le quali era assicurato il collegamento tra i vari centri urbani.

Di esse la più nota è la “Regia Trazzera della Montagna”, che collegava appunto i territori di Avola, Noto e Palazzolo scavalcando la “Cava Grande del Cassibile, attraversando di conseguenza l’attuale area di Canicattini Bagni.

A questo periodo risalirebbe la suddivisione in quattro principali quartieri fortificati noti come “Ronchetto”,  “Balzi”, “Marchi” e “Suso”.

Essi, inglobavano quasi per intero il versante del Monte Aquilone sul quale vennero costruiti i principali monumenti dell’antica città, tra cui vanno citate le Chiese di San Nicola di Bari e di Santa Venera.

Durante periodo angioino, anche ad Avola scoppiò la rivolta dei “Vespri Siciliani” che iniziò il 30 Marzo 1282, provocando la cosiddetta “Guerra del Vespro” che tenne la Sicilia in stato d’assedio per moltissimo tempo coincidendo con l’inizio del periodo denominato “aragonese”.

Nel frattempo la città avolese divenne prima “Baronia”, poi “Marchesato” con la famiglia Aragona – Tagliavia – Cortes.

Nel periodo a cavallo tra il 1400 e 1500, la città cominciò a far parte del “Vicereame di Sicilia” retto dalla famiglia reale degli Asburgo di Spagna.

In questo periodo venne costruita la prima Chiesa di San Sebastiano, il cui culto cominciò ad espandersi all’interno della città avolese per via di alcuni eventi ritenuti “miracolosi”.

Inoltre presso l’antica Avola, visse e ed operò il “Beato Antonio Etiope”, un religioso di origine africana che, dopo esser stato venduto come schiavo ad una nobile famiglia avolese, si convertì al Cristianesimo.

Negli anni del 1600, l’antica città di Avola conobbe il suo massimo splendore architettonico ed economico.

L’agricoltura che comprendeva oltre alla coltivazione di cereali, agrumi, olive e mandorle, vide anche l’aggiunta di nuove colture quali patate e canne da zucchero.

L’allevamento e l’artigianato si confermarono ottime fonti di lavoro, e inoltre le attività marittime legate alla pesca migliorarono grazie alla costruzione di un’approdo marittimo e della limitrofa “Tonnara” (in cui venivano lavorati i tonni pescati nell’antistante tratto avolese del Mare Ionio), andando a formare l’attuale borgata di “Mare Vecchio” facente oggi parte della “Marina di Avola.

La città di Avola collocata sul Monte Aquilone, venne totalmente cancellata dal terribile terremoto dell’11 Gennaio 1693.

Il sisma che distrusse l’antica città avolese uccidendone gran parte dei suoi abitanti, portò con se anche carestie e pestilenze.

I superstiti decisero di abbandonare il sito preesistente spostandosi di conseguenza più a valle, nell’area dove la nuova Avola verrà ricostruita durante buona parte del 1700 (vedi prossimo capitolo).

Oggi dell’antica Avola restano solo poche rovine che, grazie a studi recenti e a campagne archeologiche mirate, stanno piano piano tornando alla luce.

La Rinascita di Avola (1700 – 2000)

Dopo il terribile terremoto che distrusse la città di Avola sul Monte Aquilone, il nobile Nicolò Aragona – Pignatelli (Duca di Terranova e Marchese di Avola), si rese conto dell’instabilità della zona martoriata dal terremoto.

Egli chiese ai superstiti se volevano ricostruire la città presso l’originario sito, oppure di spostarsi altrove così come avvenne anche per la vicina città di Noto.

I cittadini, decisero in comune accordo di ricostruire Avola più a valle, e a poca distanza dal litorale ionico avolese.

Venne scelta la contrada chiamata allora “Fondo Mutubè”, e i superstiti cominciarono a stabilirsi nel luogo in cui sorge l’odierna città di Avola.

Per la pianificazione e la ricostruzione della nuova città fu chiamato Fra’ Angelo Italia, padre gesuita nonché architetto originario di Licata (AG), che risiedeva a Palermo nel locale convento appartenente all’ordine gesuitico.

Il frate licatese progettò nel 1693 la nuova planimetria della città avolese, dandole una particolare forma esagonale (così come avvenne per la costruzione della sopracitata Grammichele, posta nell’area del Calatino facente parte della Città Metropolitana di Catania).

La ricostruzione degli edifici cominciò negli anni seguenti al sisma protraendosi per quasi tutto il 1700, vedendo l’impiego di architetti e maestranze locali.

Tra loro vanno citati gli architetti Michelangelo Alessi da Siracusa, e Antonio Mastrogiacomo da Ferla (molto probabilmente operarono ad Avola anche altri famosi architetti dell’epoca).

Alla ricostruzione di Avola, contribuì anche il capitano d’armi Ascensio Battaglia, che ebbe in seguito la carica di “sindaco” della nuova città avolese.

Per tutto il 1700 Avola fu un cantiere aperto, e solo agli inizi del 1800 venne completata la ricostruzione della nuova città.

Nel frattempo l’alta borghesia avolese che era rappresentata oltre che dagli Aragona – Pignatelli – Cortes, cominciò a comprendere anche le famiglie Guttadauro, Fardella, Sirugo e Modica di San Giovanni.

A partire dal 1812, durante il periodo in cui la Sicilia appartenne al regno borbonico delle “Due Sicilie”, Avola fece parte del “Distretto di Noto” appartenente alla Provincia di Siracusa, istituito ufficialmente l’11 Ottobre 1817 (e il cui capoluogo divenne Noto dal 23 Agosto 1837) e dall’Arcidiocesi di Siracusa.

Dal 15 Maggio 1844, Avola appartenne alla neonata Diocesi che aveva sede nella vicina città netina.

In questo periodo si distinsero gli studiosi Francesco Di Maria e Giuseppe Bianca, che cominciarono a studiare approfonditamente il territorio avolese e le sue risorse.

Avola nel periodo risorgimentale vide la nascita di movimenti anti borbonici, i cui militanti parteciparono alla spedizione garibaldina del 1860.

In seguito all’Unità d’Italia avvenuta nel 1861, Avola fece parte della Provincia il cui capoluogo tornò ad essere Siracusa (che dal 4 Agosto 2015 divenne nota come “Libero Consorzio Comunale di Siracusa”), essendo inglobata assieme al suo territorio all’interno del “Circondario di Noto”.

Dalla seconda metà del 1800 Avola, cosi come gran parte del suolo aretuseo, visse il fenomeno del brigantaggio.

Il territorio fu interessato da scorribande capitatate da bande armate note come “Briganti”, di cui l’esponente più noto era il canicattinese Giovanni Boncoraggio (meglio noto come “U Briganti Boncuragghiu” ).

Il rifugio dei briganti originari di Avola era collocato con probabilità presso le antiche concerie arabe poste nella “Grotta della Cunziria”, che divenne appunto nota appunto come la “Grotta dei Briganti”.

In questo periodo vennero costruiti il “Teatro Garibaldi” e il “Palazzo di Città” sede del municipio cittadino.

I due edifici vennero costruiti all’interno dell’area occupata dall’ex Convento dei Domenicani che, assieme ad altri edifici sacri della città, vennero requisiti a causa del decreto di eversione dell’asse ecclesiastico redatto nel 1866 dal Regno d’Italia.

Tra gli ultimi anni del 1800 e i primi del 1900, ad Avola cominciarono ad essere costruiti molti eleganti edifici in stile tardo neoclassico e liberty presso il centro storico e le sue aree limitrofe, tra i quali citiamo i Palazzi Coniglio, Giangreco, De Rollo e Nicastro.

Ciò diede inizio ad un risveglio architettonico, economico e culturale, che culminò con una rapida espansione urbana verso il litorale bagnato dal Mare Ionio.

Nel 1886, la città di Avola venne inoltre allacciata alla linea ferroviaria “Siracusa – Ragusa – Gela – Canicattì – Caltanissetta Xirbi”, e ciò comportò la costruzione della locale stazione ferroviaria presso l’attuale “Piazza Regina Margherita”.

In quegli anni la Tonnara di Avola appartenente alla famiglia Loreto in cui avveniva la lavorazione dei tonni pescati nell’antistante tratto marittimo, e la fabbrica “Marzipan” della famiglia D’Agata in cui invece avveniva la lavorazione delle mandorle avolesi, erano i principali siti industriali situati all’interno della città di Avola. 

A ciò si unì la crescente lavorazione e produzione del vino “Nero d’Avola”, che dal territorio avolese si diffuse in gran parte della Sicilia sudorientale compresa tra le Province di Siracusa e Ragusa.

Lungo la sponda sudorientale del Fiume Cassibile venne costruita inoltre nel 1910 una centrale idroelettrica che sfruttava (e sfrutta tuttora) le acque del vicino corso d’acqua.

Notevole anche il fermento artistico grazie all’operato dei pittori Gregorio e Raffaele Scalia (rispettivamente padre e figlio), e culturale grazie allo studioso Gaetano Apollo Gubernale e al musicista Salvatore Falbo – Giangreco.

Ma durante il periodo della I guerra mondiale, durante il quale l’Italia nel 1915 entrò a far parte del conflitto, iniziò un periodo piuttosto duro per la città avolese.

Innanzitutto molti giovani militari avolesi vennero arruolati e inviati a combattere presso il fronte italiano del conflitto, andando a togliere la principale risorsa lavorativa nei settori agricolo, peschereccio e manifatturiero, che in seguito a ciò caddero in profonda crisi.

Ma soprattutto furono in molti coloro che morirono in guerra, e ovviamente non era altrettanto rosea la sorte dei reduci, alcuni di essi feriti o mutilati in maniera piuttosto grave.

Passato il periodo della I guerra mondiale, durante gli anni 1920 e 1930 la città ebbe un nuovo risveglio urbanistico ed economico.

Ciò avvenne grazie all’operato dell’allora sindaco Corrado Santuccio.

Innanzitutto egli diede l’incarico allo scalpellino avolese Antonino Mangiagli di realizzare il “Monumento ai caduti della I guerra mondiale”, e la celebre “Fontana dei Tre Leoni” presso la Piazza Vittorio Veneto.

Di conseguenza si ebbe una nuova espansione urbana avvenuta in seguito alla costruzione della Villa Comunale di Avola in Piazza Regina Margherita (di fronte alla stazione ferroviaria), che culminò nel 1929 con la costruzione del “Viale Lido”.

Essa fu la prima strada che congiunse il centro storico di Avola alla sua costa, al termine della quale venne edificata la “Piazza Esedra” e le sue due “Torrette” (collocate al termine del viale).

