Noto, Territorio ibleo netino

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Noto

Territorio ibleo netino

Il territorio ibleo di Noto, considerato come il più selvaggio e affascinante della provincia aretusea, è il più vasto della Sicilia sud orientale.

Esso comprende le aree prettamente “iblee” caratterizzate da rilievi calcarei sedimentari che non superano i 700 metri d’altitudine posti tra le zone di confine tra i territori comunali di Palazzolo Acreide, Canicattini Bagni e Siracusa, e la cosiddetta “Piana di Noto” solcata dai Fiumi Asinaro e Tellaro, delimitata dai territori comunali di Avola, Rosolini e Pachino.


La città di Noto posta in mezzo ai Monti Iblei (foto scattata dalla Contrada Zupparda).

Questo vasto territorio comprende tutte le principali frazioni e “contrade” montane del Comune di Noto, comprendenti anche varie aree “feudali” di tipo rurale poste in gran parte di esso.

La più alta concentrazione di masserie feudali della Sicilia è proprio presente all’interno del territorio ibleo netino.

Infatti nelle aree più montuose che nelle piane poste più a valle lungo Piana di Noto fino alle zone limitrofe a Capo Passero e alla costa sud orientale della Sicilia, non è raro poter ammirare eleganti tenute feudali e masserie correlati ad essi.

Ma il territorio ibleo netino è il più ricco in assoluto di vari siti archeologici risalenti a diverse età, a cui si aggiungono vari “Eremi” e Monasteri e ruderi di epoca medievale.

Molti di questi siti archeologici sono posti nei pressi delle tante cave iblee solcate da importanti corsi d’acqua che delimitano questa vasta area, a cui si aggiungono varie curiosità naturali.

E ovviamente, il territorio ibleo netino è costellato da varie frazioni extraurbane in gran parte popolate da contadini e allevatori, ma che ospitano anche varie strutture ricettive per i turisti che preferiscono soggiornare al di fuori dei centri abitati.


Scorcio della campagna iblea posta nei pressi di Noto.

 Questo vastissimo territorio è costellato da una miriade di contrade montane in cui si trovano luoghi sconosciuti al turismo dove sono racchiusi ancora molti segreti che si celano rovine, necropoli e chiese rupestri ancora inesplorate (e purtroppo scarsamente antripizzate).

Ma va detto che in queste terre vi dimorarono vari Eremiti e Frati, proclamati poi “Santi”, “Beati” o “Venerabili” dalla Chiesa Cattolica.

Difatti qui possiamo ammirare abbazie, eremi e numerose Chiese di campagna (aperte al culto o purtroppo ridotte allo stato di rudere) che in passato videro la frequentazione di molti eremiti tra i quali vanno citati (in ordine cronologico) “Sant’Elia di Noto”, “San Corrado Confalonieri” che è il più noto tra tutti in quanto “Patrono” della città netina che visse presso la Cava dei Pizzoni (attuale frazione di “San Corrado Fuori le Mura”), il “Beato Guglielmo Buccheri”, il “Beato Antonio Etiope di Avola e Noto”, il “Venerabile Pietro Gazzetti” e il “Venerabile Girolamo Terzo” che visse presso l’Eremo di Santa Maria Scala del Paradiso.


L’Eremo di San Corrado di Fuori, in cui visse “San Corrado Confalonieri”.


L’Eremo di Santa Maria Scala del Paradiso in cui visse il “Venerabile Girolamo Terzo”.

Possiamo dividere il territorio ibleo di Noto in grandi zone posizionate geograficamente rispetto alla città netina:

  • la “zona centrale” confinante col territorio di Avola comprendente le aree iblee di San Giovanni in Lardia, San Corrado Fuori le Mura, Sant’Elia – Baronazzo, Lenzavacche, San Giovanni Lo Vecchio, Madonna della Scala, Noto Antica – Monte Alveria, Villa Vela, Serra Porcari e Manghisi – San Marco (confinante con il territorio di Avola);
  • la “zona orientale” confinante con i territori di Avola, Canicattini Bagni e Siracusa, comprendente le aree iblee di Petracca, Stallaini, Cunziria, Cugni, Cava della Contessa, e il tratto netino della Cava Grande del Cassibile;
  • la “zona nord orientale” confinante con i territori di Canicattini Bagni e Palazzolo Acreide, comprendente le zone di Piano Milo, Sant’Alfano – Case Vecchie, Cozzo Guardiole e Santalania;
  • la “zona settentrionale” confinante col territorio di Palazzolo Acreide (in prossimità della Valle del Fiume Anapo) comprendente le contrade di Passo Ladro, Cardinale e Pianetti;
  • la “zona occidentale” che è la più vasta dell’intero territorio netino confinante con il comune di Palazzolo Acreide, comprendente le aree di Contrada Fiumara, Busulmona – Zisola – Madonna Marina, Tre Fontane, Serra Vento, Finocchito, Testa dell’Acqua, Burlò – Santa Croce, Mezzogregorio, Castelluccio, Mezzogricoli, Rigolizia – Cozzo Aguglia – Biancazzo, Cava Gaetani, Cava Cinque Porte, Baulì, Santa Lucia di Mendola – Serra Vetrana e le sorgenti del Fiume Cassibile;
  • la zona “nord occidentale” confinante con i comuni di Palazzolo Acreide e Modica (RG), comprendente le Sorgenti del Tellaro e le zone iblee di Cozzo Tondo, San Giacomo Belmineo, Furmica, Benesiti e Case Salonia;
  • la zona “sud occidentale” confinante con i territori di Rosolini, Ispica e Modica (RG), comprendente le zone di Zisola, Madonna Marina, Fontana Rosa, Vulpiglia, Belludia, Casale Bonfalà, San Paolo di Noto, Belliscala, Santa Loppina, Granieri. Monte Renna, Torresena, Cozzo delle Giummarre, Tre Maiali, Stafenna, Zacchita, Scalarangio, Stafenna, Belliscala e Cipolla;
  • la zona “sud orientale” confinante con il territorio di Avola comprendente le zone di Contrada Zupparda, Niura, Frammeduca, Falconara (area in cui vi sono le principali residenze estive in stile barocco delle famiglie nobili di Noto) e Gioi;
  • la “zona meridionale” corrispondente alla Piana di Noto e confinante con i territori di Rosolini e Pachino, presso la quale si trovano le importanti zone agricole di Vaddeddi, Timpunazzo, Bimmisca, Calcicera, Bufalefi e Buonivini, al cui interno vi sono anche le rovine della Villa Romana del Tellaro ossia del più importante rudere romano di tipo abitativo della Provincia di Siracusa.


La frazione di Testa dell’Acqua.


Una cava iblea del territorio ibleo netino.


Paesaggio ibleo presso la Contrada Gioi.

In tutte queste zone ognuna importante dal punto di vista storico – culturale – archeologico vi sono particolarità da ammirare tutte uniche nel suo genere.

Va anche detto che l’area è soggetta a vari rinvenimenti archeologici (molti di essi “casuali”) che, unendosi agli studi effettuati da vari rinomati archeologi (tra cui va doverosamente citato il roveretano Paolo Orsi) fanno del territorio ibleo di Noto un’area colma di aree ad alto interesse archeologico.

I più importanti siti archeologici presenti sono:

  • l’area rupestre della “Cava dei Pizzoni” ubicata presso l’Eremo di San Corrado di Fuori presso la quale hanno dimorato vari eremiti che si ispirarono al modello di vita di “San Corrado Confalonieri” (che in questa zona visse in eremitaggio fino alla sua morte);
  • la cava iblea di San Giovanni Lo Vecchio in cui vi sono poste varie rovine rupestri;
  • l’area limitrofa all’Eremo di Santa Maria Scala del Paradiso presso la quale vi sono ruderi di antichi edifici sacri di epoca medievale; 
  • il sito archeologica di “Noto Antica”, comprendente le rovine della preesistente città netina posta sul Monte Alveria distrutta durante il terremoto dell’11 Gennaio 1693, le antiche “Concerie” ubicate presso la limitrofa valle del Fiume Asinaro, rovine di epoca greca e i resti di necropoli neolitiche, ebraiche e paleocristiane;
  • l’area fluviale di Manghisi – San Marco in cui, oltre agli omonimi corsi d’acqua (facenti parte del bacino solcato dal Fiume Cassibile), vi sono i resti di vari siti rupestri, tra cui quelli di un “Monastero” di epoca bizantina;
  • le catacombe di Contrada Tre Fontane;
  • il sito archeologico di Monte Finocchito comprendenti i resti del villaggio neolitico e della limitrofa necropoli di epoca sicula;
  • le necropoli rupestri di Contrada Mezzogregorio;
  • l’area di “Castelluccio” comprendente l’area feudale appartenente ai Marchesi Di Lorenzo, in cui vi sono vari ruderi di epoca medievale resti medievali, la chiesa rupestre bizantina detta “Grotta dei Santi”, ma soprattutto del villaggio neolitico da cui si sviluppò la “Civiltà del Castelluccio”;
  • i siti archeologici del Cozzo Aguglia che corrisponderebbero al primitivo villaggio di Neas fondato dal guerriero Ducezio;
  • le necropoli di Contrada Biancazzo (necropoli neolitico – sicule);
  • l’area dell’Ex Feudo di Baulì presso la quale è posta una cava iblea in cui è posto il sito rupestre dei “Dieri di Baulì”;
  • l’area di Santa Lucia di Mendola in cui sono poste le rovine di oratori rupestri e necropoli paleocristiane;
  • la Necropoli di Sant’Alfano;
  • la Catacomba paleocristiana di Cozzo Guardiole;
  • la “Grotta dei Santi” di Contrada Pianetti;
  • il Monte Renna con i suoi ruderi neolitici;
  • l’area di Torresena in cui vi è la presenza di catacombe tra cui la “Grotta delle Monete”;
  • il villaggio rupestre di Stafenna comprendente anche una necropoli bizantina;
  • la necropoli ebraica di Scalarangio;
  • la Basilica Bizantina della “Pitturata” di Contrada Frammeduca;
  • la Villa Romana del Tellaro di Contrada Vaddeddi, in cui sono posti interessanti mosaici.