Presso la limitrofa spiaggia, venne costruita la celebre “Rotonda a Mare”, sulla quale erano organizzati vari spettacoli all’aperto.

Ciò fece popolare le aree a ridosso della costa avolese bagnata dal Mare Ionio, che vedrà più avanti la costruzione dei due Lungomari lungo le Contrade Tremoli (litorale nord), e Pantanello (litorale sud).

All’interno della città avolese vennero migliorate le infrastrutture di pubblica utilità, di cui vanno citate la rete idrico – fognaria, la distribuzione elettrica e telefonica.

Avvenne anche il miglioramento e la costruzione di importanti istituti scolastici, come ad esempio le Scuole del Viale Lido.

Va citato anche il consolidamento dell’Ospedale intitolato allo studioso avolese “Giuseppe Di Maria”, ospitato all’interno dell’ex Convento dei Cappuccini.

Quelli erano comunque i duri anni della dittatura fascista, durante la quale molti cittadini avolesi contrari al regime e alla politica dittatoriale del regime voluto da Benito Mussolini, vennero perseguitati.

Inoltre, in molti continuarono ad emigrare in America per trovare maggiori fortune lavorative.

Negli anni 1940, scoppiò la II guerra mondiale, e la città avolese visse un nuovo periodo bellico in cui si ripeteva ciò che avvenne durante il primo conflitto mondiale.

Avvenne nuovamente la “chiamata alle armi” dei giovani avolesi, che vennero inviati in vari “fronti” a combattere andando a togliere forza lavoro nei sopracitati settori economici, i quali   durante i combattimenti morirono o rimasero rimanendo feriti e/o mutilati in maniera grave.

Il periodo più duro del conflitto, fu però quello coincidente con lo sbarco angloamericano del 10 Luglio 1943.

Le operazioni militari videro interessato anche il territorio avolese, nel quale sbarcarono diversi reparti dell’esercito britannico guidati dal generale Montgomery, a cui seguirono sanguinose battaglie e soprattutto furiosi bombardamenti.

Molta gente rimase uccisa o gravemente ferita, mentre la città venne danneggiata dalle bombe angloamericane, causando l’irreparabile crollo di vari edifici storici come ad esempio la Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio (posta tra le Vie Manzoni e Napoli).

Al termine della guerra, a partire dagli anni 1950 venne attuata la completa ricostruzione della città copiosamente danneggiata dai bombardamenti.

Lentamente rifiorirono le attività economiche, malgrado la presenza di una gravissima crisi economica che costringeva molte famiglie ad emigrare verso l’Italia settentrionale o verso altre nazioni europee, andando alla ricerca di un avvenire migliore.

Ciò avvenne anche nei primi anni 1960, anche se il fenomeno migratorio venne in parte attenuato  grazie alla nascita di nuovi posti di lavoro all’interno del comparto agroindustriale, data la notevola importanza che i prodotti ortofrutticoli avolesi cominciarono ad avere.

Infatti in città si registrò un vero e proprio “boom economico” legato alla coltivazione, trasformazione e vendita di agrumi (in particolare limoni) e mandorle.

Fu  fiorente anche la la produzione di vino e olio d’oliva.

Le attività pescherecce erano piuttosto fiorenti e, anche se mancava un vero e proprio approdo portuale, esse venivano espletate utilizzando lo scalo posto presso la Tonnara di Avola.

Anche il settore edilizio vide un momento di crescita, grazie alla costruzione di grandi palazzi abitativi all’interno del centro storico (purtroppo a discapito di antichi palazzi storici), e di villette residenziali a ridosso della Marina di Avola.

Ovviamente anche la frazione di Avola Antica ebbe un discreto sviluppo edilizio con la costruzione del cosiddetto “Residence”, e di eleganti residenze di villeggiatura.

Va anche detto che ciò venne agevolato anche grazie al miglioramento della viabilità provinciale con l’ampliamento delle SS 115 per Siracusa e Noto (Ragusa), e delle “strade provinciali” limitrofe alla città avolese.

Purtroppo, di pari passo alle sopracitate “migliorie”, vi erano però molte situazioni lavorative e umane non del tutto positive.

Ciò fece si che durante l’anno 1968, molti cittadini di Avola parteciparono alla rivolta giovanile nazionale.

Furono in molti gli avolesi che cominciarono a partecipare alle varie manifestazioni organizzate, per far valere i loro diritti contro il loro declassamento in ambito umano e lavorativo.

Proprio in questo periodo un gravissimo fatto di sangue che ebbe risalto nelle cronache nazionali, noto come “I Fatti di Avola”.

Il 2 Dicembre 1968, venne organizzato fu un corteo di protesta dai braccianti agricoli e dagli operai, i quali cominciarono a protestare contro le cattive condizioni di lavoro a cui erano sottoposti giornalmente.

Il corteo si svolse lungo la SS 115 “Avola – Cassibile – Siracusa”. all’altezza dell’odierno Ospedale “Di Maria”.

Durante la protesta le forze dell’ordine aprirono il fuoco, e a causa di ciò vennero uccisi due partecipanti al corteo: il cassibilese Angelo Sigona e l’avolese Giuseppe Scibilia.

Altri cinque manifestanti rimasero feriti in maniera grave.

Durante anni 1970, 1980 e 1990, la città di Avola continuò a risentire positivamente del cosiddetto “boom economico”.

Inoltre grazie allo sviluppo di nuove tecnologie di telecomunicazione e della rete informatica, anche il cosiddetto “settore terziario” comprendente servizi di vario tipo andò a potenziarsi.

Nonostante ciò, molti avolesi non riuscirono ugualmente ad avere fortune lavorative all’interno della loro città, decidendo così di cercare condizioni di lavoro più favorevoli, emigrando sempre verso l’Italia Settentrionale o in varie nazioni nordeuropee.

Il 13 Dicembre 1990 durante il “Terremoto di Santa Lucia”, Avola subì gravi danneggiamenti che compromisero le abitazioni e gran parte dei patrimonio monumentale avolese, tra cui la Chiesa Madre cittadina.

Nel periodo seguente a questo evento sismico, ci furono sostanziali interventi di restauro che hanno permesso la messa in sicurezza e la riapertura di molti edifici storici.

Nella seconda metà degli anni 1990 e negli anni 2000, anche grazie ad investimenti effettuati da enti politici locali e dalla Comunità Economica Europea, si è potuta dare una sostanziale scossa benevola all’economia avolese, attiva soprattutto nel settore agricolo – zootecnico, nell’artigianato e nel turismo.

A tutto ciò ha giovato anche il miglioramento della viabilità locale avvenuto grazie al collegamento tra i tratti della SS 115 “Avola – Cassibile – Siracusa” e “Avola – Noto” tramite l’arteria viaria nota come “Circonvallazione di Avola” avvenuto nel 1999.

Dal 2008, Avola è collegata alla rete autostradale nazionale tramite lo svincolo  sull’Autostrada A 18 “Siracusa – Gela”.

Torna all’elenco

Avola oggi; economia, turismo, personaggi famosi

Economia

La città di Avola, oggigiorno è divenuta uno dei più importanti centri economici della Provincia di Siracusa, avendo anche una notevole importanza di tipo turistico data dalla sua posizione “strategica” collocata tra le aree di Siracusa e Noto.

Avola, seppur non avendo grandi risorse industriali, sta tuttora puntando sul settore agroalimentare tramite la lavorazione artigianale di ciò che viene coltivato, allevato e pescato.

L’agricoltura è considerata una delle principali risorse economiche della città di Avola, in cui troviamo vari tipi di coltivazioni agricole.

In territorio avolese vengono coltivati ortaggi (da campo e da “serra”) tra cui: lattuga, patate della varietà “Novella di Siracusa”, melanzane, zucchine, zucche, finocchi, carciofi, cavolfiori, broccoli, ecc…

Da citare la raccolta e vendita di ortaggi selvatici quali asparagi, senape dei campi, e bietole selvatiche.

Va citata anche la presenza di alcune specie di funghi commestibili che vengono racoclti presso le aree più interne dei Monti Iblei, di cui la varietà più importante è il “Fungo di Carrubo.

Degna di nota è anche la coltivazione di vari tipi di cereali di cui il frumento noto come “grano duro” (tra cui anche i cosiddetti “Grani Antichi Siciliani”), utilizzato per la produzione di farine di alta qualità.

Tra le leguminose coltivate, citiamo: lenticchie, fave, ceci, fagioli e fagiolini.

Ad Avola però prevalgono le coltivazioni arboree agrumicole.

La più rappresentativa di esse è la coltivazione del “Limone Femminello di Siracusa” (di cui Avola è tra i maggiori produttori ed esportatori), arance a polpa bionda, rossa o pigmentata, mandarini, clementine e cedri.

Anche la coltivazione e la raccolta di olive di varie varietà ha una notevole importanza, in quanto a esse si ricava un ottimo olio extravergine che dal 2017 fa parte del consorzio di tutela “Monti Iblei” (queste olive sono utilizzate anche per il consumo da tavola).

Inoltre è diffusa la presenza di alberi da frutta tra cui citiamo: mele cotogne, loti, melograni, gelsi, prugne, fichi, nespole, nocciole e carrube.

Ma tra le coltivazioni arboree avolesi, quella della “Mandorla di Avola” è la più importante.

Le principali varietà sono la “Pizzuta d’Avola” o “Avola Scelta”, “Romana” e “Fascionello”.

Anche la varietà “Tuono” è molto coltivata (anche se non è autoctona), mentre va citata la presenza della mandorla “Muddisa” (avente un guscio molto tenero).

La raccolta e il commercio di Fichi d’India sono inoltre molto diffusi.

È doveroso citare la (seppur non intensiva) coltivazione del pregiato vitigno “Nero d’Avola”, da cui si ricava l’omonimo importante vino.

Inoltre col mosto ricavato dalle uve “Nero d’Avola”, vengono prodotti altri noti vini siciliani quali il Cerasuolo di Vittoria o l’Eloro di Pachino.

Ad Avola sono anche presenti (specialmente nelle aree iblee a ridosso di Avola Antica) aziende zootecniche a conduzione familiare che praticano l’allevamento bovino, ovino, caprino (sia da latte che da carne), suino, avicolo (polli e tacchini da carne, galline ovaiole), conigli ed altri animali (cavalli, anatre, oche e pavoni).

È inoltre diffusa l’apicoltura con l’allevamento di api e la produzione artigianale di miele di vari tipi, anche se i più pregiati sono quelli di zagara, di carrubo e di “Sataredda” (“Timo”).

Le attività pescherecce ad Avola sono anch’esse molto diffuse, nonostante la mancata presenza di un vero e proprio porto peschereccio vero e proprio che “in futuro” dovrebbe essere costruito riadattando il molo adiacente alla Tonnara di Avola di Mare Vecchio.

La funzione di “porto peschereccio” viene assunta di conseguenza da piccoli ed attrezzati approdi nautici posti presso le Contrade Falaride e Cicirata.

Lungo il tratto avolese del Mare Ionio è diffusa la pesca di varie specie ittiche tra cui vari tipi di pesci (tonni, alalunghe, pesci spada, sauri, sarde, acciughe, orate, occhiate, saraghi, cefali, triglie, aguglie, boghe, ricciole, cernie, spigole, murene ecc…), crostacei (gamberi, scampi, cicale di mare, canocchie, aragoste) e molluschi (calamari, seppie, totani e polpi).

Un tempo era diffusa anche la pesca di trote e anguille lungo i fiumi Cassibile e Asinaro.

Per quanto riguarda il settore industriale, ad Avola sono presenti piccole aziende che producono materiale edile, mangimi e fertilizzanti.

Vi è comunque una buona presenza di piccole aziende che producono vino (Nero d’Avola), formaggi e latticini (in particolare ricotta), ma soprattutto prodotti da forno tra cui pane (molto ricercato il cosiddetto “Pane di Casa”), pizze, focacce (le cosiddette “Mpanati” o “Scacciati” ), gelati artigianali, pasticcini e vari dolci a base di mandorla avolese, oltre alla produzione industriale dei sopracitati “panetti” a base di pasta di mandorle.

Da citare la presenza di varie aziende artigianali che producono: olio extravergine d’oliva, pasta casereccia, dolciumi e soprattutto trasformano i prodotti della terra e del mare in ottime conserve sott’olio a base di pesce o di verdure (pomodori secchi, melanzane, carciofi, olive ecc…).

Vengono anche confezionate “forme” di confettura di mele cotogne (chiamata localmente “Cutugnata” ), nonché marmellate a base di agrumi vari.

Dal punto di vista commerciale, va fatta notare la presenza di un importante “centro commerciale” presso la strada nota come “Circonvallazione di Avola” (sito web www.ilgiardinodiavola.it), oltre alla creazione di un cosiddetto “Centro Commerciale Naturale” nel centro storico di Avola.

Turismo

Il crescente movimento turistico sviluppatosi ad Avola, è chiaramente favorito dalla posizione del centro abitato avolese collocato a ridosso della costa settentrionale del Golfo di Noto.

Il centro urbano avolese, essendo posto a poca distanza dalle città di Noto e Siracusa, ricopre così la funzione di “area di transito” divenendo egli stessa un centro ad alta vocazione turistica, specie nel periodo estivo.

Le spiagge poste lungo l’area di “Marina di Avola” sono piuttosto rinomate per la pulizia del litorale, essendo poste a poca distanza dal centro urbano (e per questo facilmente raggiungibili).

Ciò ha fatto in modo che turisti potessero frequentare le spiagge della Marina di Avola poste nelle aree di “Marina Nuova” e di “Marina Vecchia”, oltre a quelle poste al di fuori del centro urbano.

Ma l’afflusso turistico è dovuto anche alla valenza architettonica del centro storico esagonale, al cui interno vi sono importanti edifici in stile barocco, neoclassico e liberty.

A ciò si aggiungono la frazione di Avola Antica, la consistenza di vari siti paesaggistici e archeologici sparsi nel territorio limitrofo, e la Riserva della Cava Grande del Cassibile.

Quest’ultima è una delle più importanti riserve naturali della Provincia di Siracusa, ed è un’importante meta naturalistica della Sicilia sudorientale.

Da citare anche le varie aree archeologiche poste nelle aree iblee a ridosso di Avola (in particolare della frazione Avola Antica), o lungo il suo litorale (la Villa Romana del Lungomare Tremoli e il Dolmen “Ciancio” di Contrada Falaride).

Ad Avola vi è anche la presenza di numerose strutture ricettive per i turisti (alberghi, ristoranti, trattorie, agriturismi e soprattutto bed & breakfast).

In seguito all’avvenuta riqualificazione della contrade circostanti comprendente anche la sistemazione della “Marina Vecchia” e il recupero dell’antica borgata marinara avolese, inoltre si auspica che in futuro venga costruito il  porto turistico in località “Mare Vecchio”, riqualificando l’area della “Tonnara di Avola”.

Il futuro porto turistico di Mare Vecchio, sicuramente avrà funzioni pescherecce, ma comprenderà anche ormeggi per imbarcazioni da diporto di vario tipo, e infrastrutture di tipo turistico – commerciale. 

Il movimento turistico è garantito dallo svolgimento di varie manifestazioni popolari tra cui citiamo   il “Carnevale Avolese” (considerato tra i più importanti della Sicilia), le festività religiose della Pasqua e del Natale Avolese, le feste onore di “San Sebastiano” e della Patrona “Santa Venera”, le manifestazioni estive della “Notte Bianca”, della “Notte Rosa”, di “San Lorenzo” e del “Ferragosto”, a cui si aggiungono varie rassegne enogastronomiche e artistico – culturali.

All’interno del Teatro Garibaldi di Avola, vengono organizzati vari spettacoli musicali e teatrali, i quali sono curati da artisti piuttosto famosi in ambito locale e nazionale. 

Va detto infine che Avola nonostante i progressi ottenuti, vuole confermarsi come un centro turistico all’avanguardia, permettendo la creazione nuovi posti di lavoro per la popolazione locale.

Personaggi famosi

Ad Avola sono legate le seguenti personalità.

Innanzitutto va citata la patrona “Santa Venera” che secondo la tradizione locale visse presso l’antica Avola.

Tra i religiosi, vanno citati il “Beato Antonio Etiope”, e Padre Fedele D’Avola.

Tra coloro che vissero tra il 1600, il 1700 e il 1900, citiamo il nobile Nicolò Aragona – Pignatelli protagonista durante la ricostruzione della città avolese, il barone e condottiero Ascensio Battaglia, l’architetto Salvatore Rizza che contribuì alla ricostruzione della nuova città, il botanico Giuseppe Bianca, i pittori Gregorio Scalia e Raffaele Scalia, gli scrittori Gaetano Apollo Gubernale, Francesco Bianca e Giuseppe Di Maria, il poeta Alessandro Caia, il generale Antonio Cappello, il maestro di musica e compositore Salvatore Falbo – Giangreco, il  il politico e studioso Corrado Santuccio e lo scultore Antonino Mangiagli.

Vanno citati braccianti agricoli Angelo Sigona (originario di Cassibile) e Giuseppe Scibilia uccisi il 2 Dicembre 1968 durante i “Fatti di Avola”, e il Brigadiere Giuseppe Coletta ucciso durante l’attentato di Nassirya del 12 Novembre 2003.

Altre personalità legate ad Avola sono: l’avvocato Franzo Grande Stevens ex Presidente della squadra di calcio F.C. Juventus (i cui genitori sono di origine avolese), lo scrittore Pietro Nigro, l’artista Angelo Rullini, la cantante Marina Rei (i cui genitori sono di origine avolese), i ciclisti Carmelo BaroneGiampaolo Caruso e Paolo Tiralongo, il religioso Don Fortunato di Noto fondatore dell’Associazione Meter nota per contrastare la pornografia minorile, il karateka Luigi Busà, e il tennista Salvatore Caruso.

Torna all’elenco

Guida turistica di Avola
(clicca sui link per visualizzare i luoghi da visitare)

La città di Avola è ubicata in una pianura posta ad est del versante sudorientale dei Monti Iblei affacciandosi sul Mare Ionio presso il Golfo di Noto, presentandosi suddivisa in vari quartieri.

Il suo centro storico a planimetria esagonale caratterizzato da ampie piazze e da numerosi cortili, risulta circondato dai quartieri periferici della città, essendo collegato anche alle limitrofe aree costiere.

Alla città di Avola si accede tramite la Via Siracusa, da cui poi raggiungiamo il Corso Vittorio Emanuele II che è una delle principali arterie viaria del centro storico attraversandolo da est ad ovest (e viceversa).

L’area orientale del centro storico avolese fa capo alla Piazza Trieste, ampio piazzale provvisto di un’area di verde pubblico da cui possiamo raggiungere anche il limitrofo Cortile San Giovanni. Presso questa piazza possiamo ammirare il Palazzo Russo – Sirugo – Mazzone – Romano e la barocca Chiesa di San Giovanni Battista.

A meridione della piazza raggiungiamo la Via Linneo, in cui possiamo ammirare l’Ex Chiesa di San Pietro Apostolo, il Palazzo Guttadauro, il Palazzo Fardella e il Palazzo Molisina.

A nord invece tramite la Via Dante Alighieri (presso la quale si affacciano interessanti cortili), raggiungiamo la Chiesa di Santa Maria di Gesù annessa all’ex Convento dei Frati Minori Osservanti.

Percorrendo il Corso Vittorio Emanuele II verso ovest, incrociamo la Via Venezia presso la quale si affacciano interessanti edifici, tra cui va citato il Palazzo Monato (posto ad angolo col limitrofo Corso Vittorio Emanuele II).

Parallela alla Via Venezia è la Via Roma, presso la quale possiamo ammirare l’ingresso del Palazzo Bonincontro e il neoclassico Palazzo Catania.

All’esatto centro della città avolese è ubicata la grande Piazza Umberto I solcata dai Corsi Vittorio Emanuele II e Garibaldi, in cui sono ubicati il Palazzo Giangreco, l’Ex Museo Civico di Avola (edificio ora info point turistico costruito sul sito in cui era ubicata la non più esistente Chiesa di San Sebastiano, di cui ora resta soltanto la cripta sepolcrale), l’Ex Cinema Cappello, il Palazzo Aragona – Pignatelli con la “Torre dell’Orologio”, la barocca Chiesa Madre dei Santi Nicola di Bari e Sebastiano Martire che è il principale monumento della città avolese colma di opere d’arte sacra provvista di un ampio sagrato circondato da statue di pietra nonché di una cripta funeraria, il settecentesco Palazzo Lutri col suo portale barocco, il Palazzo Marino e il Palazzo Alfieri.

La piazza è attraversata dal Corso Garibaldi, arteria viaria che attraversa da nord a sud (e viceversa) la città avolese.

Da questa strada, a nord raggiungiamo la Via Cavour presso la quale sono posti interessanti edifici tra cui il settecentesco Palazzo Azzolini (posto ad angolo con la Via Manzoni), e la Via Manin in cui possiamo ammirare il Palazzo Scalia, il Palazzo Carpano, il Portico del Cortile Cangemi e la barocca Chiesa di Santa Maria Annunziata annessa all’ex Convento delle Suore Benedettine.