La Cava dei Pizzoni.


L’antica Chiesa Bizantina della Madonna della Scala.


Il Monte Alveria, su cui era ubicata l’antica città di Noto.


Le rovine di Noto Antica.


Una Necropoli Sicula ubicata nei pressi di Noto Antica.


I Dieri di Baulì.


Il Monte Finocchito.


La Necropoli di Castelluccio.


Rovine Archeologiche presso la Contrada Falconara.

Il territorio ibleo di Noto è contraddistinto da una lussureggiante flora formata da:

  • piante erbacee e “grasse” tra cui citiamo orchidee, gigli selvatici, asparagi, avena selvatica, la “Coda di Volpe”, la borragine, le ortiche, la cedracca, l’ortica, il Fico d’India, l’agave e varie erbe aromatiche (menta piperita, origano, salvia ecc…);
  • piante arbustive e arboree di cui oleandri, rovi, la cosiddetta “Spina di Cristo”, carrubi, mandorli, olivi, querce, frassini, bagolari, pini “d’Aleppo” e “Marittimi”, azzeruoli, fichi selvatici, peri selvatico, mirti, aranci amari ecc… a cui si aggiungono vasti agrumeti e frutteti.


Particolare di una pianta spontanea fotografata presso la Contrada Madonna della Scala.


Un mandorleto presso la Contrada Falconara.

Da menzionare anche la fauna formata da mammiferi (topi di campagna, donnole, faine, volpi, porcospini e istrici), rettili tra cui serpenti (biacco, biscia dal collare, colubro leopardino e la vipera, quest’ultima in molte aree umide percorse da fiumi), lucertole e le rare testuggini di terra; insetti (gerridi, api, bombi, libellule e farfalle); volatili (passeri, cardellini, tortore, colombi, colombacci, Pettirossi, verdoni, poiane, falchi, gufi, barbagianni, allocchi e civette).

Presso le aree fluviali vivono inoltre varie specie ittiche (pesci d’acqua dolce tra cui trote, tinche e anguille, oltre a chiocciole e granchi d’acqua dolce) e anfibie (rane e rospi).

Le regole per visitare il territorio ibleo netino sono le seguenti:

  • Avere un buono stato di salute non essendo soggetti a problemi psichici e motori o a malattie di qualsiasi genere;
  • Avere una buona dimestichezza nel sapersi muovere presso aree montane;
  • Essere esperti in speleologia (per quanto riguarda l’esplorazione di grotte, caverne o anfratti) o in alpinismo/canyoning (riguardo ad arrampicate ed esplorazioni su pareti montane) o torrentismo (specie se si devono guadare fiumi e torrenti di qualsiasi portata);
  • Si possono visitare i territori iblei durante tutto l’anno, preferibilmente  nei periodi  primaverile o estivo o durante le giornate soleggiate, non è consigliabile effettuare ciò durante le giornate piovose o ventose (autunno o inverno) poiché le pareti iblee possono essere scivolose e disgregarsi a causa degli agenti atmosferici (essendo roccia calcarea è soggetta a crollo), stessa cosa dicasi per l’esplorazione di grotte ed ipogei profondi;
  • Non lasciare rifiuti organici ed inorganici all’interno delle aree iblee (zone naturalistiche o meno);
  • Non accendere fuochi di qualsiasi tipo specialmente in estate e non gettare mozziconi di sigaretta, poiché potrebbero svilupparsi dei focolai incendiari che potrebbero propagarsi colpendo le circostanti contrade iblee;
  • Non disturbare la fauna;
  • Non danneggiare la flora e tagliare alberi;
  • Non raccogliere funghi senza la specifica autorizzazione rilasciata dalle ASL;
  • La raccolta di funghi, la caccia e la pesca sono consentite solo grazie alle apposite autorizzazioni rilasciate dagli enti competenti, nelle aree in cui ciò è vietato tramite l’apposita segnaletica queste attività non sono assolutamente consentite;
  • È possibile effettuare scampagnate, escursioni o passeggiate in certi territori iblei ma bisogna rispettare le regole sopracitate e soprattutto non bisogna campeggiare in aree potenzialmente pericolose da visitare o all’interno di proprietà private;
  • Non tentare di “visitare” forzatamente aree e edifici citati nel sito di proprietà privata in cui l’accesso è vietato.

Sottosezioni

Zona centrale

Zona est

Zona nordest

Zona nord

Zona ovest

Zona nordovest

Zona sudovest

Zona sudest

Zona sud

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