Al termine della Via Manin (presso l’incrocio con le Vie Napoli e Manzoni), è posto il Piazzale delle Anime Sante in cui un tempo era posta la Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio.

A settentrione del Corso Garibaldi, è posta la vasta Piazza Regina Elena dove possiamo ammirare la settecentesca Chiesa di Sant’Antonio Abate annessa all’ex Convento dei Frati Minori Conventuali, e il Palazzo Bono – Riscica in stile liberty.

A nord di questa piazza raggiungiamo la Via San Francesco di Assisi, che solca il limite settentrionale del centro storico avolese, in cui possiamo ammirare il Vecchio Mercato di Avola ricavato all’interno del chiostro esterno del Convento dell’Annunziata (oggi sede della Biblioteca Comunale di Avola), e raggiungere il Cortile Grande presso cui sono ubicati il Palazzo Grande e il Palazzo Vinci.

Lungo il tratto meridionale del Corso Garibaldi incrociamo la Via Mazzini in cui possiamo ammirare la neoclassica Casa Lutri in cui viene conservato il simulacro della “Madonna” che viene impiegato durante la Processione della “Paci”, un interessante Portico barocco, ciò che rimane dell’Ex Convento dei Frati Domenicani e il settecentesco Palazzo Pantano – Cardarelli col limitrofo portico che conduce presso il Cortile Bologna.

Proseguendo per il Corso Garibaldi possiamo ammirare il monumentale Palazzo di Città sede in stile neoclassico del municipio cittadino, e il Palazzo Battaglia appartenuto ad un tempo al Cavaliere Ascenso Battaglia.

Poco più a sud raggiungiamo la Via Marconi, presso la quale possiamo ammirare a sudovest il settecentesco Palazzo Modica di San Giovanni (futura sede del “Museo Civico” della città avolese) e il Palazzo Gubernale.

Al termine del Corso Garibaldi arriviamo presso la Piazza Teatro ubicata nel vertice meridionale del centro storico avolese presso la quale possiamo ammirare il neoclassico Teatro Comunale “Giuseppe Garibaldi” che è uno dei principali teatri della Provincia di Siracusa, la barocca Chiesa di Santa Venera consacrata alla Santa Patrona della città avolese, e il Palazzo Loreto.

A sud della raggiungiamo la Via Lincoln in cui possiamo ammirare il settecentesco Palazzo Lo Rito, e raggiungere lo spiazzale noto come “Largo Baluardo”.

Percorrendo il tratto ovest del Corso Vittorio Emanuele II, superando il Palazzo Lutri raggiungiamo la Via Milano lungo la quale era ubicato il Vecchio Ospedale di San Giacomo.

Proseguendo verso occidente lungo il Corso Vittorio Vittorio Emanuele II possiamo ammirare il Palazzo Giampiccolo, il Palazzo De Rollo e il Palazzo Bongiorno.

Qui arriviamo presso l’incrocio con la Via Napoli, presso la quale sono ubicati i Magazzini D’Agata, sede dell’ex fabbrica nota come “Marzipan” nota per essere il primo stabilimento in cui veniva lavorata la “Mandorla di Avola”.

L’estremo tratto occidentale del Corso Vittorio Emanuele II è caratterizzato dalla presenza del settecentesco Palazzo Alessi – Vinci – Sirugo, della neoclassica Casa Rudilosso – Toscano e della Chiesa di Sant’Antonio di Padova nota anche come “di Sant’Antonino”.

Arriviamo presso la Piazza Vittorio Veneto, la più occidentale del centro storico di Avola in cui possiamo ammirare il Monumento ai Caduti della I guerra mondiale, la Fontana dei Tre Leoni che è uno dei “simboli” della città avolese, il Palazzo Giampiccolo e la Casa Lutri (edifici omonimi ad altri sopracitati, ma presenti in questa piazza).

A nord di questa piazza raggiungiamo la Via Manzoni, in cui sono posti eleganti edifici in stile neoclassico e liberty.

A meridione percorriamo la Via Rattazzi, presso la quale possiamo ammirare l’elegante edificio settecentesco con rifacimenti in stile liberty noto come Palazzo Coniglio – Tiralongo, contraddistinto da decorazioni scultoree e da un’artistica inferriata in ferro battuto che ne delimita la balconata.

A sud di Via Rattazzi è posta la Piazza Enrico Toti, da dove raggiungiamo il Largo Fondaco, la Via Procida che solca il quartiere noto come “Lavinaru”, la Piazza Filippo Corridoni e da quest’ultima la Via Mameli presso la quale è posto un ex impianto molitorio.

L’estremo tratto occidentale del Corso Vittorio Emanuele II presenta l’elegante Palazzo Corsico – Nicastro in stile liberty e il settecentesco Portico dell’Arena Moderna appartenente all’ex Chiesa di San Leonardo.

Di fronte a quest’ultimo è posto l’imbocco della Via Ruggero Settimo presso la quale possiamo ammirare il Portico Aliffi, il Portico Suma e tre eleganti residenze che sono il Palazzo Murè – Bono, il Palazzo Mazzone – Bono e infine il Palazzo Mazzone – Romano che è il più grande edificio aristocratico della città avolese.

Da questa strada si può raggiungere inoltre l’area nord del centro urbano avolese attraversata dalla Via Galileo Galilei, dalla Via Cristoforo Colombo e dalla Via Ugo Foscolo.

In quest’area è posta la vasta Piazza Francesco Crispi presso la quale è ubicata la Chiesa della Santa Croce annessa all’ex Convento dei Frati Cappuccini, che ha svolto anche la funzione di Ospedale cittadino.

Da questa piazza imbocchiamo la Via Cappellini che conduce presso l’area occidentale della città avolese.

Qui è posta la Piazza Regina Margherita in cui possiamo ammirare il Parco delle Rimembranze, la Villa Comunale di Avola e la Stazione Ferroviaria cittadina.

In prossimità di questa piazza possiamo ammirare la Piazza Bonincontro, il Vico Labirinto e l’area della Via Santa Lucia.

Poco più a sud è posto l’imbocco del Corso Gaetano D’Agata, una lunga strada nota come “Rittufilu” delimitata da eleganti in stile liberty che conduce presso la Marina di Avola costeggiando il quartiere noto come “Sacro Cuore”, il cui nome deriva dalla presenza della neogotica Chiesa del Sacro Cuore di Gesù.

A poca distanza possiamo raggiungere la Piazza Padre Fedele D’Avola in cui è posta la moderna Chiesa di Santa Maria del Carmine; limitrofa ad essa troviamo il Vecchio Mattatoio cittadino e la Villa Santuccio,.

Da qui possiamo anche raggiungere il tratto sud del Corso Garibaldi che attraversa il Largo Sicilia e la Piazza Duca degli Abruzzi, noto per la presenza del Cine – Teatro “Odeon” e del vicino Salone “Maria Ausiliatrice”.

A sudest è ubicata l’area solcata dalla Via Nizza in cui troviamo la piccola ma interessante Chiesa di Santa Maria delle Grazie adiacente alla Via Giuseppe Piccione nota come “A Strata Veccia”, mentre poco più a nord è ubicato l’imbocco di Via Antonio Labriola.

A nordovest è posto l’asse viario Via Fontana – Piazza San Sebastiano – Via Felice Orsini – Via Giovanni Falcone che va a delimitare il quartieri “Priolu” e della “Fontana”.

Poco più a sud troviamo l’ex Carcere di Avola e l’imbocco della Via Azzolini, da cui possiamo raggiungere la Piazza Sottotenente Salvatore Denaro in cui è posta una interessante edicola votiva consacrata a “San Pio da Pietrelcina”. 

Ad est della città è ubicata l’area nota come “Marina di Avola”, comprendente i quartieri cittadini posti in prossimità del litorale avolese bagnato dal Mare Ionio.

L’area urbana della Marina di Avola è raggiungibile dal Viale Corrado Santuccio meglio noto come “Viale Lido” che solca la Piazza Allende e da origine all’asse viario formato dai Viali Piersanti Mattarella – Antonio Segni – Giorgio La Pira – Marco Polo in cui è posta un’interessante area verde in cui è posto il “Centro Giovanile” della cittadina avolese all’interno del quale è stato collocato il “Museo della Mandorla di Avola”.

L’area nordorientale della “Marina di Avola” è nota come “Marina Nuova” e comprende la “Piazza Franz D’Agata” (meglio nota come “Piazza Esedra”) con le due “Torrette” poste al termine del Viale Lido, l’imbocco del Viale Papa Giovanni Paolo II e la “Rotonda a Mare”, da cui possiamo ammirare un ottimo panorama del litorale avolese.

A nordest percorriamo il Lungomare Tremoli costeggiato da una larga spiaggia sabbiosa presso la quale sfociano il Torrente Campana – Borgellusa e il Torrente Margio, in cui possiamo ammirare i ruderi della Villa Romana di Avola.

A sudest è ubicato il Lungomare Pantanello che attraversa un’alta scogliera e la limitrofa “spiaggia”, solcando il Parco Maria Grazia Cutuli e raggiungendo sia la spiaggia della “Logghia” con la limitrofa ex colonia delle Suore Vincenzine.

Tramite la Via Miramare raggiungiamo la  “Marina Vecchia” di Avola posta presso il borgo marinaro seicentesco noto come “Mare Vecchio”.

Qui possiamo ammirare l’ex Caserma della Guardia di Finanza, la seicentesca Tonnara di Avola e,  il Porticciolo di Mare Vecchio e il Lungomare “Marina Vecchia” posto lungo la Via Elsa Morante e la limitrofa Contrada Zuccara, da cui raggiungiamo un vecchio Frantoio.

Presso l’area marina meridionale del territorio di Avola è posta l’area marina nota come “Cicirata”, comprendente la scogliera di Capo Giorgi e la limitrofa spiaggia sabbiosa.

A poca distanza tramite la S.P. 59 per Lido di Noto in cui è posta Villa Mazzone, raggiungiamo l’area marina di “Piccio – Balata – Fiumara” corrispondente al vertice sudorientale del territorio comunale di Avola comprendente una lunga spiaggia sabbiosa che termina presso la foce del Fiume Asinaro.

L’area marina settentrionale è raggiungibile dalla SS 115 Avola – Cassibile – Siracusa presso il cui imbocco è posta la Villa Loreto adiacente all’area di Contrada Merlino – Borgellusa presso la quale sono stati rinvenuti dei siti archeologici.

Poco più a nord è posto l’interessante sito archeologico del “Dolmen di Avola” ubicato presso l’area marina di Contrada Falaride, quest’ultima contraddistinta da alte scogliere e da varie rovine archeologiche.

Lungo la SS 115 all’altezza del nuovo Ospedale “Giuseppe Di Maria” possiamo ammirare il Monumento ai Caduti del 2 Dicembre 1968 e la tenuta del Feudo Loreto, mentre da qui possiamo raggiungere il Feudo Alessi e l’interessante area marina di Capo Negro, contraddistinta da un’alta scogliera su cui era ubicata un’antica tonnara.

Proseguendo troviamo l’Edicola Votiva di San Sebastiano in stile neogotico, solcando l’area marina di Contrada Chiusa di Carlo presso la quale è ubicata la sorgente nota come “Pozzofeto”.

Poco più a nord è posta l’area marina di “Gallina” comprendente un’ampia spiaggia e lo scoglio noto come “Pizzo di Gallina”.

A settentrione è ubicata l’area di Contrada Ciaurello contraddistinta da un’alta scogliera presso la quale è posta una sorgente d’acqua dolce.

L’estremo tratto settentrionale del territorio marino avolese è caratterizzato dalla presenza del Feudo Vinci – Gallina, ma soprattutto dall’area della “Marchesa” presso la quale è ubicata la foce del Fiume Cassibile e il bosco costiero noto come “Pineta del Gelsomineto”.

Ad occidente di Avola invece troviamo il particolare territorio ibleo avolese che comprende aree colme di siti archeologici e curiosità naturali.

A nordovest troviamo le tenute del Feudo D’Agata e del Feudo Toscano, le aree di Petrara – Elanici in cui sono posti diversi siti rupestri, l’elegante tenuta in stile liberty nota come “Villa Mimma” e un piccolo sito archeologico posto in Contrada Stradicò lungo il corso orientale del Fiume Cassibile.

Ad ovest raggiungiamo il Cimitero di Avola di Contrada Mutubè contraddistinto da eleganti cappelle funerarie in stile neoclassico, liberty, neogotico e moderno.

A poca distanza possiamo raggiungere i Mammanelli – Eughini presso la quale è stato rinvenuto il “Tesoro di Avola” di epoca greca, i rilievi di Chiusa Pagliaro – Cugno Spineta, la Villa Modica e la cava iblea nota come “Vallone Bochini”.

A sudovest sono ubicate le aree “Santa Venericchia” (in cui sono posti gli impianti sportivi della città avolese), Cravonazzo, Tagliatelli e Palma, il sito archeologico di Contrada Puzzi comprendente il tratto terminale del Vallone Bochini , il tratto avolese della Valle del Fiume Asinaro in cui vi sono importanti rovine di epoca greca presso le Contrade Fiumara e San Marco, le aree rupestri di Santa Nicolella, Fondocastro, di Cava San Giovanni – Cozzo Marotta.

A meridione tra i territori di Avola e Noto è posto il Monte Sant’Elia contraddistinto dalla presenza di ripetitori radiotelevisivi, presso il quale vi sono le rovine di un importante oratorio rupestre.

Ad occidente è posta la frazione di Avola Antica, comprendente la gran parte delle aree iblee del territorio avolese corrispondente al sito in cui un tempo era ubicata la medievale città, che venne distrutta dal terremoto del 11 Gennaio 1693 essendo di conseguenza ricostruita presso l’attuale sito urbano.

A valle lungo la S.P. 4 Avola – Avola Antica – Manghisi possiamo raggiungere le aree delle Sanghitello e Gebbia, in cui erano posti rispettivamente un mulino e un acquedotto.

Proseguendo si raggiunge la Valle del Fiume Erineo, la seconda cava iblea per importanza nel territorio avolese dopo la Cava Grande del Cassibile in cui vi sono importanti siti archeologici.

Da qui risaliamo il rilievo noto come “Monte Aquilone” presso il quale era collocata l’antica Avola suddivisa in quattro quartieri noti come Ronchetto, MarchiBalzi e Suso comprendenti ancora parte delle rovine dell’antica città avolese.

Quipossiamo ammirare il Belvedere panoramico sulla città di Avola, l’Edicola Votiva del “Beato Antonio Etiope”, le rovine del Castello medievale, l’Edicola Votiva della Madonna delle Grazie, la Necropoli di Avola Antica e l’interessante Cava della Madonna delle Grazie.

Proseguendo per la S.P. 4 raggiungiamo l’altopiano del Cozzo Tirone su cui è ubicato il centro urbano della frazione di Avola Antica, da cui possiamo raggiungere a nostra volta la Pineta di Avola Antica e l’Eremo di Santa Maria delle Grazie con la sua chiesa settecentesca.

Da qui possiamo ammirare anche il Vallone Bugliola, la cavità iblea che lambisce ad oriente il sito di Avola Antica.

La principale area abitativa di Avola Antica è contraddistinta dal cosiddetto “Residence” posto in posizione panoramica sulla limitrofa Cava Miranda facente parte della Valle del Fiume Erineo.

A nord della frazione avolese sono poste le aree iblee di Santa Marta, Amatura, Chiusa Cavallo, Serra Guardia e Vallone Passamare, Cava Lannito, Cava Campana, Cammarelli – Cava Carrubella, Cugno Agosta, Cava Buonafiglia, Montagna – Monzello di Pietre, Cava Ombra – Monte d’Oro e Giordano – Cava Serpentetutte colme di importanti siti archeologici e naturalistici, a cui si aggiungono altre Rovine poste tra Avola Antica e le suddette aree.

L’area nordorientale del territorio ibleo avolese è solcata dalla Cava Grande del Fiume Cassibile, una delle più grandi cavità di tipo ibleo della Sicilia sudorientale avente una grande importanza archeologica e naturalistica, solcata dall’omonimo corso d’acqua che forma particolari “laghetti” intervallati da una serie di cascate.

Le aree della Cava Grande del Cassibile sono suddivise nel tratti noti come “Manghisi” – “Petracca” che è quello più settentrionale posto in territorio netino, “Serra Porcari” – “Petracca” – “Regia Trazzera della Montagna” – “Russena” – “Morsicato” ubicato presso il confine tra i territori di Noto e Avola, “Prisa” “Timpa ca Tona” – “Fosso Carrubella” – “Uruvu Tunnu” – “Fosso Carrubbella” – “Scala Castiddanu” in cui è posto un interessante laghetto naturale oltre ad un’ingegnosa opera di canalizzazione, “Scala u Saravagghiu” – “Dieri di Cava Grande” – “Fosso Calcagno” in cui è collocato il sito rupestre di epoca bizantina dei “Dieri”, “Scala Cruci” – “Laghetti di Cava Grande” – Scala di “Mastra Ronna”“Cunziria” e “Grotta dei Briganti” – “Eremo della Madonna di Cava Grande” che è quello “principale” della riserva in cui possiamo ammirare i “Laghetti” principali formati dal fiume e il sito rupestre della “Grotta dei Briganti”, “Cava di Tangi” – “Cugni di Fassio” – “Case Capreri” – “Scala Porci”“Scala Mennula” che è quello forse più impervio e meno conosciuto della riserva comprendente vari siti archeologici e naturalistici oltre ad un interessante bacino idrico facente capo alla condotta della “Prisa”, e “Gallina” – “Cava dell’Enel” – “Cugno Mola” – “Necropoli del Cassibile” comprendente la Centrale Idroelettrica del Fiume Cassibile, la Necropoli del Cassibile e la foce del fiume presso la Contrada Marchesa.

Torna all’elenco

Elenco completo dei luoghi da visitare

Centro storico di Avola

Su all’elenco Luoghi da Visitare

Marina di Avola e territorio marino avolese

Su all’elenco Luoghi da Visitare

Territorio ibleo avolese

Su all’elenco Luoghi da Visitare

Avola Antica

Su all’elenco Luoghi da Visitare

Riserva Naturale Orientata Cava Grande del Cassibile

Su all’elenco Luoghi da Visitare

I luoghi il cui titolo è affiancato da un asterisco (*) sono pericolosi da visitare per vari motivi. Inoltre molti edifici storici, fabbricati e aree al di fuori del centro abitato potrebbero essere di proprietà privata, e senza relativi permessi (da parte dei rispettivi proprietari) non vanno assolutamente visitate al loro interno e l’accesso non consentito è severamente vietato e perseguito a norma di legge.

Torna all’elenco

Geolocalizzazione dei luoghi da visitare

Per accedere alla geolocalizzazione dei luoghi da visitare di Avola clicca qui.
(in allestimento)

Torna all’elenco

Feste e tradizioni religiose e popolari
(clicca sui link per visualizzare le feste e le tradizioni)

La città avolese presenta vivaci festività popolari che vengono celebrate durante l’anno.

Le più importanti sono il “Carnevale Avolese” che si tiene di solito nel mese tra Febbraio e Marzo (nel periodo che precede il Mercoledì delle Ceneri) ed è considerato come uno dei più importanti “Carnevali” della Provincia di Siracusa comprendente sfilate di carri e di gruppi mascherati, e ovviamente vari spettacoli; la “Pasqua Avolese” che comprende i toccanti riti della “Settimana Santa” tra cui vanno citate le Processioni della “Spina Santa” e della “Paci”; la “Festa di San Sebastiano” consacrata al “Compatrono e Protettore” di Avola che viene celebrata la seconda Domenica di Maggio con il pellegrinaggio dei “Nuri” e la Processione della statua per le vie della città avolese; la “Festa di Santa Venera” consacrata alla principale “Patrona e Protettrice” di Avola che viene celebrata l’ultima Domenica di Luglio con la processione del simulacro argenteo per le vie del centro storico; e infine il “Natale Avolese”  che comprende la Processione di “Santa Maria Immacolata”, i tradizionali riti natalizi e lo svolgimento del popolare “Presepe Vivente” inscenato presso la Cava Grande del Cassibile.

Le altre feste celebrate ad Avola sono quelle di “Sant’Antonio Abate”, di  “San Corrado Confalonieri”, di “San Giuseppe” (celebrata il 19 Marzo e comprendente i falò noti come “I Dduminari” ), del “Corpus Domini”, del “Sacro Cuore di Gesù” , “Santa Maria delle Grazie” (comprendente il Pellegrinaggio ad Avola Antica che si svolge l’1 e il 2 Luglio), di “Santa Maria del Carmine”, e di “Santa Maria Assunta” (celebrata ad Agosto) a cui si aggiungono la “Notte Bianca di Avola”, la “Festa di San Lorenzo” e la “Commemorazione di Tutti i Defunti” e la Festa di San Martino (celebrate a Novembre).

Infine anche Avola possiede importanti tradizioni popolari legate ad antiche leggende o a presunti eventi paranormali.

Elenco delle feste e tradizioni popolari di Avola

Torna all’elenco

Eventi, sagre e rassegne enogastronomiche

Mezza Maratona “Città di Avola”

La Mezza Maratona “Città di Avola” nata nel 2018 in sostituzione della precedente “Mezza Maratona Città della Mandorla”.

Si tratta di una gara podistica organizzata nel periodo tra Aprile, Maggio e Giugno, che si svolge all’interno della città avolese.

A questa gara partecipano numerosi corridori della cittadina avolese e del circondario

Per saperne di più visita la pagina facebook della Mezza Maratona “Città di Avola”.

Estate Avolese

È il programma estivo comprendente sfilate di moda, concorsi di bellezza, manifestazioni folcloristiche, musicali, sportive, gastronomiche e sacre che si protraggono per tutti i mesi estivi, che si tengono ad Avola e presso le limitrofe aree di Marina di Avola e Avola Antica.

Per saperne di più visita la pagina facebook dell’Assessorato Sport e Spettacolo di Avola.

La Notte Rosa

Si tratta di una festa estiva che viene organizzata a Luglio (una settimana prima della festa di “Santa Venera”) presso il Lungomare Pantanello di Avola.

Questa festa che dura quattro giorni comprendente degustazioni di piatti tipici locali (in particolare quelli a base di pesce), e spettacoli di vario tipo curati da artisti locali a partire dalle ore 20.00 circa.

Oltre a ciò è presente anche un mercatino di bancarelle e vari stand espositivi.

Per saperne di più visita la pagina facebook della Notte Rosa.

Trofeo ciclistico “Coppa Santa Venera”

Il trofeo ciclistico “Coppa Santa Venera” è un’importante gara ciclistica che si tiene da oltre sessant’anni all’interno del centro storico avolese l’ultimo Venerdì di Luglio, in occasione dei festeggiamenti in onore di “Santa Venera”.

Questa gara è nota come “A Notturna re Bicichetti” ed è un evento molto atteso dagli appassionati di ciclismo, a cui partecipano atleti provenienti da varie aree della Sicilia divisi in tre “categorie” (allievi, esordienti e open) che disputeranno altrettante mini gare comprendenti vari giri che si compiono all’interno del centro storico esagonale.

La gara ciclistica inizia verso le ore 19.30, protraendosi per gran parte della serata. 

I corridori partono dalla Piazza Umberto I, compiendo vari giri del tracciato che comprende il tratto ovest di Corso Vittorio Emanuele II, la Piazza Vittorio Veneto, la Via Rattazzi, la Via Lincoln e la Piazza Teatro, la Via Linneo, la Piazza Trieste e il tratto est di Corso Vittorio Emanuele II, da cui si  ritorna presso la piazza principale di Avola.

Al termine della gara avverranno le premiazioni dei vincitori delle tre mini gare suddivise per altrettante categorie. 

Sagra del Tonno

La Sagra del Tonno, nota anche come “Sere di Tonno” riguarda il Tonno e i prodotti tipici legati alla sua lavorazione.

Essa si tiene presso la Marina Vecchia di Avola presso la Via Paolo Tiralongo (dietro la Tonnara della città avolese), strada intitolata all’omonimo creatore di questa rassegna gastronomica deceduto nel 2002.

Si tratta di una sagra gastronomica tra le più importanti di Avola, ricadente nel fine settimana (Sabato e Domenica) antecedente alla data del 15 Agosto.

Presso questa sagra, a partire dalle ore 20.30 circa possiamo degustare il tonno arrostito alla brace o cotto con verdure varie a “Ghiotta”. Qui possiamo anche acquistare anche varie conserve come “A Tunnina Salata” (filetti di tonno conservato sotto sale) o la “Bottarga” di uova di tonno.

La sagra verrà allietata da spettacoli curati da artisti locali.

Per saperne di più visita la pagina facebook della Sagra del Tonno.

Sagra del Pesce Spada

La Sagra del Pesce Spada viene organizzata presso la Marina di Avola all’interno della pista ciclabile del Viale Piersanti Mattarella nei giorni 15, 16, 17 e 18 Agosto.

Questa importante rassegna gastronomica, da come possiamo presumere ha come protagonista il pesce spada che è altro protagonista della cucina locale di tipo marinaro.

Durante lo svolgimento di questa sagra, a partire dalle ore 20.30 circa possiamo degustare varie preparazioni a base di pesce spada, tra cui i tranci alla griglia o la cosiddetta “Ghiotta” con diverse verdure.

Oltre alle sopracitate degustazioni, possiamo assistere a vari spettacoli curati da artisti locali.

Festa della Mandorla e del Nero d’Avola

La Festa della Mandorla e del Nero d’Avola è la più importante manifestazione enogastronomica della città di Avola in quanto essa riguarda i suoi due principali prodotti tipici.

Essa si tiene presso il Centro Giovanile di Viale Piersanti Mattarella, sede del Museo della Mandorla di Avola che rimarrà aperto alle visite turistiche.

Durante questa sagra che si svolge nelle serate del Sabato e della Domenica del penultimo fine settimana di’Agosto, a partire dalle ore 20.30 circa si tengono degustazioni di vari prodotti a base di “Mandorla di Avola” tra cui biscotti, granite, il “Biancomangiare” (una specie di budino a base di mandorle), Latte di Mandorla ecc… oltre che di vari vini ottenuti dalla lavorazione dell’uva “Nero d’Avola” e di altri prodotti tipici locali.

A ciò si aggiunge anche la degustazione di varie preparazioni a base di Mandorla di Avola.

Le serate di questa manifestazione gastronomica saranno allietate da spettacoli curati da artisti locali.

Per saperne di più visita la pagina facebook dell’Assessorato Sport e Spettacolo di Avola.

NOTA BENE! Le varie festività religiose e gli eventi citati nella corrente pagina possono variare ed eventualmente non essere organizzati in base alla programmazione annuale cittadina, per cause di forza maggiore e in base a fattori di vario tipo. 

Per qualsiasi informazioni riguardanti gli eventi che si tengono ad Avola visitate i siti www.comune.avola.sr.itwww.prolocoavola.itwww.avolesi.itwww.avolamia.it, www.raffaeledavinci.itwww.viviavola.itwww.cittadiavola.itwww.avolablog.it e la pagina facebook dell’Assessorato Sport e Spettacolo di Avola.

Torna all’elenco

Prodotti tipici avolesi

Il Nero d’Avola


Bottiglie di Nero d’Avola.

Il Nero d’Avola è il vino più conosciuto dell’intera Sicilia ed è uno dei prodotti enogastronomici più importanti della Sicilia sud orientale.

Il Nero d’Avola si ottiene da un vitigno locale noto come “Calabrisi” (termine significante letteralmente “calabrese”, derivato dall’unione dei termini “Cala”, che significa “uva” e “Aulisi” che significa “avolese”, che ha portato all’origine di questo nome che potrebbe ingannare la provenienza del vitigno) coltivato nei territori a sud di Siracusa.

Da quest’area, la coltivazione del vitigno “Nero d’Avola” si è diffusa in buona parte della Sicilia, contribuendo all’alta resa produttiva vitivinicola della regione, in particolare delle aree facenti parte della Piana di Noto, del Promontorio di Pachino, della Piana di Vittoria e dell’area agrigentina, in cui quest’uva trova le migliori condizioni per poter crescere e sviluppare e da cui derivano anche altri tipi di vino come ad esempio l’Eloro di Pachino o il Cerasuolo di Vittoria”.

Il “Nero d’Avola” veniva utilizzato come “vino da taglio” che serviva per “tagliare”, ossia aggiustare il grado alcolico di alcuni vini dell’Italia settentrionale o della Francia. Il vino veniva convogliato lungo la tratta ferroviaria “Pachino – Noto – Avola – Siracusa” e da quest’ultima città veniva poi imbarcato su navi mercantili, che raggiungevano le aree sopracitate.

Oggi il Vino Nero d’Avola viene prodotto in gran parte al di fuori della città avolese perché nel suo territorio limitrofo ci fu un’epidemia di Filossera (una malattia che colpisce molti vitigni) che fece seccare i vigneti, che vennero rimpiazzati con agrumeti (limoni e arance) e mandorleti.

In Provincia di Siracusa l’area principale di coltivazione  è collocata tra i territori di Noto, Rosolini, Pachino e Portopalo di Capo Passero, mentre nella limitrofa Provincia di Ragusa vi sono coltivazioni presso i territori di Ispica, Modica, Scicli, Santa Croce Camerina, Acate, Vittoria, Comiso e Chiaramonte Gulfi.

Comunque sia anche in alcune aree del territorio avolese il vitigno viene coltivato e vi è anche una fiorente produzione vitivinicola avviata da aziende locali. Anche se ancora oggi è possibile trovare il cosiddetto “Vinu Patrunali”, ossia il Nero d’Avola fatto con l’antico procedimento dei “Massari” avolesi (che risulta molto più alcolico e quindi meno raffinato del Nero D’Avola in commercio) oppure i vini “Novelli” che si consumavano dopo la vendemmia.

Degni di nota il “Pistammutta” (ossia il vino ottenuto da uve lavorate il cui mosto viene subito posto in botte a fermentare lentamente assumendo una colorazione più chiara) e i vini noti come “Vintiquattr’uri” e “Quarantott’uri” che, prima di essere posti in botte, vengono lasciati a fermentare uno o due giorni (questi metodi in Provincia di Siracusa vengono ancora utilizzati nell’area tra Noto, Pachino e Rosolini).

Il “Nero D’Avola” è ottimo per essere degustato assieme a vari piatti a base di carne o verdure, ma (anche se non consigliabile) in molti lo consumano anche con piatti a base di pesce in sostituzione dei vini bianchi.

Olio Extravergine d’Oliva e conserve sott’olio

Anche la coltivazione e la raccolta di olive di varie varietà ha una notevole importanza, in quanto a esse si ricava un ottimo olio extravergine che fa parte del consorzio di tutela “Monti Iblei” in seguito al disciplinare redatto nel 2017 (clicca qui).

L’olio avolese, ottenuto dalle varietà di oliva note come “Zaituna”, “Pizzutedda” e “Bianculidda” (che sono le predominanti in territorio avolese) tramite spremitura “a freddo”, è ottimo per insaporire molti piatti tipici tradizionali a base di carne, pesce, ortaggi e legumi.

Con questo olio, vengono inoltre prodotte numerose conserve a base di verdure e pesce. Tra quelle a base di verdure citiamo le olive locali e numerosi ortaggi tra cui zucchine peperoni, melanzane, pomodori secchi interi o “Capuliati” (ossia sminuzzati essendo più o meno simili ad un “pesto”), funghi, e le stesse olive che possono essere intere o schiacciate (private del seme interno) e conservate da sole o  con carote, menta, aglio, sedano e peperoncino.

Tra le conserve a base di pesce vanno citati i filetti sott’olio di “Tunnina” (tonno) salata, sarde, acciughe ecc… 


Olive locali schiacciate sott’olio.


Melanzane arrostite conservate sott’olio preparate ad Avola.

Formaggi e latticini


Ricotta fresca avolese.

Ad Avola vengono prodotti in maniera artigianale formaggi e latticini di latte bovino e ovino presso piccoli caseifici o aziende agrituristiche.

Vengono prodotti “Tuma”, provole, pecorino fresco (“Primo Sale”) e stagionato, mozzarelle e infine la Ricotta che viene utilizzata per farcire ravioli o dolciumi, ma che è tradizione mangiare di buon mattino presso chi la produce.

Molti sono gli avolesi che vanno mangiare “A Ricotta Caura” che viene accompagnata con abbondante “Pani i Casa Cauru” appena sfornato. 


Forme di Pecorino locale.

Pasta casereccia


Pasta casereccia prodotta ad Avola.

Ad Avola è diffusa la produzione di pasta casereccia di vari tipi, a base di farina di grano duro locale o di vari tipi di “Grani Antichi Siciliani”.

I formati di pasta più preparati in ambito casereccio (o all’interno di piccoli pastifici artigianali) sono i “Maccarruna” (maccheroni), i “Cavati” o “Cavateddi”, vari tipi di tagliatelle e i “Ravioli” farciti al loro interno con ricotta locale, carne, pesce o verdure.

Questi formati di pasta sono ottimi conditi con il tradizionale “sugo” di carne mista e cotenna di maiale (tipico del periodo di Carnevale), col “Sucu Fintu” (sugo al pomodoro privo di carne) o in vari modi.


Ravioli di ricotta col sugo preparati ad Avola.

Carne e insaccati

La produzione di preparati di carne e insaccati tipicamente avolesi (si possono trovare in quasi tutte le macellerie della città) è un’altra caratteristica gastronomica della cittadina avolese.

La preparazione più tradizionale riguarda quella delle salsicce suine fresche a base di carne di maiale aromatizzata con vino rosso, peperoncino e semi di finocchio selvatico, ma che possiamo trovare anche condita in vari modi (le salsicce “condite” con spinaci, pomodoro e formaggio, o completamente “piccanti”), che viene cotta sulla brace o in padella.

Ottime anche le salsicce “secche” che vengono lasciate a “stagionare” per un periodo di tempo.

Tra gli insaccati possiamo trovare anche il Sanguinaccio a base di sangue di maiale posto dentro un budello, oltre a vari “salami” prodotti in maniera artigianale all’interno di alcune salumerie.


Salsiccia fresca avolese.


Salsiccia condita avolese.


Salsiccia al peperoncino avolese.


Salsiccia secca avolese.

Tra i preparati di carne possiamo trovare numerose preparazioni tra “Cotolette” (semplici o farcite), “Bracioline”, “Involtini”, “Arrotolati”, “Tramezzini” e vari tipi di spiedini come le “Valdostane” (strisce di carne arrotolata con salumi e formaggio poste su uno spiedino di legno ) e le “Messinesi” (polpette di carne macinata farcite con salumi e formaggio poste sempre su uno spiedino di legno).

In certe macellerie o rosticcerie è possibile trovare ancora il Pollo disossato e interamente farcito.


Vari preparati di carne avolesi.

Tipica di Avola e di molte altre città della provincia siracusana è la “Liatina” ,  la gelatina a base di carne di maiale aromatizzata con peperoncino ed essenza di limone o “arancia amara”.


La “Liatina” ossia la gelatina di maiale.

Ad Avola inoltre è molto diffusa la preparazione di vari piatti tipici a base di carne quali il tradizionale “Falsomagro” (un “polpettone” di carne macinata di bovino farcito con ingredienti vari), o il denso sugo con pomodoro, carne mista (bovino, suino ecc…), salsicce e cotenna di maiale (tipico del periodo di Carnevale) che va a condire ravioli di ricotta, “Maccarruna” o “Cavateddi”.

  Altri tipi di carne utilizzata ad Avola sono quelle di pollo e tacchino (impiegate in vari modi), di coniglio con cui si fa “U Cunigghiu a Stimpirata”, di agnello o capretto specie nel periodo pasquale, e infine va menzionata la carne di cavallo utilizzata in gran parte da paninoteche e pizzerie.

Prodotti ittici avolesi


Pesci di varie specie pescati ad Avola.

Ad Avola abbondano le ricette a base di pesci, crostacei e molluschi grazie alla vicinanza del centro abitato al Mare Ionio, su ci si affacciano piccoli approdi utilizzati da molti pescatori avolesi.

Le preparazioni più tradizionali riguardano fritture o zuppe (insaporite da aglio e pomodoro) di vari tipi di pesce (saraghi, scorfani, occhiate, boghe, donzelle, tordi, salpe, leccie stella, pagelli, aguglie ecc…) a cui si aggiungono crostacei (di solito gamberi, canocchie, cicale di mare, scampi e aragoste), cefalopodi (calamari, totani e polpi), e frutti di mare vari (fasolari, vongole, cozze, cannolicchi ecc…).

I pesci di grossa dimensione (tonni, pesci spada, orate, spigole, cefali, dentici, saraghi, sgombri, palamiti, ricciole, cernie, palombi ecc…) vengono sulla brace o al cartoccio con ingredienti vari.

Il tonno in particolare viene preparato in diversi modi, ma quelli più diffusi sono “A Tunnina ca Cipuddata” (con abbondante cipolla), “A Tunnina che Pipi” (con i peperoni) o la cosiddetta “Ghiotta”, in cui pezzi di tonno (o pesce spada) vengono cotti assieme a vari ortaggi.

Inoltre è l’utilizzo di sarde e acciughe sia fresche (che vengono fritte) o sotto sale, queste ultime sono uno degli ingredienti principali della “Pizza Muddiata” o delle “Crispelle”.

Un’ultima menzione la merita anche il consumo delle anguille specialmente nel periodo natalizio, poiché esse sono il principale ingrediente della cosiddetta “Mpanata c’Anciddi” (focaccia con pezzi di anguilla, cipolla e patate), piatto avolese tipicamente natalizio.

Da menzionare anche la preparazione di varie ricette a base di molluschi (calamari, totani e polpi), e crostacei (gamberi).


Pesce misto da zuppa pescato nei pressi di Avola.


Una preparazione locale a base di pesce.



Piatti di pesce misto serviti ad Avola.

Va detto infine che pesci come acciughe, sarde e tranci di tonno o pesce spada (e la loro “Bottarga” ossia le uova) vengono conservati sott’olio o sotto sale.

Il Pane di Casa


Il Pane di Casa di Avola.

Il cosiddetto “Pane di Casa” (“U Pani i Casa” ) prodotto in buona parte della Provincia di Siracusa, è prodotto anche in alcune panetterie artigianali della città di Avola con impasto a base di farina di grano duro locale tra cui anche qualche varietà di “grano antico siciliano”, lievito madre (noto come “U Criscenti”) e infornato all’interno di forni a legna.

Il “Pane di Casa” avolese è ottimo se mangiato assieme a formaggi (soprattutto la “ricotta calda”) e salumi, oppure per accompagnare minestre di verdure o legumi.

Esso è ottimo anche “Cunzatu”, venendo quindi tagliato a fette e condito con olio extravergine d’oliva, sale, origano e ingredienti vari (tra cui pomodoro secco “Capuliatu” o conserve di pesce o di verdura).

Infine va detto che col “Pane di Casa” avolese si possono preparare gustose bruschette.


Bruschette fatte col “Pane di Casa” di Avola.

Le Crispelle


Le prelibate “Crispelle” avolesi.

Le Crispelle (in siciliano “Crispeddi” ) sono la preparazione tipica della festività di San Martino che si tiene l’11 Novembre di ogni anno.

Difatti per questa data è usanza “Ancignari u vinu novu” ossia “assaggiare il vino nuovo” (ottenuto dalla prima fermentazione del mosto messo a fermentare dopo la pigiatura dell’uva avvenuta qualche mese prima); difatti un vecchio detto avolese dice appunto “Pi San Martinu Crispeddi e Vinu”.

Le Crispelle non sono altro che semplici palline di semola (talvolta resa soffice da patate schiacciate) semplici o condite con semi di finocchio selvatico, acciughe, ricotta o uva passa che, dopo esser state fritte nell’olio bollente, vengono bagnate nello zucchero, nel miele o nel “Vino cotto” (uno sciroppo ottenuto dalla bollitura di carrube, mosto d’uva o melograni) ad eccezione di quelle salate.


Vino Cotto prodotto ad Avola.

Affini alle Crispelle sono le “Ciambelline”, che sono interamente cosparse con zucchero (o a velo o granellato) il cui impasto sempre a base di farina di grano duro è reso più soffice dall’aggiunta di patate bollite schiacciate e zucchero. Dopo la frittura esse vengono vengono cosparse con abbondante zucchero.


Le “Ciambelline” dolci il cui impasto è a base di patate e farina di grano duro.

Focacce e pizze

Anche ad Avola è diffusa la preparazione di “Mpanati” e “Scacciati”, che non sono altro che focacce caserecce condite con ingredienti vari.

I “Mpanati” sono perlopiù a base di verdure, carne, formaggi e pesce e tra queste citiamo quelle a base di: broccoli e salsiccia, fave e ricotta, patate, cipolla e ricotta, baccalà e patate, anguille e patate, bietole selvatiche (“Aiti” ) e pomodoro salato (o “Tunnina” salata).


“Mpanati” e “Scacciati” caserecce avolesi.

Per quanto riguarda le “Scacciati che Lenzi”  c’è da dire che esse possono essere condite con salsa di pomodoro, formaggi, verdure e salumi (le più tradizionali sono quelle al pomodoro e al formaggio, col prosciutto o alle melanzane), presentandosi appunto coperte dalle cosiddette “Lenzi”, ossia striscioline di pasta che lasciano intravedere il ripieno a differenza delle “Mpanati”, che recano il ripieno all’interno di due strati di pasta (per questo sono note anche come “I Scacciati che Lenzi” ).


Una “Scacciata che Lenzi” avolese.


Pezzi di “Scacciati” caserecce.

Esiste anche un formato più piccolo di queste focacce noto come “Mpanateddi” di forma semicircolare, e i “Vota Vota” di forma quadrata (chiamati anche “Scarponi”).


Le “Mpanateddi” di Avola.


I “Vota Vota” avolesi.

Va citata infine la cosiddetta Impanata dolce o “Nfagghiulata” (nome con cui si indica anche quella a base di fave) dal bordo più alto (a seconda dei gusti) farcita con ricotta di latte di pecora zuccherata aromatizzata con rosso d’uovo e cannella.

La “Mpanata” dolce nota come “Nfagghiulata”.

Vanno citate anche le “Sfoglie”, a base di pasta sfoglia farcite con vari ingredienti (di solito prosciutto, formaggio e pomodoro).


Le Sfoglie al prosciutto e formaggio fatte ad Avola.

Altra specialità è la pizza rustica avolese, chiamata “Pizza Muddiata” poiché ha un impasto molto soffice e compatto. Essa viene condita con estratto di pomodoro (localmente chiamato “U Strattu” ), origano, olive nere e acciughe salate.


La “Pizza Muddiata” avolese.

La pizza casereccia avolese, che viene consumata durante festività e scampagnate, può essere sempre “Muddiata” o sottile (a seconda dei gusti) e viene condita con vari ingredienti (salumi, verdure, pesce, formaggi ecc…).


La pizza casereccia avolese.

Presso le rosticcerie di Avola possiamo trovare anche vari tipi di panzerotti fritti o al forno farciti con vari ingredienti (formaggio, salumi, verdure ecc…).

La Mandorla di Avola e i suoi derivati


Mandorle di Avola confezionate.

La Mandorla di Avola è uno dei principali prodotti tipici della città avolese, essendo considerata tra le varietà più pregiate al mondo.

Essa è nota per la sua ricchezza di sostanze nutritive ed antiossidanti che la rendono un cibo sano adatto anche a chi soffre di vari problemi alimentari, ma anche per essere molto versatile in quanto essa si appresta ad essere lavorata in vari modi. Ovviamente le mandorle avolesi sono rinomate per il loro particolare sapore.

La “Mandorla di Avola” è di forma allungata con polpa bianco – perlacea coperta da un guscio più o meno duro di forma ovale.


Mandorla di Avola sezionata.

La Mandorla di Avola, in particolare la varietà “Pizzuta” che è stata definita “di ovale perfetto” dallo scrittore Leonardo Sciascia, trova le migliori condizioni favorevoli per svilupparsi proprio nell’area iblea a ridosso dei territori avolesi e netini.

La Mandorla di Avola ha avuto inoltre la certificazione “IGP” (“Indicazione Geografica Protetta”). 


Mandorleto in fiore nella campagna avolese.


Particolare dei fiori del Mandorlo.


Mandorle di Avola sgusciate.

Le principali varietà della Mandola di Avola sono la “Pizzuta” o “Avola Scelta” che è la più pregiata, seguono la “Romana” che prende il nome dalla famiglia Romano che la impiantò in territorio avolese, e la “Fascionello” che un altro tipo di mandorla autoctona del territorio avolese.

Non meno importante la varietà a guscio morbido nota come “Muddisa” che, a differenza delle varietà sopracitate (a guscio duro), la si può rompere facilmente con le mani ed è per questo che questa varietà di mandorle viene più facilmente consumata cruda.

Vi sono anche numerose varietà di mandorle coltivate sia ad Avola che nei territori limitrofi (su tutte la mandorla “Tuono”) o che crescono spontaneamente; in questo caso si tratta di mandorle amare (che vengono utilizzate per la creazione di essenze, cosmetici e medicinali).


Scheda tecnica della Mandorla Pizzuta di Avola.


Scheda tecnica della Mandorla Romana.


Scheda tecnica della Mandorla Fascionello.

Da essa si ottengono numerosi dolciumi tra i quali citiamo giustamente i biscotti di mandorla avolesi ossia cosiddetti i “Viscotti i Mennula” (tra i quali il formato più diffuso è quello di forma arricciata avente una ciliegia candita), i “Mustazzola” (pani dolci a base di mandorla, miele o vino cotto di carrune) i “Marunetta” (impastati con mandorle non spellate, che possono essere aromatizzati in vari modi e ricoperti da glassa al cioccolato), i torroni con albume d’uovo e mandorle, oppure la “Cubbaita” a base di semi di sesamo in cui può essere unita anche qualche mandorla, i confetti a base di “Pizzuta d’Avola” utilizzati per celebrare varie ricorrenze, il cosiddetto “Biancomangiare” (un budino a base di essenza di mandorle tritate), le “Cassate”, i “Pupi” o la “Frutta Martorana” a base di “Pasta Reale” di mandorle ecc…

Con le mandorle avolesi si ottengono ottimi gelati e granite, consumati perlopiù durante il periodo estivo.

Con la “Mandorla di Avola” si producono inoltre bevande alcoliche e analcoliche come il “Latte di Mandorla), farine, scaglie e granella di mandorle, creme dolci ecc…  oltre ai semilavorati (i cosiddetti “panetti”) utilizzati per la produzione facilitata di dolci e Latte di Mandorla. 

Da citare infine la produzione di cosmetici, oli detergenti ed essenze varie, sempre a base di Mandorla di Avola.

Panetti di pasta di mandorle prodotti ad Avola.


Il “Biancomangiare”.


La “Frutta Martorana” avolese.


Biscotti di mandorla avolesi.


Granita di mandorla avolese.

Molti di questi dolciumi vengono prodotti tramite degli appositi panetti di pasta di mandorle avolesi, che vengono prodotti presso piccole aziende alimentari avolesi.

Dolciumi avolesi


Pasticcini prodotti ad Avola.

Escludendo tutti gli altri dolciumi a base di mandorla avolese (citati prima ), va detto che nelle pasticcerie di Avola e in molti negozi di generi alimentari possiamo trovare moltissimi dolciumi tipici.

Tra essi citiamo il torrone noto come “Cubbaita” a base di semi di sesamo (questo nome indica anche il torrone a base di mandorle), la “Cutugnata” avolese (confettura dura a base di mele cotogne), la “Mustata” (mostarda dolce a base di mosto d’uva cosparsa con granella di mandorle), le Granite e i Gelati artigianali di vari gusti, e le “Chiacchiere” di Carnevale fritte e cosparse con zucchero a velo o con glassa al cioccolato, agrumi o al pistacchio.

Da citare anche i vari tipi di brioche come Cornetti, Sfoglie, Trecce, “Romane” (cosparse con mandorle tostate o gocce di cioccolato), le “Girelle” di cioccolata, le “Bombe” e le “Cassatine” fritte.

Ad Avola inoltre vengono prodotti vari tipi di pasticcini quali le “Code di Aragosta”, i “Tuppetti” al cioccolato ripieni di crema al caffè, i tradizionali Cannoli grandi oltre ai “Cannulicci” (cannoli più piccoli) farciti con ricotta, crema pasticcera e cioccolato, nonché Torte (tradizionali o gelate) di vari gusti.

Va menzionata la fiorente produzione di biscotti a base di miele locale, al burro (con glassa al cioccolato), al pistacchio, al latte o con spezie particolari come la Cannella.


La “Cubbaita” avolese.


Cannoli di ricotta avolesi.


“Cannulicci” avolesi.


Cannoli e cassate prodotti ad Avola.


Le Code di Aragosta avolesi.


Bombe dolci avolesi fritte, cosparse con zucchero a velo e farcite con crema, cioccolato o ricotta.


Le Cassatine avolesi fritte, cosparse con zucchero granellato e farcite con crema, cioccolato o ricotta.


Cornetti, Girelle, Trecce e Sfoglie dolci avolesi alla ricotta, alla crema e al cioccolato.

Infine vanno citate le produzioni di ottimi gelate e granite artigianali di vari gusti.

Torna all’elenco

Artigianato avolese

I Carri di Carnevale di Avola

Un Carro Allegorico di Carnevale costruito ad Avola.

La costruzione dei Carri di Carnevale ad Avola è considerata una delle principali forme di “artigianato locale” della città avolese, comune anche ad altri centri del siracusano tra cui Palazzolo Acreide, Melilli e Floridia.

La presenza dei carri carnascialeschi (o per meglio dire dei loro “prototipi”), secondo lo studioso avolese Gaetano Gubernale, risalirebbe a prima del 1900 (secondo a quanto scritto sul libro “Avola Festaiola”) e con molta probabilità essi erano composti da fantocci impagliati retti da una struttura portante in legno o in ferro.

Tra questi carri va citato quello di “Re Carnevale”, che “apre” le sfilate carnascialesche cominciando a sfilare sin dal giorno noto come “Giovedì Grasso”.

La creazione dei Carri di Carnevale riprese nel 1961 essendo attiva fino ai giorni nostri.

Essi sono noti come “Carri Allegorici” perché essi sono “un’allegoria” di personaggi politici, eventi storici, cronaca nazionale ed internazionale o fenomeni di tendenza.

I carri allegorici “ironizzano” su tutto ciò.

La creazione di un “Carro di Carnevale” può prevedere un lungo periodo di tempo (di solito inferiore ad un anno) composto da svariati mesi in cui viene assemblata la struttura portante in legno e ferro che può prevedere anche parti semoventi per creare “il movimento”.

Contemporaneamente vengono creati i bozzetti (volti, scenari ecc…) in cartapesta che successivamente vengono poi dipinti.

Il tutto viene collocato su di un rimorchio trainato da un trattore, in cui sono posti anche i generatori di corrente che alimentano i dispositivi di movimento, le luci (che vengono poste esternamente) e gli impianti sonori del carro.

Ad Avola sono in molti i “maestri carristi” noti per l’abilita nel costruire carri allegorici carnascialeschi; tra essi citiamo Paolo Florio, Giuseppe Consiglio e i fratelli Antonio e Paolo Esposito.

Va citata anche la fattura di “Carri Infiorati”, piuttosto simili a quelli allegorici per significato e per costruzione (anche se in buona parte essi sono quasi del tutto privi di dispositivi di movimento), ma che si presentano ricoperti da composizioni floreali variopinte.

Un Carro Infiorato costruito ad Avola.

I carri avolesi sfilano di solito la Domenica di Carnevale e il Martedì Grasso, venendo premiati alla fine della sfilata che avviene la sera di quest’ultimo giorno.

Per vedere l’albo d’oro dei carri vincitori clicca qui, mentre per informazioni più dettagliate visitate il sito www.carnevalediavola.com.

Torna all’elenco

Strutture ricettive avolesi

Visita il sito www.tripadvisor.it per saperne di più su hotel, case vacanze, bed & breakfast, pub, discoteche, ristoranti.

Torna all’elenco

Fotogallery di Avola

(in allestimento)

Torna all’elenco

Se volete inviarci materiale fotografico oppure informazioni aggiuntive di vario tipo oppure conoscete altri luoghi da visitare, festività, tradizioni, eventi, prodotti tipici ecc… da aggiungere al sito
cliccate qui

Torna indietro

Torna alla home page